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La cultura occulta e la svastica

Hitler

Le indagini storiografiche sul nazionalsocialismo hanno sempre messo in luce i suoi aspetti “materiali”, privilegiando alle volte lo studio dell’ideologia e dei miti fondativi del regime nazista. Pochi storici hanno invece analizzato accuratamente le origini culturali e filosofiche del nazismo, cercando quegli autori e quei movimenti che hanno preparato inconsciamente l’ascesa di Hitler.

Giorgio Galli è un noto politologo italiano. I suoi studi hanno sondato un campo di ricerca piuttosto controverso e spesso misconosciuto: il rapporto tra esoterismo/occultismo e politica. Esiste un’influenza della teosofia sulla politica? L’astrologia è ancora oggi uno strumento per sondare l’azione governativa?

I suoi saggi hanno raccolto critiche e molti elogi, svelando retroscena sconosciuti e chiarendo alle volte quelle scelte di potere, le cui cause erano ai più ignote o del tutto oscure.

Dal comunismo al liberalismo, dalla Repubblica Italiana alla Casa Bianca Galli ha scrutato nelle ideologie e nei palazzi di governo alla ricerca di quelle sette e scuole esoteriche che molto spesso hanno un posto privilegiato tra i potenti.

E’ il caso anche del nazismo. Galli non è l’unico ad aver tentato di scoprire quali siano le origini del nazionalsocialismo. Già George Mosse nel suo “Le origini culturali del nazismo” aveva ricostruito gli ambienti e le autorità culturali “ree” di aver fornito materiale all’aberrante ideologia nazista. Eppure pochi hanno invece provato a definire le origini esoteriche o quanto meno le influenze di questo mondo “sotterraneo” sulla prassi hitleriana.

“Hitler e la cultura occulta” e “Hitler e il nazismo magico” affrontano con fonti alla mano e con una ricostruzione storica impeccabile la componente esoterica nel nazismo. Hitler era un fervente lettore di testi occultistici; aveva frequentato e conosciuto membri dei Rosa Croce, della massoneria e di altre organizzazioni esoterico – razziste, come Thule, durante la sua giovinezza.

Era circondato da un’elite di gerarchi, i quali, come il Fuher, erano iniziati a questa sapienza occulta. Alcune scelte di governo furono dettate da miti e suggestioni teosofico ed ermeneutiche. La politica di Hitler era tutta votata a soddisfare queste conoscenze naturalmente prive di fondatezza, ma comunque affascinanti e utili a soddisfare la mitopoiesi umana.

Perché è ignoto questo aspetto del regime hitleriano? Galli parla di pregiudizio. La storiografia ha sempre trattato queste influenze come qualcosa di blando o come semplice “superstizione”. Invece analizzando queste peculiarità del pensiero hitleriano, afferma Galli, è possibile comprendere le scelte di governo del Fuher e capire in maniera perfetta il movente razzista del suo regime. C’è però anche un’altra spiegazione per questa “dimenticanza”. La sapienza occulta, così tanto amata da Hitler, era appannaggio di un gruppo ristretto di gerarchi. Il popolo e il partito ignoravano questo aspetto del loro duce. Se citato o ricordato, veniva bollato come “diceria” o “fantasioso hobby” del loro leader.

Al di là di queste ricostruzioni e di queste spiegazioni Giorgio Galli ci “inizia” ad uno studio della storia del tutto particolare: un’indagine avvincente come poche altre.