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Il “petrolio bianco” del Molise: mozzarelle contraffatte

Mozzarelle prodotte con latte congelato, proveniente dai Paesi dell’Est, spacciate per Dop e quindi vendute a prezzo pieno. Nel mirino dell’inchiesta bis condotta dalla Procura di Napoli ci sono caseifici campani, siciliani, emiliani ma anche molisani, coinvolti in giri di guadagni che ruotano attorno a finte ‘bufale Dop’.

di Maria Cristina Giovannitti

Nella storia delle ‘mozzarelle della camorra’ di bianco candido c’è solo il colore della mozzarella. Il resto è nero pece come il colore della truffa e del danno al consumatore. Gli avvenimenti risalgono al 2008-2009. L’inchiesta bis dalla Procura di Napoli sulla grande truffa del nuovo ‘petrolio bianco’ coinvolge ben 28 caseifici di Campania, Emilia Romagna e Sicilia. Ma anche del Molise, non immune a questa filiera di illegalità

Il problema nasce dal marchio Dop – denominazione d’origine protetta che certifica l’alta qualità del prodotto ed è una garanzia per il consumatore, consapevole che ciò che ha acquistato costa molto perché genuino. Lo stesso vale per le mozzarelle di bufala: se i caseifici producono latticini dop devono necessariamente usare latte sempre fresco e proveniente dalle zone di Caserta, Salerno, Latina e Frosinone. In teoria così dovrebbe essere, in pratica non lo è. Da anni ormai è stato scoperto dagli imprenditori e produttori caseari il nuovo guadagno che ruota intorno ai latticini.

In particolare, il perno è rappresentato dalle mozzarelle di bufala campana, e così è cominciata la maxi frode. Hanno spacciato bufale per Dop, vendendole a prezzo pieno, perché prodotto genuino e di qualità. In realtà, hanno utilizzato latte congelato, proveniente dai Paesi dell’Est, Lituania, Estonia, Polonia, ed acquistato dai titolari a un prezzo minore. Per chi era il guadagno? Semplice: per gli imprenditori e clan camorristici.

I reati contestati dalla Procura di Napoli sono infatti frode, violazione del marchio Dop e aggravante per favoreggiamento della camorra. Intanto, ben 28 caseifici entrano nella lista nera della truffa e della frode, tra cui anche tre caseifici della provincia di Campobasso e di Isernia, aspettando il Riesame del 17 ottobre.