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Giornata della Memoria 2017: Cefalonia, la strage dimenticata

Nella Giornata della Memoria 2017 vogliamo ricordare i caduti dell’Olocausto di Cefalonia. Una strage in cui furono uccisi 10mila soldati italiani.

Johannes Barge, comandante del presidio tedesco di Cefalonia fino al 16 settembre 1943.
Nella Giornata della Memoria 2017 ricordiamo l’ignobile figura di Johannes Barge, Comandante del presidio tedesco di Cefalonia fino al 16 settembre 1943. Fece uccidere 10mila soldati italiani.

In questa Giornata della Memoria 2017 ci siamo presi il compito di onorare i nostri connazionali morti nell’Olocausto di Cefalonia.

Parliamo di una strage in cui perirorono – uccisi dai nazisti tedeschi – circa 10mila soldati italiani.

Era il settembre del 1943 e la 33^ divisione da montagna “Acqui” venne massacrata a Cefalonia, in Grecia, per mano dei soldati nazisti.

È passato alla storia come uno degli episodi più drammatici e sconvolgenti della Seconda Guerra Mondiale.

Una vera e propria Shoah che martirizzò i nostri soldati.

Sul sito dell’Associazione Acqui – da cui sono tratte le foto presenti in questo articolo – trovate l’elenco di tutti i caduti e dei reduci viventi.

I FATTI

L’8 settembre del ’43 viene annunciato l’armistizio di Cassibile, che sancisce de facto la cessazione delle ostilità tra l’Italia e le forze anglo-americane.

Come ha raccontato Gianni Minoli nella puntata Cefalonia 1943 – L`eccidio della divisione Acqui de La Storia Siamo Noi, i soldati italiani che combattevano sul fronte greco devono fare una scelta:

“Combattere a fianco dei tedeschi, cedere le armi oppure resistere.”

La scelta, difficile e coraggiosa, aveva messo in conto il mancato ritorno a casa:

“I soldati della Acqui decisero di non cedere le armi ai tedeschi e di combattere. E di morire.”

Ma perché un intero contingente si trovata, nel settembre del ’43, in Grecia?

Di seguito riportiamo i passaggi fondamentali della ricostruzione dell’eccidio, realizzata da Rai Storia.

giornata della memoria 2017 olocausto di cefalonia (2)
Italiani uccisi dai nazisti a Cefalonia

ASCESA E CADUTA DELLA ACQUI

“Spezzeremo le reni alla Grecia!”.

Con queste parole, il 15 luglio 1940, Benito Mussolini annunciò l’inizio della conquista della Grecia; ma di fronte ai disastri militari italiani, fu necessario l’intervento della Wermacht tedesca. Alla fine le forze dell’Asse riuscirono a conquistare Atene. L’isola greca di Cefalonia venne presidiata dalla divisione Acqui del comandante, il generale Gandin. Il fronte della guerra è lontano.

Fino al 1943 i soldati italiani non sparano un solo colpo di arma da fuoco. Gli abitanti dell’isola imparano a conoscere un nemico dal volto umano. Ma di lì a poco le cose sarebbero cambiate. Il 25 luglio 1943 Benito Mussolini consegna le dimissioni e viene arrestato, a capo del governo viene nominato il maresciallo Pietro Badoglio. L’8 settembre 1943 Badoglio legge alla radio italiana il comunicato con il quale annuncia l’armistizio con gli anglo-americani.

L’ULTIMATUM E LA GRANDE BATTAGLIA

L’11 settembre arrivò l’ultimatum tedesco, con l’intimazione a deporre le armi. All’alba del 13 settembre batterie italiane aprirono il fuoco su due navi da sbarco cariche di tedeschi.

Il tedesco Barge rispose con un ulteriore ultimatum, che conteneva la promessa del rimpatrio degli italiani una volta arresi. Gandin chiese allora ai suoi uomini di pronunciarsi su tre alternative: alleanza con i tedeschi, cessione delle armi, resistenza.

In realtà l’ordine di resistere era arrivato dal comando supremo di Brindisi; ma Gandin volle, comunque, verificare l’umore dei suoi soldati. Il 15 settembre cominciò la battaglia che si protrasse sino al 22 settembre, con drastici interventi degli aerei Stukas che mitragliarono e bombardano le truppe italiane.

Stukas all'attacco delle posizioni italiane a cefalonia giornata della memoria 2017 olocausto
Stukas all’attacco delle posizioni italiane a Cefalonia

I nostri soldati si difesero con coraggio, ma non ci fu scampo: la città di Argostoli distrutta, 65 ufficiali e 1.250 i soldati caduti in combattimento.

L’Acqui si dovette arrendere, la vendetta tedesca fu spietata. Il Comando superiore tedesco ribadì che “a Cefalonia, a causa del tradimento della guarnigione, non devono essere fatti prigionieri di nazionalità italiana, il generale Gandin e i suoi ufficiali responsabili devono essere immediatamente passati per le armi secondo gli ordini del Führer”. La Wehrmacht a Cefalonia non farà prigionieri. Il 24 settembre Gandin venne fucilato alla schiena; migliaia di soldati italiani con i loro ufficiali furono sterminati dal tiro delle mitragliatrici. L’impresa della divisione Acqui era giunta al suo epilogo.

LA RESISTENZA AI TEDESCHI OPPRESSORI

Quell’8 settembre i tedeschi si trasformarono in oppressori del popolo italiano e i soldati decisero di combattere gli oppressori.

Secondo alcuni storici, il coraggioso esempio dato dalla 33^ divisione da montagna “Acqui” è stato il seme da cui è nato il frutto della resistenza al nazismo.

Secondo altri, invece, ha sublimato il fiero patriottismo dei soldati italiani che, messi di fronte ad una ipotesi di schiavitù, hanno deciso di ribellarsi fino alla morte, pur di difendere gli ideali di libertà della Patria stessa.

Qualunque sia la vostra opinione sulla vicenda della Acqui, l’Olocausto di Cefalonia resterà una delle pagine più drammatiche della storia d’Italia.