FILOTEO DI SANDRO/ L’inutile Assessore alla sanità molisana che ignora i malati di Sla
di Carlo Flai
“Un uomo, un perché” era la fortunata rubrica del primo “Mai Dire Gol” che dileggiava con filmati di discorsi e dichiarazioni incongruenti, contorti o semplicemente strampalati personalità del calcio e dello sport. Con l’inutile assessore alla sanità molisana, Filoteo Di Sandro (in quota Pdl), non c’è nemmeno bisogno di scomodare la Gialappa’s Band. Si dileggia da solo.
Come quando, al primo giorno di scuola, vale a dire quando si è inaugurata la Giunta Iorio Ter, si presenta con una giacca a quadri scozzese. Annunciando al mondo le sue qualità: totale mancanza di sobrietà, totale mancanza di stile, totale incapacità di comprendere il senso delle cose (e quindi della vita).
Tutti aspetti più o meno irrilevanti, se non fosse che di fronte ad un’emergenza impellente – c’era in gioco la vita o la morte di una persona – l’esimio assessore ha palesato tutta la sua inutilità (e pericolosità) nell’occupare un posto di rilievo nel Governo regionale.
Da qualche giorno ci stiamo occupando di una questione che ci sta molto a cuore, quella di Palmina Giannini, “che ha colpito tutti: un marito costantemente legato a macchinari, dal respiratore fino alla macchina per alimentarlo. Avrebbe diritto, in quanto malato terminale, ad un generatore d’emergenza, ma nessuno continua a darle ascolto(….) «Oggi (ieri, ndr) alle dieci e mezza è uscito. È di nuovo a casa. Ma io sono ancora senza generatore d’emergenza, sebbene mi spetti di diritto». Il dramma per Palmina e suo marito Vincenzo, malato di Sla e reduce da un intervento per un calcinoma all’intestino, non è ancora finito. Nonostante la nostra segnalazione, tutto tace dal mondo delle istituzioni (….) La vicenda, come abbiamo avuto modo di documentare, ha dell’incredibile. Tutto comincia alle quindici di venerdì tre febbraio. Trentuno ore di blackout che avrebbero condannato Vincenzo, se sua moglie non avesse avuto la freddezza di portarlo alla Neuromed: «Pensi – come ci aveva confessato solo alcuni giorni fa – quando sono venuti a prendere mio marito era rimasta, nella zona del ventilatore (la macchina che lo fa respirare, ndr) che segnala l’autonomia della macchina, una sola tacchetta. Questa mattina ho saputo che una tacchetta corrisponde grossomodo a venti minuti, un quarto d’ora».
Detto brutalmente, altri venti minuti e Vincenzo sarebbe morto.
A quel punto, venuti a conoscenza del dramma che Palmina e Vincenzo, residenti a Venafro, stavano vivendo – per di più in uno stato di isolamento mediatico e istituzionale (il che fa soffrire ancora di più) – ci siamo mossi contattando e sollecitando la più alta autorità regionale in materia sanitaria: l’assessore Filoteo Di Sandro.
«Ci sono regole ben precise, verso le quali non si può derogare. Adesso io capisco la necessità della notizia a tutti i costi, ma non esageriamo.»
Questa l’assurda, sprezzante e miserabile dichiarazione di Filoteo Di Sandro, che di fronte alla tragedia di Palmina – il marito stava (e sta tuttora..) rischiando di morire – non ha trovato di meglio da blaterare. E se si fosse trattato di un parente dell’Assessore l’atteggiamento sarebbe stato così indifferente? O così rigido? Possibile mai che le “regole ben precise” valgano solo per gli altri e mai per sé stessi? Possibile che di fronte all’immensità della vita un uomo che si dichiara cristiano e cattolico praticante non sappia far altro che lavarsene le mani?
Del resto, cosa ci si può aspettare da un Assessore che non sa nemmeno quanti sono nella sua regione i malati di Sla bisognosi di un respiratore? «Saranno uno o due in tutto il Molise» è l’ennesima uscita a vuoto di Di Sandro: ce ne sono quattro nella sola Provincia di Isernia.
Ma il meglio di sé “un uomo, un perché” lo dà quando afferma che «sicuramente si risolverà il problema, basta avere un pò di pazienza». E se “quello” muore, aggiungiamo noi, vorrà dire che la pazienza non è infinita, vero Assessore?