La mappa dell’inquinamento atmosferico e marino nel mondo: i paesi più a rischio

L’avvelenamento di aria e acqua ha un impatto devastante sulle nostre vite: secondo l’OMS causa 12 milioni di morti l’anno. Ecco la mappa dell’inquinamento mondiale e i paesi più a rischio.
L’inquinamento uccide oltre 12 milioni di persone all’anno. È la peste bubbonica del nuovo millennio, ammazza in silenzio, colpendo grandi e piccini indistintamente.
Flavia Bustreo, Vice Direttore Generale dell’OMS per la Salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini è stata chiara:
“Se i Paesi non intraprendono al più presto azioni volte a migliorare le condizioni dell’ambiente in cui si vive e si lavora, in milioni continueranno ad ammalarsi e a morire prematuramente”.
12 milioni di morti l’anno a causa dell’inquinamento di aria, acqua e suolo rappresentano un numero spaventoso. Per darvi un’idea: il temutissimo terrorismo islamico dal 1995 a oggi ha registrato “appena” 165mila morti.
LA MAPPA MONDIALE DELL’INQUINAMENTO DELL’ARIA
Grazie al World Air Quality Index (WAQI) project possiamo visualizzare l’inquinamento atmosferico in tempo reale, che prende in considerazione i valori di PM10 e PM2.5.
Queste particelle sono estremamente pericolose per la salute umana perché comprendono sostanze inquinanti come solfati, nitrati e nero di carbonio, che penetrano in profondità nei polmoni e nel sistema cardiovascolare.
Il progetto WAQI si basa sulle informazioni fornite da 8.000 stazioni governative per la misurazione della qualità dell’aria.
Nonostante la mappatura non sia completa – comprende circa 1.000 città e alcune zone del mondo non risultano ancora censite –è comunque un ottimo punto di partenza per identificare le aree più a rischio.
Per il calcolo dei dati si utilizza lo stesso indice di qualità dell’aria (AQI) dell’Agenzia di Protezione Ambientale statunitense (EPA): al di sotto di 50 AQI (verde), la zona è considerata sicura.
LA MAPPA MONDIALE DELL’INQUINAMENTO DELL’ACQUA
Partiamo da un dato: il 90% dei beni che possediamo ci arriva via nave.

È il mercato globale, bellezza. Che ha il pregio di calmierare i prezzi al ribasso ma accidenti se inquina.
Le grandi navi che trasportano tonnellate di merce da est a ovest, e viceversa, solcano i mari lasciandosi dietro una scia rossa di materiale inquinante.
Questo grafico è stata realizzata dal World Ocean Council, ente internazionale non governativo che ha l’obiettivo di proteggere l’ecosistema marino.
Come si può facilmente notare gli oceani che toccano Usa, Europa e Asia sono le zone rosse, quelle più inquinate e a maggior impatto ambientale.
Ovviamente, la colpa di questo disastro non è attribuibile solo al trasporto merci marittimo ma anche alle attività dell’uomo sulla terra ferma.
Petrolio, fertilizzanti, acque reflue, rifiuti chimici, immondizia varia: tutto finisce nelle acque dei nostri mari, denuncia il WWF. E di conseguenza danneggia la nostra salute, visto che il pesce che mangiamo è contaminato e l’acqua in cui facciamo il bagno d’estate è inquinata.
Qual è la più grande fonte di inquinamento nel mare?
A questa domanda risponde in maniera netta ed inequivocabile il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti:
“La maggior parte comincia sulla terra”.
“L’ottanta per cento di inquinamento per l’ambiente marino proviene dalla terra: fosse settiche, automobili, camion, barche, oltre a fonti più grandi, come le aziende agricole, allevamenti e aree forestali”.
Queste fonti contaminanti rilasciano sulla terra, ogni singolo giorno, fattori altamente pericolosi come pesticidi, fertilizzanti agricoli, oli per motori e via dicendo.
Tutto, ma proprio tutto, finisce nei nostri mari, accompagnato dalla pioggia, sospinto dai fiumi, soffiato dal vento.
“Una parte dell’inquinamento marino è causato dall’inquinamento atmosferico che si deposita nei corsi d’acqua e negli oceani, danneggiando pesci e fauna selvatica”.
E torniamo al discorso su ciò che finisce nei nostri piatti.
COSA FARE? IL VIDEO VIRALE

Possiamo partire dalle piccole cose, ad esempio dal riciclo della plastica, che se fosse applicato applicato da ognuno di noi, su larga scala, produrrebbe un notevole beneficio alla salute dei nostri mari.
Questo video ci illuminerà nel percorso verso un mondo migliore.