Dossier Ambiente Molise. 200 anni per bonificare la Turbogas
C’è, per caso, qualcuno che pensa di restar vivo fino a 200 anni, e ricordarsi di bonificare il sito della Turbogas? Giorgio Gaber avrebbe risposto: IO. SE FOSSI DIO.
di Andrea Succi
Nella prima puntata del Dossier Ambiente Molise ci siamo chiesti se – vista l’assoluta inutilità di installare una centrale a turbogas in Molise – non ci fossero dietro interessi economici che ne giustificassero la presenza sul territorio.
Ma fare della dietrologia a volte è pericoloso e del resto chi sa certe questioni di certo non le spiffera ai quattro venti; fatto sta che nel 2008 arrivano 6 avvisi di garanzia per alcuni dirigenti di Sorgenia, la società che gestisce la Turbogas di Termoli, e per qualche politico molisano, tra cui il Presidente Iorio, onnipresente nelle inchieste regionali, e Gianfranco Vitagliano, suo braccio destro.
Dalle intercettazioni i politici locali si sono comportati secondo consuetudine: chiedevano posti di lavoro per gli amici e appalti per aziende amiche, come viene fuori da un dialogo fra due dirigenti di Energia (ora Sorgenia):
F. D.: «Bisogna assumere P., gli ha battezzato il figlio. Lui è un iscritto Cisl, mi sono informato e dicono che è una testa di c…»
A: «Ma se non lo assumiamo è come togliere tutto a Gianfranco. A lui non abbiamo dato mai niente, ma è il papà della centrale».
Si suppone che il suddetto papà Gianfranco sia l’Assessore Vitagliano.
Ma ammettiamo anche per un secondo che non sia così, che quel Gianfranco risulti invece un semplice omonimo. Il punto è un altro: le intercettazioni che abbiamo potuto leggere sono terribili, perché tantissima gente si affida al raccomandante con più slancio e passione, con più fiducia di quanto non si affidino ad un prete. Gli mettono nelle mani la loro vita. “Ma ti posso chiamare” “Eh, figurati, quando vuoi!”.
Nessuno può negare che ci sia quest’abitudine, quest’impasto durissimo da combattere che poi va a inficiare la vita pubblica e sociale di tutti, compresi quelli che vivono a centinaia di chilometri da una turbogas. Ma le polveri sottili non conoscono confini e recenti studi – condotti dal Prof. Stefano Montanari – dimostrano come possano viaggiare per migliaia di chilometri. Se la sabbia del Sahara, che pesa molto più di una nano particella, sospinta dalle correnti riesce a viaggiare fino alle coste degli Stati Uniti, allora per le nanopolveri sarà uno scherzetto da ragazzi volare da Termoli ad Isernia, fino a Roma e chissà dove altro. In questo, sono perfettamente democratiche, non guardano in faccia nessuno.
In ogni caso sarà la giustizia ad ascoltare le intercettazioni e a valutare la gravità dei presunti reati commessi dai politici nostrani e dai dirigenti di Sorgenia. A noi interessano altre questioni. Il deus ex machina di Alternativa, Roberto Ruta, in epoca non sospetta si interessava persino di questioni ambientali, oltre che di equilibrismi politici.
In un interrogazione a risposta scritta indirizzata al Ministero delle Attività Produttive, risalente al 2004, Ruta lanciava due sassi grandi come macigni: uno inerente “i lavori di esecuzione iniziati in assenza di una intesa con la regione Molise (articolo 1, co. II, legge n. 55/02); l’altro riguardo al progetto che “prevede la messa in sicurezza del sito solo con tempi di ritorno a 200 anni” circostanza, questa, confermata sia dall’istruttoria disposta dal Consiglio di Stato nei ricorsi numeri 9680/03 – 9690/03 – 209/204 sia dalle dichiarazioni del legale della Soc. Energia (ora Sorgenia) nel corso dell’udienza pubblica.
La domanda sorge spontanea: c’è, per caso, qualcuno che pensa di restar vivo fino a 200 anni, e ricordarsi di bonificare il sito della Turbogas?
