Jobs Act, la conferma da brividi: “Licenziamenti facili anche per gli statali”. Ecco i dettagli
Il renziano Pietro Ichino ha confermato ad Affaritaliani.it quello che milioni di statali si stanno chiedendo in queste ore: “La nuova disciplina dei licenziamenti sarà applicabile anche nel settore pubblico”, facendo riferimento all’applicazione del Jobs Act. Ecco tutti i dettagli.
Sgombriamo il campo da complottismi vari e diciamo subito che le dichiarazioni di Pietro Ichino non sono un attacco a Renzi anche perchè il senatore, che ora milita i SC per l’Italia, è un ex Pd e un renziano doc.
Ha partecipato alla Leopolda nel 2012 e sarebbe andato anche nel 2014, “se non avessi dovuto assistere mia moglie, reduce da una operazione”.
Ichino ha confermato le paure che attanagliano milioni di lavoratori statali da quando il Jobs Act è stato approvato, portando con sè i cosiddetti licenziamenti facili.
Le dichiarazioni rilasciate dal Senatore ad Affaritaliani.it sono inequivocabili: “Nella conferenza stampa del 29 dicembre il presidente del Consiglio per prima cosa ha confermato di avere lui stesso deciso la soppressione, nel testo del decreto sul contratto a tutele crescenti, del comma 3 dell’articolo 1, che mirava a escludere l’applicazione della nuova disciplina anche nel settore pubblico. Se questa scelta del Governo verrà confermata a gennaio in seconda lettura, dunque, la nuova disciplina dei licenziamenti sarà applicabile anche nel settore pubblico.”
Chiarissimo. Se non bastasse Ichino ha fornito ulteriori precisazioni: “Il Presidente del Consiglio ha poi affermato che la questione dovrà essere affrontata anche nel disegno di legge Madia per la riforma delle amministrazioni pubbliche. Ci sono infatti degli ottimi motivi per prevedere delle regole di governance interna agli enti pubblici, in particolare disposizioni sul modo in cui la facoltà di recesso dal rapporto di lavoro deve essere esercitata in questi enti.
Come accade nei public bodies anglosassoni, dove il licenziamento non può essere deciso da un singolo dirigente, ma soltanto da un organo collegiale.”
E poi la chiosa finale.
“Si tratta”, dice Ichino, “di norme riguardanti l’organizzazione interna dell’ente. La disciplina generale della materia nel settore pubblico può benissimo essere – come è oggi – quella generale, che si applica a tutti i rapporti di lavoro“.