Storytelling su Lifestyle, Sport, Tech e Food

Regione Molise, elezioni annullate caso unico in Italia

Un caso unico nella storia della Repubblica Italiana: elezioni regionali annullate nella Regione Molise. Così cominciò l’era di Michele Iorio.

ELEZIONI ANNULLATE/ Molise, il Tar invalida le Regionali 2011: chiusa l’epoca del satrapo Iorio

Negli ultimi 15 anni il Molise ha offerto diversi casi ‘nazionali’, di cui uno “unico” nella storia repubblicana. Torna oggi utile tornarci per poter avere un’idea più chiara su cosa oggi sta succedendo in Lombardia e nel Lazio.

Siamo nell’aprile 2000. Gli abitanti molisani sono chiamati ad esprimere il loro voto nell’elezione regionale che vede contrapposti il diessino Giovanni Di Stasi con il centrosinistra e Michele Iorio con il centrodestra.

Già dall’inizio, in realtà, queste furono elezioni molto singolari: si presentarono con la sinistra 3 candidati già eletti con la destra e con la destra 7 già eletti con la sinistra, segnando insieme (coprivano un terzo del consiglio regionale) il trionfo dei voltagabbana. A cominciare dallo stesso Iorio, che fino a qualche anno prima era in forza all’Ulivo.

Alla fine vinse la coalizione di centrosinistra con Di Stasi, anche se per una manciata di voti. Ma ecco il colpo di scena: Forza Italia e alleati osservarono che nelle liste dei Comunisti Italiani e dei Verdi alcune firme non riportavano il tipo di documento (carta di identità, passaporto, patente) utilizzato per il riconoscimento, ma solo il numero. I giudici del tribunale amministrativo prima, e il Consiglio di stato poi accolsero il ricorso chiudendo in anticipo la legislatura regionale. Il centrosinistra all’epoca parlò di “sovvertimento del risultato dell’urna”, mentre dall’altra sponda si alzarono le voci sul “tentativo maldestro di delegittimare la giustizia o peggio di intimidire i giudici”.

Pertanto l’allora Presidente dell’Ulivo della Regione Molise fu dichiarato decaduto dai giudici per presunte irregolarità nella raccolta delle firme. E quali erano queste irregolarità? Vizi formali (come oggi!) nella presentazione di 4 liste uliviste. Vizi formali che portarono i giudici a bocciare alcune firme: Anteloro Luigi Amoruso si chiama solo Anteloro Amoruso, Zita Angiolina all’ anagrafe è Angelina, Zingaro Ilaria è registrata come Ilaria Ida, Mallarde Nicola è sì nato a Bari il 7-8-56 ma sarebbe Mallardi con la «i».

 

La situazione, dunque, era la seguente: il Polo spronava la magistratura ad intervenire perché si rispettasse la legge e, di contro, il centrosinistra parlò poi di “sentenza politica”. Proprio come sta succedendo in questi giorni nel Lazio e in Lombardia, solo a parti inverse. Risultano quindi ridicole se non prive di senso le esternazioni che qualificati rappresentanti del Governo stanno facendo verso i giudici della Corte d’Appello che, ricordiamo, non fanno altro che applicare la legge. E ancora più ridicole risultano espressioni imbarazzanti come “toghe rosse”. Allora per questa decisione in Molise dovremmo parlare di “toghe azzurre”? Semplicemente, forse, bisognerebbe soltanto pensare che ci sono delle leggi che, seppur soltanto formali, esistono perché vengano rispettate. Ma questo si dice, da ambo le parti, solo quando a sbagliare è la parte avversa. Pensate: addirittura nel 2001 l’attuale senatore e coordinatore del Pdl Ulisse Di Giacomo fece affiggere nel Molise manifesti con la scritta “imbroglioni!”. Che dire: “historia magistra vitae”.

Disse bene, allora, Gian Antonio Stella che si occupò del “unico caso molisano”, prevedendo, oggi possiamo dirlo, il futuro:Facciamo una scommessa? Fosse successo il contrario si sarebbero scambiati le parti. Dicendo esattamente le stesse parole!