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ELVIO CARUGNO/ Scena muta davanti al giudice. L’amante lo chiamava “meo amor”, lui le mandava soldi della regione

«E’ troppo sconvolto, non può rispondere ai giudici». E’ stata questa la dichiarazione lapidaria dell’avvocato difensore di Elvio Carugno, Antonello Veneziano. Il dirigente regionale passerà la Pasqua in carcere. Soltanto nella prossima settimana il legale presenterà la richiesta di scarcerazione al gip. Novità scottanti sulle intercettazioni. La donna venezuelana destinataria di gran parte del denaro rubato alla Sprint Molise apostrofava Carugno con la frase “Meo amor”. Veneziano, all’uscita dal carcere, butta acqua sul fuoco. «In Venezuela questa cosa si dice pure agli amici. La famiglia non ne sapeva nulla e potrebbe non aver letto l’ordinanza di custodia cautelare».

di Viviana Pizzi

Negli anni che vanno dal 2010 al 2012 si è fatto conoscere da chi lo intercettava per la sua sicurezza e la sua voglia di dimostrarsi grande. Trecentomila euro ha dispensato alla sua amica venezuelana senza che la sua famiglia avesse mai sospettato nulla. Moglie e figli sono ancora sotto choc per quanto accaduto. Oltre a passare la Pasqua senza il capofamiglia Elvio Carugno devono confrontarsi con la durissima realtà che li ha sconvolti. La presenza di un’altra donna nella vita del funzionario regionale 64enne. E la sua voglia di dimostrarsi un uomo potente a tutti i costi. Fino a rubare dalle casse del progetto “Sprint Molise” circa 300mila euro.

Con un’azione continuata nel tempo e studiata nei minimi particolari come emerge anche dall’ordinanza di custodia cautelare firmata ieri dal gip Libera Maria Rosaria Rinaldi e chiesta dal pm Fabio Papa che indagava su di lui dal 2010, dal momento in cui aveva drizzato le antenne sul personaggio coinvolto anche nell’inchiesta sullo Zuccherificio del Molise. Una frase pronunciata dalla donna venezuelana ha scatenato l’impossibile nella mente degli investigatori. La donna si è rivolta a Carugno durante un’intercettazione chiamandolo “meo amor”.

L’avvocato difensore Antonello Veneziano su questo argomento ha tentato di minimizzare. “E’ una frase che in quei paesi si usa anche nei confronti degli amici – ha sottolineato al termine dell’interrogatorio di garanzia – su questo aspetto della cosa non ci siamo soffermati tantissimo. Non so nemmeno se la sua famiglia sia al corrente di questa storia fino in fondo. Non so se hanno letto le pagine dell’ordinanza di custodia cautelare”.  Il confronto col gip Rinaldi è avvenuto nella giornata di oggi. Il legale, dopo aver parlato con Carugno, ha valutato il comportamento da adottare: silenzio assoluto. Il dirigente regionale ha deciso di non rispondere alle domande del giudicem, non aggiungendo nient’altro a quanto già scritto nell’ordinanza di custodia cautelare. La famiglia avrà tempo per abituarsi a questa nuova figura di Carugno, visto che trascorrerà di sicuro una settimana dietro alle sbarre del carcere di Campobasso.

«Per il momento – ha aggiunto l’avvocato Antonello Veneziano – non ho presentato alcuna richiesta di sostituzione di misura cautelare, lo farò subito dopo Pasqua sempre al giudice per le indagini preliminari che avrà modo di valutare quanto accaduto. Resto però convinto che l’arresto in carcere per pericolo di fuga in Venezuela sia una misura eccessiva nei confronti di chi è rimasto totalmente sconvolto dal suo arresto».

Dall’ordinanza di custodia cautelare emerge però anche un altro aspetto della vicenda. Il denaro sottratto a Sprint Molise è stato in parte destinato a una società liquidatrice che fa capo a Remo Perna, il socio privato dello Zuccherificio del Molise favorito nell’acquisto delle quote della famiglia Tesi.

Ma l’avvocato Veneziano torna a sottolineare che le due inchieste (Zuccherificio e peculato) sono slegate tra loro. Sul fronte investigativo  pm e finanzieri stanno ancora indagando per cercare nuovi elementi d’accusa nei confronti di Carugno. Non si escludono in tal senso importanti sviluppi già nei prossimi giorni che potrebbero coinvolgere anche altri colletti bianchi della Regione Molise.