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WATERGATE MOLISE/ 16 ottobre 2011 – 16 ottobre 2012: l’anno zero del Molise. Cosa accadrà?

Tra poco meno di 24 ore i molisani sapranno di che morte morire. Domani il Consiglio di Stato si esprimerà in merito al giudizio del Tar Molise del 17 maggio che di fatto andava ad annullare le consultazioni regionali dello scorso 16 ottobre 2011. Domani sapremo se i molisani dovranno farsi l’ennesimo vaccino contro la iorite oppure dovranno accollarsi l’ennesima influenza elettorale. Ventiquattro ore o poco più di attesa e poi tutto sarà cristallino. Ma come e perchè si è arrivati a questo D-day? Cosa succederà nel Day-After?

di Alessandro Corroppoli

Tutto ebbe inizio nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 2011 quando durante la conta delle schede, intorno alle 2 del mattino un misterioso blackout blocca il conteggio: gli schermi con numeri e simboli spariscono, l’aggiornamento si ferma. Michele Iorio fino a quel momento era in passivo nei confronti dello sfidante Paolo Frattura. A correre in suo aiuto un improvviso quanto misterioso blackout, durato circa un’ora,  durante il quale  non fu reso noto nessun dato ufficiale e alla ripresa l’inversione di tendenza fu brusca e fulminea. Infatti, i circa 3000 voti di vantaggio dello sfidante erano diventati un meno 1200. Cosa sia successo davvero in quei 60 minuti ancora oggi è un mistero ma da quell’interminabile nottata uscì vincitore Michele Iorio. Per il centrosinistra (solo) mille dubbi che hanno accompagnato la sconfitta. Dubbi  che sono finiti nero su bianco e presentati sotto forma di ricorso elettorale al Tar del Molise.

Il massimo organo giudiziario regionale ha dato ragione ai legali di Frattura dichiarando il 17 maggio le consultazioni dell’ottobre 2011 nulle. Troppi vizi di forma e irregolarità hanno accompagnato la presentazione delle liste e la successiva rocambolesca scalata vittoriosa alla poltrona di governatore di Michele Iorio. 17 ottobre 2011 -17 maggio 2012. Sette mesi di botta e risposta a mezzo stampa su chi avesse torto o ragione, su chi avesse veramente a cuore gli interessi dei molisani. Passa solo qualche settimana e i legali di Michele Iorio inoltrano il loro ricorso presso il Consiglio di Stato, il massimo e ultimo organo giudicante.

Il tutto mentre il Molise e i molisani vivono il loro anno zero con undici anni di ritardo: aziende che chiudono in successione, tasso di disoccupazione che arriva al 10.5%, servizi sempre più scadenti e viabilità ferma al palo. Arriva l’estate. Non solo bella stagione, sole, mare e un po’ di relax. In Molise anche campagna saccarifera che non parte e che quando parte si ferma subito (pochi ettari coltivati e 27 operai esodati mettono in risalto le anomalie della NewCo di Alfieri) e  quella del pomodoro che va in malora per il caldo e, soprattutto, per la mancanza di aziende regionali di trasformazione del prodotto (il conservificio del Molise grazie alla gestione Perna è durato il tempo della chiusura di una saracinesca).  Tutto questo è stato il passato. Ma ora, a poche ore dal giudizio finale, una e una sola è la domanda: chi vincerà? Chi tornerà a casa con la coda tra le gambe? Terminerà un’era che nel bene e nel male ha per sempre segnato la storia di questa regione? Non lo sappiamo, ma possiamo ipotizzare il comportamento dei due schieramenti politici a seconda di come il Consiglio di Stato si pronuncerà. Due son i possibili verdetti: a) Conferma del giudizio espresso dal Tar Molise, ovvero elezioni annullate e ritorno alle urne; b) Ribaltamento del giudizio del Tar Molise e conseguente conferma della vittoria di Michele Iorio.  

