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Primarie Molise/ PROVVEDIMENTI ANTI CASTA: i 5 candidati a confronto

I cinque candidati del centrosinistra si confrontano sui provvedimenti anti casta e rispondono secondo quello che è il programma che intendono realizzare.

5) Ritiene sostenibile l’attuale situazione di circa 800 dipendenti regionali, un centinaio di dirigenti, senza contare le decine di consulenze e gli enti strumentali e partecipati? Se la sente di condividere l’idea di una forte cura dimagrante degli organici regionali, che potrebbero ben gestirsi con non più di 500 dipendenti e massimo 10 dirigenti, introducendo opportune innovazioni tecnologiche nella gestione della stessa?

 

NICOLA D’ASCANIO

Per brevità rimando agli esempi realizzati in Provincia, dove c’è stata una compatibile riduzione del numero dei dirigenti e nessuna assunzione di consulenti. Ritengo,anzi,che molti dirigenti e funzionari regionali posseggano le competenze necessarie per fare molto meglio di quanto facciano attualmente gli innumerevoli consulenti di Iorio. Fermo restando che la Regione deve creare occupazione e non disoccupazione, c’e bisogno, senza dubbio, di riorganizzare l’apparato burocratico in stretta connessione con il riordino degli uffici. Sono anche necessari una nuova impostazione legislativa (testi unici) ed un serio progetto di autoriforma. Gli eventuali eccedentari non verranno rimpiazzati, mediante blocco del turn – over.

 

 

ANTONIO D’AMBROSIO

Si, è opportuno e auspicabile. È un dovere. Bisogna, però, investire sulla formazione del personale non solo sulla tecnologia. Bisogna realizzare aggiornamenti e corsi di formazione. C’è una mia legge sulla scuola della pubblica amministrazione in Molise proprio per risolvere questo problema. Una legge che, però, non è mai stata fatta partire.

 

 

PAOLO DI LAURA FRATTURA

La macchina amministrativa richiede di certo una “cura dimagrante” non solo relativamente al rapporto, sbilanciato, tra dirigenti e numero di dipendenti, ma anche ad un troppo frequente e facile utilizzo di ulteriori incarichi esterni, con funzioni dirigenziali, che sviliscono le professionalità interne e aggravano il bilancio di ulteriori oneri.

I dirigenti e gli organi amministrativi dovranno essere valutati, misurati, incentivati, e ove necessario per i dirigenti rimossi, sulla base dei risultati, soppiantando la pessima pratica del mercimonio elettorale.

Tanti e diversi possono essere gli interventi per “snellire” la macchina regionale.

L’innovazione tecnologica, ad esempio mediante la digitalizzazione dei servizi al cittadino,  l’uso di strumenti di gestione interna dei documenti e della telefonia digitale, consente sicuri e concreti risparmi con il vantaggio di rendere più semplice e trasparente il rapporto tra il cittadino e la macchina amministrativa.

 

 

MICHELE PETRAROIA

Il Molise ha bisogno di un riordino istituzionale drastico. Vanno eliminate, soppresse e accorpate una serie di Agenzie, Enti, Consorzi e Istituti per semplificare il rapporto tra il cittadino e la pubblica amministrazione, ridurre i costi della politica e evitare appesantimenti burocratici inutili. L’informatizzazione e la digitalizzazione della Regione può aiutare a recuperare efficienza, rapidità e economicità gestionale. La riorganizzazione del personale è irrinviabile per assicurare la valorizzazione delle competenze interne ed evitare assurde duplicazioni di costi con consulenze esterne che umiliano i dipendenti diretti e la dirigenza. Per migliorare la funzionalità della macchina regionale và riconosciuto il merito con procedure selettive trasparenti e concorsi pubblici che pongono termine a metodi clientelari obsoleti e discriminatori.

 

 

MASSIMO ROMANO

E che facciamo licenziamo 500 dipendenti? Inventiamo un nuovo statuto dei lavoratori? Occorre introdurre criteri meritocratici nel pubblico impiego, a partire dal ripristino dei concorsi per accedere nella P.A. Poi è chiaro che le strutture amministrative vanno razionalizzate: per questo ho proposto la soppressione degli enti con relativo trasferimento di funzioni amministrative e risorse umane.

 

6) La classe politica regionale protesta contro le recenti scelte del Governo su province e comuni di piccole dimensioni. Ma se le casse dei comuni sono sempre più esigue e da almeno 20 anni si vede il pericolo dell’estinzione a che serve scandalizzarsi? Non è meglio porsi seriamente il tema degli accorpamenti dei comuni con un sistema premiale a chi lo attua prima e meglio?

 

NICOLA D’ASCANIO

La Costituzione ha già offerto ed offre strumenti efficaci per accorpare servizi, ridurre costi,creare economie di scala tra Enti associati. Si tratta di sviluppare questo processo,secondo principi di solidarietà e sussidiarietà. La perdita dell’entità istituzionale,invece,non ci priverebbe solo dell’identità,ma anche del presidio democratico che le istituzioni rappresentano sul territorio. Proviamo a immaginare quanto sarebbe facile la penetrazione delle organizzazioni criminali che operano con i rifiuti, ma anche di quelle più romantiche,che si limitano a svaligiare gli appartamenti. Verrebbe a mancare la sicurezza che il reticolato costituito dal presidio democratico garantisce.

 

 

ANTONIO D’AMBROSIO

Si.

 

PAOLO DI LAURA FRATTURA

Prendiamo spunto da un esempio virtuoso: l’amministrazione di Roccavivara. Il sindaco Domenico Di Lisa e la sua giunta hanno rinunciato all’indennità liberando quindi risorse destinabili alla gestione ordinaria del Comune.

