CALCIO e POLITICA/ 1986 e 1994: i due “avventi” di Silvio Berlusconi
Il 1986 è l’anno dell’arrivo in elicottero, quando un allora sconosciuto ai più Silvio Berlusconi decise che era il momento di fare calcio spettacolo. Nel 1994 si scende in campo, ma il prato verde c’entra poco, perchè il futuro Premier ha deciso di dare una svolta alla sua vita (giudiziaria e non…): Forza Italia trae la sua ispirazione proprio dal calcio e proprio nell’anno del mondiale a stelle e strisce…
Primavera 1986: il Milan di Giussy Farina allenato da Nils Liedholm è sull’orlo del fallimento, sportivo e societario. Azioni sequestrate dalla magistratura, un presidente in fuga e creditori inferociti alle porte di Milanello. Un attimo prima che i libri contabili vengano portati in tribunale, un allora sconosciuto ai più Silvio Berlusconi, dopo mesi di tentennamenti e trattative al ribasso, compra il club di via Turati per cambiare la storia. Del calcio, certo, ma anche della sua vita e, soprattutto, della politica italiana.
Vediamo come. Maggio 1994: vinte le elezioni, quattro mesi dopo aver annunciato ufficialmente la sua “discesa in campo”, Silvio Berlusconi varca le soglie di Palazzo Chigi. È da questo momento in poi che in Italia si compie quella perfetta sintesi di interessi tra calcio e politica. Basti ricordare una data su tutte: 18 maggio 1994. Quel giorno il Milan guidato da Fabio Capello vince ad Atene la Coppa dei Campioni battendo per quattro a zero il Barcellona allenato da Johan Cruiff. Nella stessa giornata Berlusconi, uscito vincente dalle elezioni del 27/28 marzo, presenta il suo governo al Senato e ottiene la fiducia (anche se, come sappiamo, servì a poco: nel dicembre dello stesso anno Umberto Bossi e la Lega fecero cadere il Governo. Gli stessi amici di oggi, ieri erano grandi nemici).
Ma non è soltanto una questione di date. C’è di più. Innanzitutto sono molti a ritenere che ci sia il calcio all’origine della leadership politica di Silvio Berlusconi. Prendere una squadra sull’orlo del fallimento e proiettarla in maniera stabile ai vertici del calcio mondiale è stato un passaggio decisivo e fondamentale nella costruzione della sua immagine di leader vincente. “Quello che ho fatto col calcio lo farò con la politica, far sognare”: questa la strategia più volte rivendicata dal nostro Presidente del Consiglio. Un atteggiamento vincente sul campo che Berlusconi ha cercato di proiettare in politica.