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LEGGE ELETTORALE/ La truffa per far fuori Grillo e lanciare il Monti-bis. Ma l’Ocse sta a guardare

Soltanto ieri parlavamo dell’ipotesi Montellum: se i partiti non dovessero prendere una decisione nel giro di breve, potrebbe essere MarioMonti a prendere in mano la situazione e, con l’avallo di Napolitano, partorire una nuova legge elettorale tramite decreto. Questa possibilità ha spaventato (e non poco) Lega, Pdl e Udc che, per non correre alcun rischio, hanno deciso di riassemblare la vecchia coalizione e partorire una vera e propria legge-truffa. Un solo obiettivo: sbarrare la strada a Grillo e determinare una futura situazione di ingovernabilità. In modo tale che Pdl e Lega possano aver tempo per rinascere dalle ceneri.

 

di Antonio Acerbis

Una legge-truffa. Per stessa ammissione del suo firmatario, contra Grillum. Nei fatti, contra democratiam. Ecco in sintesi cosa è stato partorito ieri in Commissione Affari Costituzionali a Palazzo Madama. Il discorso è più che semplice: mentre con l’attuale legge il premio di maggioranza è attribuito alla coalizione a prescindere dalla percentuale, la norma inserita nella bozza della nuova legge elettorale prevede un premio di maggioranza soltanto se si dovesse superare la soglia del 42,5%. Una soglia, evidentemente, alta. Troppo alta. Il rischio è che si crei – molto più facilmente di quanto non capiti già oggi – una situazione di ingovernabilità in modo tale che il prossimo governo difficilmente possa arrivare alla sua scadenza naturale.

Eppure l’emendamento presentato da Francesco Rutelli ha ricevuto parere favorevole da tutti i partiti – Api, Lega, Mpa, Udc e Pdl – fatta eccezione per Idv e Pd. Ma allora la domanda: perché concepire una simile norma? A rispondere alla domanda è stato ieri direttamente il leader dell’Api Francesco Rutelli, il quale – come riportato da Il Fatto Quotidiano – ha sottolineato la necessità di “una soglia alta per avere un premio di maggioranza per governare altrimenti il rischio è che il primo partito che ottiene il premio è Grillo. Ed è un rischio molto alto”. Insomma, il problema risponde al nome di Movimento 5 Stelle. E questa volta non ci si nasconde nemmeno: lo si dice chiaramente. Bisogna far di tutto per sbarrare la strada a Grillo.

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Ora, a prescindere dai meriti e dai demeriti del Movimento, è più che evidente che, dopo l’incredibile boom siciliano, i partiti hanno cominciato realmente a vacillare nelle loro (presunte) certezze. Come spiegare d’altronde una norma che pone una soglia assolutamente discutibile se non con l’unica motivazione di ostacolare un Movimento che, peraltro, proprio ieri ha ribadito la propria fermezza a correre da solo? È impensabile infatti che i ragazzi di Grillo possano riuscire ad arrivare in solitaria ad una percentuale così alta. In questo modo, dunque, si ritroverebbero già in partenza tagliati fuori perché di fatto impossibilitati a raggiungere il premio di maggioranza che, nel caso del Porcellum, sarebbe stato raggiungibile (anche se comunque improbabile) vista la continua crescita dei Cinque Stelle e il lento ma progressivo declino dei partiti. In altre parole, un modo per affossare definitivamente M5S.

Come detto, dunque, una legge contra Grillum. Ma il rischio che si nasconde dietro la norma è ancora più alto in termini di dignità democratica. Per abbattere Grillo, infatti, si potrebbe correre, come già detto, il reale pericolo di destinare già preventivamente la prossima legislatura ad una fine anticipata. In altre parole, se la norma dovesse passare, la situazione di ingovernabilità sarebbe un’ipotesi tutt’altro che remota. Anzi, diventerebbe quasi una certezza. Se infatti nessuna coalizione dovesse raggiungere il 42,5% – cosa molto probabile stando ai sondaggi – e dunque se nessuna di queste dovesse ricevere il premio di maggioranza, si arriverebbe ad un Parlamento talmente variegato che ogni provvedimento, ogni proposta, ogni disegno di legge proposto dall’esecutivo, potrebbe oggi essere approvato e domani no. Come detto, una situazione di ingovernabilità che potrebbe, ovviamente, sfociare in elezioni anticipate.

