I Governi tecnici (Monti e Letta) hanno fallito pesantemente. Ecco i numeri che li condannano
Poche cifre su pressione fiscale e spesa pubblica mostrano quanto i fatti non coincidono con annunci e promesse. Leggere per credere.
A leggere le cifre, ormai ufficiali, qualche dubbio viene circa il fatto che i governi tecnici o emergenziali facciano davvero bene all’economia. Da quando è iniziatala crisi, nell’ultimo trimestre del 2008, l’Italia ha perso il 9,1% del suo Pil prodotto nei decenni precedenti. Ma ben il 47% della ricchezza nazionale è stata distrutta nell’ultimo biennio, quello del 2012/13 quasi tutto all’insegna dell’atipico governo Monti, visto che in soli 24 mesi è andato in fumo il 4,3% del Pil di fine 2011.
La mitragliata di tasse, vecchie e nuove, imposte all’economia italiana ha prodotto la più massiccia distruzione di ricchezza mai conosciuta nella storia recente.
Forse, se i governi emergenziali avessero osato di più, anziché replicare il copione stantio della politica economica del Belpaese, oggi saremmo a commentare dati diversi. Ma Monti e Letta hanno preferito seguire percorsi poco coraggiosi ed adesso diventa davvero complicato formulare previsioni sul 2014.
Del resto le stimefatte a suo tempo da Monti spiegano quanto la realtà dell’economia italiana sia diventata distante rispetto ai modelli econometrici utilizzati per prevederne l’andamento.
I numeri. Nel dicembre del 2011 il governo Monti vara il DL Salva Italia e prevede una diminuzione del Pil dello 0,4% per il 2012 e una crescita dello 0,3% per il 2013. Ad Aprile 2012,approvando il Def, Monti aggiusta le previsioni: -1,2% il Pil 2012 e + 0,5% quello dell’anno successivo. Il calo della ricchezza nazionale a consuntivo 2012 sarà, come certificato dall’Istat, del 2,4%, cioè il 600% in più di quanto previsto da Monti a dicembre ed il 300% in più della riprevisione fatta dal Def ad anno ampiamente in corso.
Ancora peggio è andata con l’anno in corso. Il Pil 2013 chiuderà con il segno meno dell’1,9%, anni luce distante dalla modesta crescita indicata nel DEF dell’aprile 2012 e quasi il 1000% peggio del -0,2% indicato dall’ultimo documento previsionale ufficiale di fine 2012.Insomma una navigazionetra la probabilità dei numeriche è perfino difficile etichettare come a vista e la peggiore che l’Italia poteva avere nella suo relazionarsi con i mercati
I governi tecnico-emergenziali hanno inferto al paese una recessione ben più dura di quanto avessero stimato e comunicato e, purtroppo, senza porre le basi per una sana e robusta ripresa di medio termine, avendo rinunciato a fare le riforme meno facili dei mercati troppo regolamentati. La scusa dell’emergenza non può più da sola bastare a giustificare politiche economiche che sanno soltanto accentuare la negatività del ciclo, altrimenti la previsione dell’andamento del Pil 2014 resta un mestiere da maghi e per esperti di oroscopi.