La banda dei Professori colpisce ancora: Monti pignora pensioni e stipendi
Il Decreto Sfascia Italia, questo sarebbe il giusto nome da dare a queste manovre montiane che salvano solo casta, e basta. Mentre l’Italia affonda tra lo spettro dell’effetto Cipro e del capitalismo sanguisuga delle banche, arriva il nuovo regalino del Professore. Una norma celata tra le righe del Decreto che affossa la già zoppa classe medio bassa: pensionati e lavoratori dipendenti. Chi ha i debiti deve pagare – sembra ovvio – ma stavolta, se il creditore vorrà, potrà essere pignorato tutto lo stipendio del debitore. Abolito il sostentamento di sopravvivenza – che lasciava al moroso 1/5 dello stipendio per poter vivere – questa norma non fa altro che incentivare estorsione, usura e povertà. In un circolo vizioso senza via d’uscita.
di Maria Cristina Giovannitti
Clap, clap, clap al Professor Monti. Ancora una volta ha saputo beffare gli italiani e fare la barba ai soliti noti: i meno abbienti. Clap, cla, clap a O’ Professore che taglia di qua, sforbicia di la, manovra al centro ma sempre nello stesso punto va a parare: i meno abbienti. L’ultimo colpo di coda del Governo tecnico è la norma dei pignoramenti degli stipendi ai pensionati e i lavoratori dipendenti. Chi ha debiti deve pagare. Giusto. Chi ha debiti, però, deve pagare con tutto il suo stipendio, per volontà di Monti. La domanda nasce spontanea: questi debitori come faranno a vivere? La risposta viene altrettanto spontanea: schiavi dell’usura e della povertà, potenziali vittime della criminalità.
DEBITORI, VITTIME DELLA SOCIETÀ E DEL GOVERNO. SOLI, ED ORA, SENZA NEANCHE L’ASSISTENZA – Sembra come nel romanzo ‘La lettera scarlatta’, Monti marchia a fuoco il peccato di essere dei debitori. Chi ha dei debiti deve pagare ed è un peccatore che deve essere riconosciuto dalla società con una lettera scarlatta. Nel caso del Professore, il marchio scarlatto sarà la povertà assoluta. Non basta la crisi, l’Imu, la Tares e l’inflazione ad impoverire gli italiani: il casus belli di una povertà senza via d’uscita sarà la nuova norma, celata ben benino, in quello che – senza pudore, ormai – possiamo annoverare come il Decreto Sfascia Italia.
Le pensioni che superano i 1000 euro e gli stipendi dei lavoratori dipendenti dovranno per forza essere accreditati su conti postali o bancari. Una scelta motivata dalla lotta all’evasione fiscale, in modo che potranno essere controllati tutti i movimenti finanziari. Benissimo, se fosse solo questo il motivo. Malissimo, se si considera che, per tutti i pensionati e lavoratori che hanno contratto dei debiti, ora il creditore potrà decidere di pignorare – tramite la banca – tutto lo stipendio. Tutto vuol dire che al pensionato/ lavoratore non resterà nulla per sé, come invece prima garantiva l’articolo 545 del Codice di Procedura civile:
“Non possono essere pignorati i crediti alimentari. Non possono essere pignorati crediti aventi per oggetto sussidi di grazia o di sostentamento a persone comprese nell’elenco dei poveri, oppure sussidi dovuti per maternità, malattie o funerali da casse di assicurazione, da enti di assistenza o da istituti di beneficenza” .
Insomma secondo questa legge al soggetto comunque deve rimanere un 1/5 dello stipendio almeno per vivere dignitosamente e di fronte alla povertà c’è un limite di impignorabilità. Ora tutto questo non esiste più. Si deve pagare e basta.
LA SOCIETÀ DELLA CASTA E I POVERI, SCHIAVI DEI CREDITORI – Il debitore ha tanti spauracchi: Equitalia, le banche e magari la pressione dello strozzinaggio. Abbiamo sempre denunciato questi sistemi che, riconosciuti e legalizzati – oltre che pubblici – portano la persona in difficoltà sul baratro. Dalla denuncia contro la morsa di Equitalia fino all’intervista shock fatta a Franca De Candia, vittima di usurai senza scrupoli. In ogni caso il debitore è una vittima che, comunque, va tutelato mentre con le manovre di Monti la tutela garantita è solo alla Casta.
Se tutto lo stipendio verrà usato per pagare i debiti, la vittima del sistema Salva Italia dovrà fare altri debiti per poter sopravvivere quotidianamente – almeno per il bisogno primario di mangiare – che graveranno sul conto corrente e saranno nuovamente pignorati. Si entra in un circolo vizioso di povertà senza fine dove ci si inginocchia al capitalismo bancario, con mutui e finanziarie che fanno da fiato sul collo, per arrivare allo strozzinaggio che è il vero cappio al collo.
Il rischio è quello di ‘imbruttire’ una già brutta società che, insieme all’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, sta davvero perdendo i principi cardini di una società civile: il welfare post bellico per volontà di Monti sarà cancellato con un colpo di spugna, né più assistenzialismo, né più socialità. Non ci rendiamo conto che con questa gravissima norma tocchiamo il fondo: non saranno garantiti più i diritti di sopravvivenza, quegli stessi diritti che sono alla base dell’umanità civile. Prodotto del tecnicismo di Monti&Co. abbiamo di fronte la società pro Casta dove vige il cinismo. Pignoriamo tutto, anche la dignità.