Ecco allora perché ad essersi allertati anche gli uomini del Partito Democratico. Il commento più duro è arrivato proprio da Pier Luigi Bersani. “Sulla legge elettorale – aveva detto proprio ieri – non si fanno colpi di mano da parte di maggioranze spurie. Il Pd è pronto a discutere in commissione ma no a votazioni random né a forzature”. Soltanto dopo poche ore le paure di Bersani si sono concretizzate nella norma presentata da Rutelli: “Evidentemente c’è qualcuno che per paura che governiamo noi vuole impedire la governabilità del Paese. Ma sul punto della governabilità noi non cederemo in nessun modo”.

Insomma, la legge elettorale oltre a sbarrare la strada al Movimento 5 Stelle, rischia di riportare tutti i cittadini alle urne prima della scadenza naturale della legislatura. A questo punto, allora, insistiamo con la domanda: perché Pdl, Lega e Udc hanno deciso di approvare l’emendamento Rutelli? Il motivo è presto detto: Maroni e Alfano (quest’ultimo almeno fino a quando resterà segretario) si trovano sotto i loro occhi due partiti distrutti, martoriati da scandali e da risultati elettorali che solo un anno fa erano inimmaginabili. Due partiti morti. E che tuttavia i due segretari vogliono far resuscitare. Un buon modo potrebbe essere, appunto, quello di buttare fumo negli occhi, scaricare responsabilità sugli altri partiti e cercare di far passare l’immagine del “se ci fossimo stati noi, sarebbe stato diverso.

Per capirci meglio facciamo un esempio. Mettiamo il caso che il provvedimento passi e che si vada a votare con la soglia al 42,5% per ottenere il premio di maggioranza. A vincere è la coalizione targata Pd (qualunque essa possa essere) che tuttavia non riesce a raggiungere il fatidico 42%. Il governo si troverebbe davanti ad una situazione di assoluta mancanza di tutela perché in Parlamento non ci sarebbe alcuna effettiva maggioranza. Tanti partiti, tanti eletti, ma nessuno in grado però di concepire e approvare una legge che possa superare i legittimi scontri parlamentari. Basterebbe un voto di fiducia perché cada l’esecutivo e si torni nuovamente a elezioni. A questo punto cosa potrebbe accadere? Pdl e Lega porterebbero avanti una nuova campagna elettorale improntata sui vecchi motti berlusconiani, come quello dell’è tutta colpa della sinistra che non sa e non riesce a governare.

Il rischio è più che palese. Un modo come un altro per prendere tempo, crearsi un alibi e recuperare quelle importanti fette di elettorato perduto dopo scandali su scandali che hanno colpito tanto il partito che fu di Bossi, quanto quello che fu di Berlusconi. Una vera e propria legge-truffa che compromette, ancora una volta, la dignità democratica e partecipativa: anche il voto del cittadino, infatti, diventerebbe inutile dato che, a conti fatti, si cadrebbe comunque in una situazione di ingovernabilità.

Oltreconfine, però, guardano con molta attenzione alle prossime mosse dell’Italia. Come Infiltrato.it ha già avuto modo di documentare, infatti, non ci si dovrà sorprendere qualora Ue e Ocse decidano di sanzionare l’Italia. Entrambe queste istituzioni sono concordi nel ritenere che una legge elettorale non possa essere modificata a ridosso della tornata elettorale. Prendiamo il Codice di Buona Condotta Elettorale adottato dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa nel 2003. Nel testo si raccomanda, tra le condizioni necessarie per garantire l’efficacia dei principi fondamentali della democrazia in Europa, la stabilità del diritto elettorale, “al fine di non apparire come oggetto di manipolazioni partitiche”: il tempo minimo previsto tra l’adozione di una nuova legge elettorale e il voto è un anno.

Ora, però, la questione si curva ulteriormente. Non solo si potrebbe incorrere in sanzioni visti i tempi lunghi che ci hanno portato a ridosso delle elezioni politiche. Qui si parla anche di questioni sostanziali, di provvedimenti che spudoratamente sono finalizzati per un verso a sbarrare la strada ad un Movimento che, nei fatti, intimorisce (e non poco) i grandi partiti, per l’altro a minare letteralmente la stabilità democratica di un intero Paese. D’altronde anche il segretario dei Radicali Mario Staderini, in apertura dell’XI Congresso del partito lo scorso primo novembre, aveva detto: “Le prossime elezioni saranno una truffa, ecco perché chiederemo all’Osce di intervenire e monitorare il processo elettorale che nel nostro Paese si prefigura illegale in tutte le sue fasi”.

Sono tutti avvisati. Non si tollereranno altre porcate. Almeno al di là delle Alpi.