Questo passo, responsabile e chiaro, dimostra che alcune soluzioni sono immediatamente disponibili e applicabili, senza attendere decreti nazionali: ciò rende evidente che nei piccoli comuni il tema da affrontare non è demagogicamente il costo della politica, ma, bensì, la gestione congiunta intercomunale dei servizi essenziali al cittadino a favore del miglioramento della qualità con una compartecipazione dei costi tra comuni.

Ad esempio il servizio  di raccolta e conferimento dei rifiuti, che costituisce uno degli oneri più elevati delle piccole amministrazioni, e l’organizzazione di un sistema raccolta differenziata intercomunale come opportunità da cogliere ed incentivare.

Altro esempio è la ridistribuzione razionale sul territorio dei poli scolastici comunali, evitando il fenomeno delle pluriclasse; la creazione di uffici tecnici intercomunali mediante piccoli centri progettuali di qualità , la creazione di strutture uniche di acquisto per le utilities di base (energia elettrica e gas), l’attivazione di una mobilità sostenibile intercomunale integrata con i servizi extraurbani.

 

 

MICHELE PETRAROIA

La strada da percorrere è quella del rigore, dell’austerità e della serietà. Superate le comunità montane i nostri piccoli centri vanno incentivati concretamente a mettersi insieme, a unirsi per gestire i servizi, le scuole, i trasporti, gli anziani e l’assistenza alle fasce deboli. Questo disegno può recuperare l’antichissima organizzazione in circondari con un ristretto numero di comuni più piccoli che gravitano intorno ad un centro più grande. Con un provvedimento specifico saremo in grado di eliminare le sovrastrutture burocratiche senza penalizzare eccessivamente la qualità dei servizi pubblici offerti ai cittadini.

 

 

MASSIMO ROMANO

Penso all’accorpamento dei comuni non come enti ma come funzioni pubblici e servizi pubblici. Non solo rifiuti, ma anche poli scolastici,  trasporti e servizi sociali.

 

 

 

10) Tra annessi e connessi un consigliere regionale incassa mensilmente non meno di 11.000 – 12.000 euro. Qual è il compenso giusto a Suo parere? Si impegna formalmente a sostenere una riduzione dei costi della politica ad iniziare dalla sua indennità di consigliere regionale, senza rifugiarsi in concetti fumosi e giri di parole? O è un tema troppo qualunquista?

 

NICOLA D’ASCANIO

La terna non è qualunquista,mi impegno formalmente e senza reticenze. Per quanto riguarda il compenso,nella fase che viviamo,penso che non dovrebbe discostarsi molto dal salario di un metalmeccanico.

 

ANTONIO D’AMBROSIO

Modificare la legge di parificazione degli assessori esterni e ridurre il numero dei consiglieri. Bisogna anche togliere la parte delle indennità che riguardano i servizi autonomi e metterli a disposizione del consiglio. Il tutto attraverso una gestione unitaria di una serie di servizi. In questo modo già si riduce del 50% il costo della politica.

 

PAOLO DI LAURA FRATTURA

Penso sia corretto approvare nei primi giorni della nuova legislatura una sensibile riduzione degli emolumenti in tutte le loro articolazioni.

E’ utile partire dal dato che pone i consiglieri regionali molisani al 5° posto e il presidente della giunta al 6° posto per emolumenti nella classifica delle 20 regioni italiane. Per una volta vorremmo essere agli ultimi posti insieme a Piemonte e Umbria che corrispondono agli amministratori regionali importi del 40-45% rispetto ai colleghi molisani.

Un impegno che consentirebbe di dare un segnale importante e rafforzare l’impegno ad una politica vissuta come servizio e non come conseguimento di una posizione di potere.

Un tema qualunquista? Altro che qualunquismo, sono concetti – e valori! – su cui si è costruita la democrazia.

Credo però che oltre agli emolumenti dei consiglieri occorra ridurre alcuni privilegi e strumenti poco trasparenti che consentono a gruppi partitici di avere accesso a risorse per il pagamento, non rendicontato, di portaborse e collaboratori.

 

 

MICHELE PETRAROIA

Tra i primi atti della legislatura ricordo che sono stato tra i pochi firmatari della proposta di legge regionale per dimezzare le indennità e resto sconcertato dall’insensibilità dimostrata dalla maggioranza su una simile questione. A gennaio ho proposto e fatto approvare un collegato alla manovra finanziaria regionale 2011 e alla legge annuale di bilancio che obbliga a ridurre auto blu, consulenze, fitti, sprechi e prebende. La scorsa settimana ho inoltrato una nota ufficiale al Presidente Iorio e per conoscenza al Ministro degli Interni Maroni per recepire entro il 31 agosto l’art. 14 del Decreto Legge 138/2011 che riduce i consiglieri da 30 a 20, gli assessori da 8 a 4, taglia le indennità e le lega alle presenze effettive. Constato che ad oggi il Presidente non ha risposto ed altri esponenti della destra mi attaccano perché ho avanzato una simile proposta di buonsenso. Sono pronto a riconfermare questo impegno come ho ricordato in una recente nota di risposta all’Italia dei Valori che poneva questo elemento a base di un’intesa programmatica unitaria del centrosinistra.

 

 

MASSIMO ROMANO

Ho proposto, come primo atto istituzionale, la riduzione dei compensi dei consiglieri regionali. Andate a chiedere a Molise Civile dov’è finita quella proposta di legge. Nel mio programma è scritto a chiare lettere: chi si candida con me si impegna ad adeguare la retribuzione dei consiglieri ad un salario medio da lavoro dipendente. Chi non accetta, si accomodi ad elemosinare la candidatura a Iorio.