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Pdl, Vice Presidente Commissione Diritti Umani accusato di razzismo

Un nuovo scandalo colpisce il predellino berlusconiano: il Vice Presidente Commissione Diritti Umani del Senato, l’On. Ulisse Di Giacomo, si è macchiato di dichiarazioni razziste, in totale contrasto con la sua missione di “occuparsi dei diritti fondamentali della persona”. E chi ha provato a criticare o è stato minacciato (leggi l’intervista a Luca Garofalo) o è stato censurato senza alcun rispetto (leggi l’intervento di Anita D’Orsi).

Dopo il nostro articolo, in cui riportavamo lo “schietto” commento del Senatore Ulisse Di Giacomo sulla vicenda degli immigrati di Brescia (“Gli immigrati irregolari sulla gru a Brescia? Lasciateli li……”), abbiamo deciso di riprendere la questione. Infatti la vicenda non è affatto finita lì: il commento del coordinatore Pdl in Molise è stato commentato da molti, simpatizzanti e non. Tra coloro che hanno avuto da ridire, si è “permesso” di esprimere la sua anche un giovane ragazzo campobassano, molto attivo (uno dei pochi) nel sociale ed in politica (con il Popolo Viola e con la ‘Base Giovani’). Stiamo parlando di Luca Garofalo, il quale ha avuto da ridire sull’assurda dichiarazione del Senatore. Sacrilegio. In un messaggio di posta privato, infatti, Ulisse Di Giacomo l’ha minacciato di querela.

Ma cosa aveva detto Luca di tanto diffamatorio? Nulla. Assolutamente nulla: “Non avevo dubbi su quello che lei pensa”, aveva scritto in risposta. “Ho scritto semplicemente – ci dice Luca – che non ero d’accordo con quello che aveva scritto, senza fare alcuna accusa personale . Ma evidentemente lui ha voluto intimidirmi con questo messaggio dicendomi che mi sarebbe arrivata un querela

E lo faceva in maniera chiara, secca, forte: “Solo per avvertirti che domani sarai querelato”, scriveva Di Giacomo a Luca in un messaggio di posta privato. Ed è qui che c’è un aspetto molto curioso della vicenda: “Il messaggio mi è arrivato in serata, dopo che avevate scritto l’articolo voi su ‘L’Infiltrato’ riguardo quella dichiarazione”.

Si potrebbe pensare, a giusta ragione, che le due cose siano collegate: “L’Infiltrato” fa uscire la notizia e Di Giacomo punisce il dissenziente, il più inerme.

E non è finita qui. Dopo quattro giorni (il diciotto novembre) Ulisse Di Giacomo, senza scrupoli (semmai ne abbia avuti a riguardo) torna sulla questione: “A proposito degli immigrati irregolari sulla gru a Brescia. La polizia ha trovato lassù cibo, coperte, sacchi a pelo, otto telefonini, batterie, ricetrasmettenti e persino una telecamera…..l’avevo detto di lasciarli li. Stavano meglio che altrove…………”. Uno scherzo? Assolutamente no. Da rimanere increduli: “Non si è vergognato nemmeno di quello che ha scritto – commenta rammaricato Luca – Non si è nemmeno scusato per quello che ha scritto”.

Ma aggiungiamo un altro piccolo particolare: “per giunta non era vera nemmeno l’informazione che aveva dato, che stavano bene e che avevano da mangiare, come se loro si divertissero sulla gru”, come se fosse una suite all’ultimo grido. Spieghiamo alcune questioni a chi, come il Senatore, pensi ancora che “stavano meglio che altrove”: stare su una gru a nove persone (numero degli immigrati che sono saliti inzialmente) sfidando freddo, pioggia, fame non deve essere molto piacevole.

In certe circostanze sarebbe meglio rimanere zitti e non parlare, dunque. Per capirci meglio basta un piccolo esempio: tra gli occupanti c’era anche Sajad (che, per inciso, è in Italia da tre anni ed ha un master in lingue). Dopo alcuni giorni le sue condizioni di salute si sono aggravate: la sua sagoma non si scorgeva, febbricitante. Ma rimaneva lì, anche perché, a detta di molti, era pericoloso addirittura farlo scendere vista la sua precaria condizione di salute. Verrebbe scontato chiedere: non poteva sarebbe potuto salire un medico? Pare che la Questura lo avesse vietato. Scrive ‘La città nuova on-line’: “se vuole un medico, avrebbe detto il funzionario, che scenda e verrà visitato”. Insomma, omissione di cure mediche.

E intanto si lasciano dichiarazioni di tutt’altro avviso. E casomai si minaccia anche di querela. Ma è solo una minaccia?gli avvocati mi hanno detto che non ci sono gli estremi per una querela. Ad oggi, però, non so se realmente ha presentato querela. Logicamente non lo saprò subito. A me rimane quella minaccia che mi è stata inviata”. Luca, questo, ancora non può saperlo: “

E già questo, però, è tutto dire. Non dimentichiamo che stiamo parlando di un Senatore della Repubblica e del coordinatore regionale del ‘Popolo della Libertà: “Dovrebbero portare avanti quelle libertà fondamentali di cui parla la Costituzione ed invece pare che non sappiano cosa voglia dire ‘libertà’”.

Ma la questione è ancora più paradossale. Ulisse Di Giacomo, infatti, non è solo Senatore (nominato, non votato), ma è anche e soprattutto Vicepresidente della commissione Senato per i diritti umani. Bel modo per rispettarli. “Non sono stupito più di tanto – commenta Luca – Questo rappresenta anche l’idea dei diritti umani che secondo me ha il Senatore e,a mio modo di vedere, la destra in generale”.

A questo punto la domanda che facciamo a Luca è molto forte: possiamo pensare, a questo punto, che Ulisse Di Giacomo sia razzista? Luca risponde: “A questo punto non so … cioè lui dirà che non lo èLa politica dovrebbe convincere che i diritti sono gli stessi per tutti“. Ma a questo punto la domanda sarebbe un’altra, che però preferiamo rivolgere a tutti coloro che leggeranno quest’articolo: Di Giacomo, come dice Luca, dirà di no, di non essere razzista. I fatti, invece, cosa ci dicono?

Abbiamo motivi di pensare che la cosa non finisca qui e che possa avere rilevanza nazionale. Vedremo come andrà a finire questa brutta vicenda. Per il momento non possiamo che esprimere la nostra più totale vicinanza a Luca, vittima di un gesto che non vorremmo più rivedere.