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Viaggio nell’Italia avvelenata: dalle paludi tossiche fino alla valle del DDT

Continua la nostra inchiesta ambientale: avevamo parlato della drammatica situazione in Campania, che da ‘emergenza’ si è trasformata in ‘disastro’, lì dove le pecore sono nate deformate e i pastori sono morti di tumore. Avevamo parlato del Lazio e della discarica di Malagrotta, sbandierata come slogan elettorale ma poi di fatto si è continuato ad usarla in modo illecito. Passiamo ad altri avvelenamenti di massa: nella provincia di Bergamo, c’è una palude che negli anni ‘80 e ‘90 è stata usata come discarica preferita per i rifiuti petrolchimici e che oggi contamina le falde e l’aria con le esalazioni ma resta così perché non ci sono soldi per la bonifica. Poi c’è la valle del Sacco, vicino Roma, dove l’intera vallata è stata contaminata dalla molecola degli erbicidi – il Beta HCH, bandito dagli anni ’80 – e anche in questo caso tutto è rimasto com’è. Ultima scoperta vicino Brindisi una discarica abusiva: venivano seppelliti i rifiuti tossici – piombo e cromo -provenienti dal porto di Taranto.

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