Grandi sprechi d’Italia, la metro C di Roma è un pozzo senza fondo. E non si vede la luce
La terza linea della capitale ormai è lontana dalla sua realizzazione. Il progetto è iniziato sei anni, fa e sono stati già spesi 3,5 miliardi (quasi il doppio del previsto) e neppure una stazione è stata finita. Ora interviene la magistratura contabile con due inchieste separate.
Chi pensava che Ignazio Marino dovesse avere vita facile si sbagliava di grosso. I suoi programmi per Roma si vanno a scontrare con una serie di irregolarità scoperte dalla Corte dei Conti. Che riguardano presunti illeciti finanziamenti del Cipe per far ripartire i lavori, collaudi irregolari e rischi per la stabilità del Colosseo. C’è quindi anche il simbolo della Capitale nell’indagine della Corte dei Conti sulla metro C di Roma. E’ il procuratore regionale per il Lazio, come riportato da L’Espresso, Angelo Raffaele De Dominicis, titolare dell’inchiesta sull’abnorme lievitazione dei cosi dell’opera, ha delegato ai suoi aggiunti due nuovi filoni di indagine.
C’è da ricordare che per la dispendiosa metropolitana sono già stati spesi 3,5 miliardi contro i due previsti. Di contro nessuna stazione è stata ancora consegnata. Tornando però ai filoni d’indagine, il primo è nato da un esposto di un giudice della Sezione controllo. E riguarda le presunte irregolarità della delibera Cipe del 2012. Che ha stanziato i 253 milioni necessari a chiudere il contenzioso tra la stazione appaltante Roma Metropolitaner (controllata al 100% dal Campidoglio) e il consorzio vincitore della gara, composto da Astaldi, Vianini Lavori, il gruppo Caltagirone, Ansaldo Sts, Cmb di Carpi e Ccc.
Ad agosto il pagamento è stato oggetto di un braccio di ferro tra Comune e costruttori, che hanno fermato i lavori. Ai primi di settembre è stata raggiunta un’intesa, ma ora la partita potrebbe riaprirsi. Nel fascicolo è finito anche l’esposto di un altro giudice contabile su irregolarità nei collaudi di Roma Metropolitane sulla tratta Pantano-San Giovanni.
La seconda indagine riguarda possibili danni all’area archeologica dei Fori derivanti dai lavori tra San Giovanni e piazza Venezia. Per il ministero delle Infrastrutture non ci sono rischi, ma i giudici vogliono vederci chiaro. Certo non sarà facile per Ignazio Marino inaugurare stazioni della metropolitana C.