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SANITÀ / Parla Angelo Percopo, dg Asrem: “Sono grato a Iorio ma giudicatemi dai fatti. E tre ospedali vanno riconvertiti.”

Trenta minuti vis-à-vis con il Direttore Generale dell’Asrem, Angelo Percopo, l’uomo cui è stato affidato il compito di guidare l’azienda sanitaria regionale unica , in quel Molise afflitto (e commissariato) per i debiti di una gestione fin troppo allegra. O meglio, complessa, come le tantissime unità operative rette da una primario, che sono servite non a soddisfare i bisogni degli utenti ma a costruire un’infernale macchina clientelare targata Iorio’s. Quando cerchiamo di imporre a Percopo una presa di distanza da quel potere che fino ad oggi ha cercato in ogni modo di distruggere la sanità pubblica molisana, il dg non si scompone e dice: “Devo essere grato a Iorio, perché ha scelto me e non un altro. Ma giudicatemi dai fatti.”

di Andrea Succi

Ci abbiamo provato, mettendo sul tavolo dell’intervista tematiche che abbiamo portato all’attenzione dell’opinione pubblica: sprechi, incongruenze e meccanismi deviati di un sistema sanitario che fa acqua da troppe parti.

Percopo non si è mai scomposto, evidentemente la sua formazione sociologica gli ha permesso di parare colpo su colpo, a volte con qualche defezione certo – come quando non ricorda alcune cifre e chiede aiuto all’assistente – ma nel complesso si è rivelato un ottimo interlocutore.

Fermo restando alcuni concetti da chiarire.

Con Percopo si è cercato di andare al di là di “scandali e scandaletti”, di quelli che il Direttore Generale dell’Asrem definisce “scoop ad orologeria”, puntando l’attenzione sui malfunzionamenti endemici del sistema sanitario molisano.

Se ogni unità operativa complessa di chirurgia (un primariato, per capirci), per operare al meglio deve avere un bacino d’utenza di circa 100 mila abitanti, perché in Molise (regione da 300 mila abitanti) ve ne sono nove?

Questa la nostra domanda, a sottolineare l’espansione smisurata di primariati, quindi i grossi calibri elettorali, da parte di un potere politico che necessitava di autoalimentazione costante.

Percopo rintuzza, parte in contropiede e attacca: “Vi sbagliate, non sono nove, bensì tre di chirurgia generale e una endovascolare”. Purtroppo, ribadiamo noi, non ci sbagliavamo affatto, perché in Molise esistono ancora oggi quattro unità operative complesse di chirurgia generale (Campobasso, Agnone, Isernia e Termoli) e una di endovascolare nel pubblico, cui si aggiungono due chirurgie generali (Villa Maria e Villa Esther) e due vascolari (Cattolica e Villa Maria) nel privato convenzionato, pagato sempre con i soldi della regione e quindi dei contribuenti. Il totale, ça va sans dire, è proprio 9. 

Eppure al di là di qualche boutade di fondo, Percopo stupisce per una visione “illuminata” del sistema sanitario, che cozza in toto con quella espressa dalla politica, da cui il dg dovrebbe prendere le distanze e che invece ha accompagnato, in prima fila, persino nelle convention di centrodestra. “Ma io ho partecipato anche a incontri del Pd”, si giustifica Percopo. Che però, e lo sa bene anche lui, da anni non conta quasi niente in regione. Chi comanda, si sa, sono ancora gli Iorio’s. Cui anche Percopo, come altri, è grato.

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