 

a) Elezioni annullate. Si torna al voto

    È l’ipotesi più probabile, stando ai rumors che arrivano da ambo gli schieramenti, ma non la più scontata.  È importante tener presente che son tre le possibili varianti con cui i giudizi del Consiglio di Stato possono far tornare al voto i molisani. Il primo è quello di mandar allo scontro solo i candidati Presidenti. Il secondo è quello di far tornare al voto tutte le compagini così come si sono presentate lo scorso 16 ottobre. La terza è quella di far tornare alle urne i molisani dando la possibilità ai politici regionali di riassettare tutto e ripartire con forze nuove e fresche. Se nei primi due casi ogni commento e analisi diventano superflui, sulla terza ipotesi bisogna soffermarsi un attimo. Infatti con questa soluzione si aprirebbero scenari futuri nuovi. Vediamo quali.

    Qui centrosinistra – Sicuramente sarà la parte politica più festosa da un tale pronunciamento ma anche quella con più problemi. La scesa in campo di Paolo Frattura, nonostante la schiacciante vittoria alle primarie, è accompagnata un giorno sì e l’atro pure da continue polemiche. Il più agguerrito è sicuramente il leader di Costruire Democrazia, Massimo Romano, che sin dal primo giorno non ha accettato l’architetto campobassano come leader di coalizione. Le sue prese di posizione, in merito a Zuccherificio o Solagrital ad esempio, vanno in direzione opposta a quelle di Frattura e della maggioranza del centrosinistra. Maggioranza che, anche prescindendo da Romano, non è scevra al suo interno da divisioni. Come non ricordare il voto contrario di Salvatore Ciocca (Federazione della Sinistra) in merito alla riduzione del numero dei consiglieri regionali?  La navigazione in solitaria del consigliere Michele Petraroia? A tutto questo si somma il cerchiobottismo del Partito Democratico e in particolare del suo segretario regionale Danilo Leva: da un lato conferma Frattura leader, dall’altro annuncia le primarie per la scelta del candidato Presidente. Dove è la coerenza? Senza dimenticarci la diversità di veduta che i due hanno in merito ad una possibile, eventuale alleanza con l’Udc.

    Tracciando una prima sommaria conclusione ad oggi il centrosinistra molisano è diviso in due. Da un lato Frattura sostenuto in primis da Itala dei Valori e Partito Democratico e dall’altro Massimo Romano, il quale respinto in successione da Sel e Rottamatori renziani, ha due possibilità per andare avanti e non scomparire. La prima che vengano indette le primarie regionali, parteciparvi e vincerle per essere il candidato governatore per l’intera coalizione. La seconda cercare di creare un polo, cosa a cui da un po’ di tempo a questa parte si sta dedicando, in cui possano confluire i vari delusi di ambo gli schieramenti.

    Qui centrodestra – Per il centrodestra molisano sarebbe un colpo più che mortale la conferma del ritorno alle urne, specie dopo la sconfitta alle amministrative del maggio scorso al comune di Isernia. Però, Michele Iorio ancora oggi, nonostante gli anni di logorio e del fisiologico declino di popolarità, è l’uomo forte della coalizione. Gli ultimi mesi sono stati contrassegnati da forti malumori ed esternazioni poco piacevoli nei suoi confronti da parte di uomini politici che egli stesso ha  generato. L’esempio lampante è la presa di distanza, dal sistema amministrativo e di conseguenza dall’amministratore Iorio, di Gianfranco Vitagliano. Ma sulle spalle del governatore pesano anche i tanti processi e la condanna in primo grado per abuso d’ufficio nell’affaire Bain & Co. Chi guiderà il centrodestra allora? Ciononostante, ad oggi ancora una volta tutto ruota intorno alla volontà di giocare di Michele Iorio. Volontà in qualche modo già espressa in due situazioni. La prima dichiarando che se il Consiglio di Stato avesse annullato le consultazioni lui sarebbe pronto a rimettersi in gioco; la seconda convocando una prima riunione degli eletti a Palazzo Moffa escludendo i partiti. Ed è qui la possibile novità del centrodestra: più liste civiche a sostegno di Iorio (ad esempio da Forza Iorio a Per Iorio) e la ricandidatura di tutti gli eletti con meno peso specifico verso il suo partito di appartenenza, il Popolo della Libertà.

