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Bankster: Gruppo Mediterraneo e Intesa San Paolo sotto inchiesta per possibile usura e truffa

In Italia ci sarebbero altri casi simili a quello del Monte dei Paschi di Siena. Stavolta andiamo a Bari dove il sistema bancario, oltre ad essere colluso con la casta, sembra essere anche truffaldino. La Procura di Trani sta lavorando ad una maxi inchiesta per possibile usura e truffa: al vertice dell’operazione ci sarebbe la filiale barese di Intesa San Paolo per emissioni di derivati. Indagati ben 61 persone tra dirigenti e funzionari degli Istituti a nord di Bari. Ma gli scandali bancari nella città non finiscono qui e così c’è lo ‘strano caso’ del Gruppo Bancario Mediterraneo: il Ministro della Giustizia, Paola Severino è azionista del 1,20% e – per un’anomala coincidenza – il marito Paolo Benedetto fa parte dell’amministrazione. Inoltre l’Istituto di credito è stato sanzionato – 121 mila euro – dalla Banca d’Italia per via di diversi “favoritismi” irregolari rivolti alla ‘casta’. Un vero paradosso che rende ‘poca giustizia’ al Ministro della Giustizia.

 

di Maria Cristina Giovannitti

Non solo Siena e lo scandalo della ‘banca del Pd’. Non solo Città del Vaticano e lo scandalo della ‘banca del Papa’. In Italia non finiamo mai di stupirci e stavolta sotto i riflettori degli scandali bancari c’è Bari.

Nella città portuale due sono gli Istituti di credito nel mirino: la Banca di Intesa San Paolo su cui indaga la Procura di Trani per ipotesi di truffa pluri aggravata e usura e poi il Gruppo Bancario Mediterraneo, la ‘banca del Ministro della Giustizia’, che è stato sanzionato dalla Banca d’Italia per carenze nell’organizzazione e favoritismi verso dirigenti.

 

 

 

LA MAXI-INCHIESTA DI INTESA SANPAOLO – Sembrerebbe essere coinvolta tutta la casta barese in questa maxi operazione condotta dalla Procura di Trani che indaga sui derivati emessi dalla filiale barese di Intesa San Paolo. Le ipotesi di reato sono di truffa pluriaggravata ed usura.

Intanto le indagini si muovono in senso doppio: il pm Antonio Savasta indagata sull’operato di 61 persone – tutti dirigenti e dipendenti delle filiali a nord di Bari e sugli strani scambi di denaro e transizioni – 150 casi in totale – avvenuti tra il 2008 e il 2010, denaro che ammonta a 30 milioni di euro.

Poi c’è l’altra strada dell’operazione su cui indaga il pm Michele Ruggiero che si muove per accertare le responsabilità di una possibile truffa, controllando chi fosse al vertice proprio quando sono stati emessi i crediti. Se dovesse essere accertata la truffa pluriaggravata e l’ipotesi di usura resta da capire perché la Banca d’Italia non ha vigilato a sufficienza per scoprire la matassa?


 

 

LA ‘BANCA POCO GIUSTA’ DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA PAOLA SEVERINO – Parliamo della banca di Paola Severino, ministro della Giustizia: il Gruppo Bancario Mediterraneo che fa capo alla grande holding della Banca Federiciana di Bari.  

Qui il Ministro della Giustizia dal 2009 è azionista con una quota del 1,20% pari a 500 mila euro. Nulla di strano se non fosse, però, che il marito – Paolo Benedetto – fa parte del comitato etico della Banca. Secondo la ‘giustizia’ in un sistema bancario non ci dovrebbero essere rapporti di nessuna natura tra azionisti e amministratori, proprio per evitare possibili ‘occhi di riguardo’.

Dovrebbe essere così ma sembra non esserlo per la banca di Bari dove la Severino – azionista è la moglie di Benedetto – amministratore.

Ma le anomalie non finiscono qui perché sempre il Gruppo Mediterraneo non vanta di una condotta molto ‘giusta’: in realtà la banca che ha sempre avuto perdite e conti in rosso, nel 2010 tocca il deficit con 4,5 milioni di euro, un down di denaro troppo alto per una piccola banca che ha solo tre filiali a Bari, Andria e Barletta.  

Mario Draghipresidente della BCE – decide nello stesso anno di inviare degli ispettori per controllare la situazione. In effetti il risultato non è stato dei migliori e il punto della situazione è stato: “carenze nell’organizzazione e nei controlli interni”.


A questo verdetto si aggiungono anche alcuni favoritismi: in pratica 1/3 delle erogazioni è andata a favore di soggetti che sono esponenti aziendali.

Questo significa che ben il 30% dei prestiti concessi dalla banca barese è stato a favore dei dirigenti ed azionisti della stessa banca. Questa ‘irregolarità’ è costata al Gruppo Mediterraneo una sanzione di 121 mila euro.

 

Una banca della casta ‘costruita’ ad hoc, a quanto pare, che rende ‘poca giustizia’ a Paola Severino, ministro della Giustizia. In Italia, scavando in questi sistemi di potere,  troviamo molti casi simili al Monte dei Paschi di Siena.