Napoli, sempre e solo monnezza
Napoli è ancora sommersa dai rifiuti. Nonostante le continue, reiterate, imbarazzanti promesse del Governo la situazione rimane profondamente drammatica: strade colme di rifiuti, cassonetti incendiati, fumo nero e odore nauseabondo. Stesso copione di alcuni anni fa, quando Silvio Berlusconi accusava il Governo Prodi di essere responsabile di tale situazione e prometteva, nella campagna elettorale del 2008, che avrebbe risolto l’emergenza immediatamente.
Di Carmine Gazzanni
Foto Gianluca Di Vincenzo
Stesso copione di alcuni anni fa, quando lo stesso Silvio Berlusconi accusava il Governo Prodi di essere responsabile di tale situazione e prometteva, nella campagna elettorale del 2008, che avrebbe risolto l’emergenza immediatamente. Sono passati due anni e, come detto, non è cambiato assolutamente nulla: “I rifiuti abbondano – ci dice Vincenzo Barbato, giovane napoletano che, con il suo blog “Italiasecondome”, si interessa da tempo alla questione – è così nel 90% del comprensorio napoletano, tranne ovviamente nei quartieri alti come Vomero e Posillipo! Prima di capodanno hanno tentato di ridurre i cumuli il più possibile, ma senza risultati”. E perché? Presto detto: “Dove la mettono la spazzatura se i siti sono saturi e ci sono rivolte ovunque?”.
Non è un mistero che il 2010 sia stato segnato da continui scontri tra cittadini e forze dell’ordine poste a protezione delle discariche. Già a febbraio dell’anno scorso, infatti, le prime tensioni scoppiarono a Chiaiano (dove si trova la discarica di Napoli): qui i militari bloccarono un camion che, illegalmente, stava per sversare rifiuti radioattivi. E poi, nei mesi seguenti fino ad oggi, proteste e rivolte nell’area di Terzigno e Boscoreale. Una situazione surreale, dunque, resa ancora più drammatica da quanto sta accadendo in questi giorni. Mentre, infatti, Berlusconi prometteva che entro tre giorni avrebbe risolto ogni problema e Letta gli faceva eco dichiarando che entro Capodanno l’emergenza sarebbe rientrata, i rifiuti sono continuati a crescere, diventando mucchi, ammassi, montagne. “Anche per le strade in centro – ci dice Gianluca – la situazione è diventata insostenibile: cumuli di spazzatura anche nelle zone più trafficate”.
Con il conseguente rischio, forte e reale, di malattie ed epidemie. D’altronde già nel marzo 2010, mentre Bertolaso eBerlusconi continuavano ad essere elogiati come risolutori dell’emergenza rifiuti, la Corte Europea di Giustizia condannava l’Italia proprio per il disastro rifiuti in Campania. L’Italia, si legge nella sentenza, “ha messo in pericolo – appunto – la salute umana e recato pregiudizio all’ambiente”. Ad oggi, come detto, il pericolo rimane altissimo, come rivela Vincenzo Barbato: “il rischio di malattie infettive non è molto alto per i rifiuti in sé, in quanto la bassa temperatura permette di ridurre i tassi di diffusione. La cosa grave, che dovrebbe essere messa in risalto, avviene quando si brucia la spazzatura”; in questo caso,
infatti, il danno è maggiore perché, oltre al pericolo immediato di roghi, si rischia di produrre anche sostanze tossiche, come la diossina. E in questo periodo, in concomitanza cioè con le feste di fine anno, lo stato è di altissima allerta: il Comune, infatti, per evitare incendi, ha allertato vigili del fuoco e protezione civile. “Bagneremo le pile di immondizia per strada, in modo che non prendano fuoco” hanno fatto sapere dal Comune. Tuttavia il rischio non è stato evitato in pieno: “una piazza di Forcella – ci dice ancora Gianluca – era piena di spazzatura bruciata, con tre cassonetti buttati sopra, bruciati pure quelli. Una puzza insostenibile, con un fumo nero denso”.
Ma il problema, sia chiaro, non è solo di Napoli, ma di tutto il suo hinterland, di tutta la sua provincia. Infatti, se la quantità di rifiuti abbandonati per le strade partenopee in questi giorni è oscillata tra le 1.430 tonnellate della mattina e le 2.000 della sera, negli altri centri non va di certo meglio: in tutta la provincia sono 15 mila le tonnellate di spazzatura non raccolti. Eppure, Luigi Cesaro, Presidente Pdl della Provincia di Napoli, aveva incentrato la sua campagna elettorale proprio sulla soluzione del problema rifiuti. Ma le responsabilità – è bene dirlo – sono per così dire bipartisan: dall’amministrazione comunale fino al Governo, come ci conferma Vincenzo Barbato.
“La responsabilità è di entrambi, la nostra amministrazione ha saputo solo arraffare stipendi e privilegi fregandosene della nostra salute visto che la monnezza a Napoli puzza, ma vale oro per le tasche di politici, banche, imprenditori e camorristi”. Come dicevamo prima, una responsabilità bipartisan. “Io ho intervistato – ci dice ancora Vincenzo – sia Langella, sindaco Pdl di Boscoreale (una delle terre dove ci sono stati gli scontri più forti, ndr), sia Antonio Borriello, capogruppo Pd in Campania. Le risposte alla mia domanda che riguardava lo smaltimento intelligente secondo il metodo adottato dal comune di Vedelago (presente già a Benevento) sono state le stesse: qui non si può fare perché secondo loro i napoletani andrebbero addestrati alla raccolta spinta porta a porta. Ridicolo. Allora due sono le cose: o il napoletano è ancora allo stadio di Neanderthal oppure questi sciacalli dicono un mucchio di stronzate. Secondo te? ”.
E intanto Berlusconi continua con le sue promesse, ma “ormai si sta dando la zappa sui piedi ogni volta che parla”, commenta Vincenzo. “Lui pensa davvero che tutti gli italiani siano scemi”. E i campani, invece, cosa pensano? “La gente ormai l’ha capito al 90%. Ci sono ovviamente persone che ancora continuano a dire che se ci fosse stata la sinistra ora staremmo peggio, giustificando la politica di questo Governo! Ma la questione non è stare meglio o peggio. È stare bene ed in salute, punto! Non si può trattare questa vicenda con colori politici, la salute non ha partito!”