    Movimento 5 stelle – Tra i due litiganti potrebbe godere il Movimento 5 Stelle che sarebbe chiamato in primis a riconfermare la straordinaria performance dello scorso anno. Ma soprattutto potrebbe captare quel voto di protesta che si respira da troppo tempo. Senza tralasciare, peraltro, che avrebbe grosse possibilità di pescare, con molto più facilità dei partiti tradizionali, tra il popolo degli astensionisti che nelle ultime elezioni ha sfiorato il 40%. Certo anche i seguaci di Grillo hanno i loro problemi: sarà ancora Antonio Federico il front-man? Riusciranno ad avere una propria rappresentanza anche in provincia di Isernia? Ma soprattutto riusciranno a resistere alle sirene che provengono dal altri schieramenti politici che vogliono coinvolgerli in alleanze più che trasversali? Staremo a vedere.  

     

    b) Il Consiglio di Stato ribalta il giudizio del Tar Molise e incorona Michele Iorio Presidente.

      Stando alle voci di corridoio è la possibilità più remota, ma è (ancora) una concreta possibilità. Vediamo cosa comporterebbe tale decisione negli schieramenti politici regionali.

      Qui centrodestra – Ovviamente sarebbe una vittoria dagli esiti salutari per l’attuale maggioranza di Governo sotto diversi punti di vista. Riuscirebbe a mettere a tacere le tante voci che vorrebbero il governatore al capolinea e allo stesso tempo ricompatterebbe le file del centrodestra dando slancio ed una rinnovata fiducia all’azione di Governo. Azione di Governo che però potrebbe andare avanti passando attraverso un piccolo rimpasto di Giunta. Perché se è vero che una vittoria in Consiglio di Stato ricompatterebbe la maggioranza, allo stesso modo è pur vero che darebbe ancora più forza e centralità di potere a Michele Iorio che non esiterebbe a far fuori le pecore nere attualmente presenti in Giunta. Pensiamo a Gianfranco Vitagliano e Filoteo Di Sandro che potrebbero essere sostituiti da Nicola Cavaliere e Riccardo Tamburro.

      Qui centrosinistra – Con la conferma di Iorio Presidente il centrosinistra sarebbe costretto suo malgrado a fare ancora opposizione. Tre i casi più scottanti che si andrebbero a creare: primarie, Paolo Frattura e Massimo Romano. Le primarie regionali per la scelta del leader non verrebbero più indette, mentre quelle nazionali diverrebbero un primo vero assaggio dello scontro regionale del prossimo anno (al congresso del Pd). I vecchi del Partito democratico – Leva, Totaro, Petraroia, Massa, D’Alete – contro i nuoviMicaela Fanelli su tutti. Insomma, il rischio è che proprio con la sentenza di domani anche Danilo Leva possa giocarsi il suo futuro come segretario regionale Pd. Non solo: Paolo Frattura continuerà a fare opposizione  in seno al consiglio regionale oppure abdicherà al ruolo? L’architetto ha sempre tenuto a precisare che avrebbe dato seguito al mandato conferitogli dagli elettori, ma voci che lo vorrebbero in Parlamento sono sempre più forti e pressanti. Qualunque scelta faccia, il risultato sarà solo uno: Frattura tra quattro anni non sarebbe più il candidato ideale per il centrosinistra. Il più felice  di tale decisione sarebbe Massimo Romano il quale avrebbe più tempo per consolidarsi nel territorio, continuare a fare un’opposizione precisa e puntuale e puntare alla leadership della coalizione alle prossime regionali.