Giorgio Gaber avrebbe risposto: IO. SE FOSSI DIO.
Ma la centrale di Termoli cela un ulteriore aspetto tragico.
2002: a Termoli viene concesso un terreno dove poter costruire l’impianto.
2003: la cittadina adriatica è colpita dall’alluvione, ma per fortuna la centrale non è ancora funzionante perché il terreno concesso per la costruzione viene “completamente inondato dall’acqua.” Se l’inondazione è successiva alla concessione “si evince che l’eventualità dell’alluvione non era stata presa nella giusta considerazione” E infatti “la Turbogas, è stata dichiarata ad alto rischio inondazioni.”
Nonostante questo, nonostante la più imponente manifestazione che il Molise abbia visto dal dopoguerra ad oggi, la Turbogas ha preso a funzionare – e naturalmente funziona ancora – a pieno regime.
Purtroppo la politica aveva già fatto le sue scelte e quella manifestazione – diecimila persone e 300 trattori in piazza – non mise in discussione niente, anche perché molte volte ai grandi gruppi di oggi bastano solo piccole porte d’ingresso. E la Cir di De BenedettiQualcuno potrebbe obiettare che almeno dà lavoro a qualcuno e invece “la stessa società proponente chiarisce che saranno disponibili non più di 20, 25 posti di lavoro”. Meglio di niente, no? Ok, ci si ammala di tumore, ma vuoi mettere i vantaggi in bolletta? Vuoi mettere pagare meno il gas? è un grande gruppo.
Persone ben informate dei fatti rivelano: “C’è stato tutto un discorso di compensazione contrattato con i comuni che sapeva molto di comprarsi i comuni. Il discorso stesso della compensazione ambientale in italiano significa che prima ti faccio un danno e poi ti pago perchè tu stia zitto. Non significa nient’altro che l’ammissione a priori di un danno.”
Discorso che non fa una grinza, a maggior ragione se i molisani continuano a pagare l’energia elettrica come la pagavano prima.
Facciamo ulteriori considerazioni: sapete quanto consuma una centrale turbogas da 800 MW, come quella di Termoli? “200 litri d’acqua al secondo”, quasi 7 milioni di metri cubi all’anno, vale a dire il fabbisogno di una cittadina di 60.000 abitanti. Campobasso, per capirci. Questo significa concedere ad un privato, la Sorgenia, l’uso indiscriminato dell’acqua, mentre non si definisce il diritto all’acqua del semplice cittadino. Di più: l’industria potrebbe anche riciclare l’acqua che usa: perché non lo fa?
Ma gli sprechi non finiscono qui: secondo il Dott. Armaroli “considerando 8.000 ore annue, una centrale da 800 megawatt consuma 1,1 miliardi di metri cubi di gas l’anno. Con 70 centrali si raddoppierebbe l’attuale consumo italiano di gas.” E se qualcuno pensa che con le centrali a turbogas l’Italia sarebbe definitivamente al riparo dal rischio blackout, si sbaglia di grosso. Sempre Armaroli sottolinea che “la costruzione di centrali a combustibili fossili – gas, petrolio o carbone – non pone al sicuro dai blackout, perchè comunque importiamo tali materie prime.”
C’è un’ulteriore ovvietà: “i due milioni annui di tonnellate di anidride carbonica e le 1.800 tonnellate annue di ossidi di azoto.” Vale a dire effetto serra e piogge acide…
“Va considerato anche che ogni chilowatt ha un costo nascosto in termini sanitari, che paghiamo attraverso la fiscalità generale e il sistema sanitario nazionale.”
Rinfreschiamo la memoria: la torrida estate del 2003 fu dipinta dai media come la più torrida dell’ultimo secolo. Ebbene, il Dott. Armaroli fa una dichiarazione sconvolgente: “Sulla base delle pubblicazioni scientifiche di due mesi fa” (siamo nel 2004, ndr) “si afferma che in Olanda, nell’estate del 2003, vi sono stati circa 3.000 morti a causa dell’ozono.”
Mica male, no?, per chi vive di pompe funebri?