PARLAMENTARIE PD/ Scandalo in Piemonte: tra i garanti due condannati
Il presidente della commissione dei garanti Giancarlo Quagliotti fu condannato per le tangenti che la Fiat pagò al Pds nel 1993 mentre Caterina Romeo, nei giorni scorsi, ha subito una condanna in primo grado a un anno e quattro mesi per violazione della legge elettorale. La sua colpa? Aver convalidato dozzine di firme false in favore del sindaco di Torino Piero Fassino. I due dovranno garantire il corretto svolgimento delle parlamentare del Pd, in programma per il 29 e 30 dicembre per eleggere di chi sarà candidato alle politiche 2013.
di Viviana Pizzi
Tra domani e dopodomani il Partito Democratico cercherà di aggirare il Porcellum con le sue primarie per le candidature al Senato e alla Camera da proporre il 24 febbraio prossimo.
Lo farà dalle 8 alle 21 di domani in Lombardia, Piemonte, Liguria, Umbria, Abruzzo, Molise, Calabria e Campania mentre per tutte le altre regioni la data è fissata a domenica 30. Insomma una fine dell’anno scoppiettante per quello che ormai si definisce il primo partito d’Italia.
PARLAMENTARIE: CHI, COSA E PERCHÈ
Chi potrà recarsi alle urne?
Semplice: si tratta degli elettori e delle elettrici compresi nell’Albo delle primarie “Italia Bene Comune” ( in poche parole quelli che hanno partecipato all’elezione del leader di coalizione Pierluigi Bersani) e degli iscritti al Pd nel 2011 che abbiano rinnovato l’adesione fino al momento del voto.
Che cosa si deciderà? Si sceglieranno il 90% delle candidature al Parlamento (Camera e Senato) mentre il 10% sarà nominato direttamente dalle segreterie di partito. Tra le regole principali della scelta delle candidature l’esclusione dei consiglieri regionali in carica.
Non è detto però che questi personaggi poi non possano rientrare proprio nella quota minoritaria di scelta del partito. Norme quindi che possono essere violate facilmente. Come per i dieci derogati tra i quali figurano Rosy Bindi, Anna Finocchiaro e Giuseppe Lumia. In caso non vengono eletti con questo sistema potrebbero comunque rientrare dalla porta di servizio. Tanto rumore per nulla? Lo sapremo il due gennaio con la chiusura del listino bloccato.
LO SCANDALO PIEMONTE: DUE CONDANNATI NELL’UFFICIO DEI GARANTI
Le primarie del Pd saranno effettuate all’insegna della regolarità? C’è chi non ne è convinto e potrebbe averne tutte le ragioni.
In Piemonte infatti salta agli occhi una cosa che agli elettori del Pd, quelli che credono ancora nella democrazia pura potrebbe non piacere. Tra i “garanti” per la validità delle primarie nella regione c’è infatti Caterina Romeo.
Ai più in Italia questo nome potrebbe non dire tantissimo: i piemontesi lo ricordano infatti perché la donna ha subito una condanna in primo grado, nei giorni scorsi, a un anno e quattro mesi di reclusione per violazione alla legge elettorale. Uno dei reati più gravi per chi viene posto a garanzia del corretto svolgimento di una competizione come quella delle primarie del Pd per Camera e Senato.
La sua condanna è stata emessa per aver convalidato una dozzina di firme false che erano state apposte in calce alla liste “Consumatori per Fassino” alle comunali 2011 di Torino quando proprio l’ex segretario e parlamentare del Pd è rientrato dalla finestra della politica diventando il primo cittadino del capoluogo regionale piemontese.
Il partito poteva non sapere di questa condanna? Certamente no, visto che la notizia è stata riportata fedelmente dai quotidiani telematici della provincia torinese.
Evidentemente il segretario regionale Gianfranco Morgando, eletto due volte tramite elezioni primarie nel 2007 e 2009, ha giudicato questo come un “peccato veniale” (copyright Perotorino.it) da poter perdonare con il premio della nomina tra i garanti per il buon svolgimento delle primarie.
Certo la condanna di Caterina Romeo non è ancora definitiva ma quella del Partito Democratico piemontese è senz’altro una caduta di stile che potrebbe far perdere la voglia ai torinesi di recarsi alle urne soprattutto in giorni festivi a cavallo tra Natale e Capodanno nei quali i più non pensano certamente alla politica.
IL PRESIDENTE DEI GARANTI CONDANNATO NEGLI ANNI ‘90 PER LE TANGENTI FIAT
Eppure nel Pd non c’è limite al peggio: basti pensare che il presidente dei Garanti, Giancarlo Quagliotti, è stato coinvolto negli anni novanta ( circa venti anni fa) negli scandali delle tangenti alla Fiat.
In particolare, da dirigente del Pci si fece coinvolgere nello scandalo tangenti sia nell’ondata del 1983 che in quelle del 1993, quando fu condannato per le tangenti che la Fiat aveva pagato al Pds.
All’epoca veniva considerato un uomo vicino a Primo Greganti, nella tornata elettorale del 2011, quella che ha eletto Fassino sindaco di Torino, è stato coordinatore della campagna elettorale proprio dell’attuale sindaco.
Sarebbe questo il buon biglietto da visita di un partito che si candida alla guida del Paese con a capo Bersani? Sarebbe questo il partito garante di democrazia, onestà e trasparenza?
L’ESPULSIONE DEGLI AMMINISTRATORI NO TAV
Un partito a dir poco bizzarro il Pd del Piemonte. Che non si scandalizza se nella commissione dei Garanti per lo svolgimento ci sono due condannati (uno proprio per reati elettorali) e poi commina espulsioni a go-go nei confronti di chi non ne segue la linea e non ne condivide i progetti.
Il caso, lo ricordiamo tutti, è avvenuto ad Avigliana (Torino) all’inizio di luglio quando l’ex sindaco Carla Mattioli (oggi assessore) l’ex vicesindaco Arnaldo Reviglio ( ora consigliere comunale) e l’assessore Andrea Archinà sono stati raggiunti da altrettanti provvedimenti di esplusione.
Quale era allora la loro colpa? Quella di aver sostenuto ed essersi candidati nella lista del sindaco Angelo Patrizio (convinto esponente No Tav) mentre il Pd, almeno quello di Fassino e Morgando aveva invece voluto la candidatura di Aristide Sada, ora capogruppo dell’opposizione.
Una colpa certamente “politica” ma non certo giudiziaria da far perdere la faccia al pari di quella in cui la direzione torinese è incappata in questi giorni.
Per Giancarlo Quagliotti e Caterina Romeo però niente espulsione, anzi… un premio da festeggiare con la nomina nel consiglio dei garanti come premio per aver continuato a sostenere la linea di partito.
Mentre per i tre “no tav” arrivò la scomunica definitiva. Che non fu contestata soltanto da loro stessi ma anche in un documento unico dei consiglieri regionali Nino Boeti, Davide Gariglio, Mauro Laus, Stefano Lepri e Gianna Pentenero sostenendo che “un partito che espelle e non accoglie non ha futuro”.
Il loro appello è stato ascoltato ma, ancora una volta, per salvare la casta dei condannati.