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EOLICO SELVAGGIO/ Secondo il professor Rocco Cirino, ”il Molise un cimitero di pale”

I problemi che ruotano intorno agli impianti eolici sono molti e di natura diversa: quella che viene definita ‘energia pulita’ lede l’aspetto paesaggistico e morfologico, apporta inquinamento acustico, disagi per i cittadini e favorisce la speculazione della criminalità. Il professor Rocco Cirino ci racconta della sua lotta, insieme ad altri movimenti cittadini, contro impianti selvaggi e approvazioni regionali che, dice, “sfigurano i crinali del Molise e rendono questa terra un enorme cimitero di pale, sono dei veri cadaveri di metallo”.

 

di Maria Cristina Giovannitti

Il professor Rocco Cirino, presidente dell’AIIGAssociazione Italiana Insegnanti di Geografia sezione Molise è il portavoce di tutta quella fazione cittadina che si oppone agli impianti eolici. Il no alle pale eoliche, secondo Cirino, è per diversi motivi: l’installazione selvaggia si rivela in alcuni casi in contrasto con i valori paesaggistici espressi anche nell’articolo 9 della Costituzione che definisce il paesaggio un bene culturale da tutelare – “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione” – poiché non sempre le autorizzazioni rilasciate dalla Regione sono idonee i vincoli paesaggistici; sempre più spesso non vengono rispettate le distanze minime previste dalle leggi regionali ed in più la criminalità ha preso dominio di questi impianti tanto che è stato necessario far nascere anche la sezione molisana dell’Associazione Antimafia Antonino Caponnetto contro mafie ed illegalità di cui già abbiamo parlato.

 

Professor Cirino quanti impianti ci sono in Molise?

Tirando le somme in maniera generale diciamo che ben circa 60 Comuni molisani hanno dato l’ok all’eolico per cui il numero di torri si aggira intorno alle 500.

Quali sono i criteri per definire un territorio idoneo per gli impianti di pale eoliche?

Esistono linee guida nazionali e regionali. La Regione dovrebbe scegliere i territori più degradati, quelli in disuso perché non fertili per l’agricoltura e lontani dalle abitazioni. Per esempio in Germania per gli impianti eolici sono stati scelti aeroporti dismessi oppure la Puglia ha molti impianti ma non ci sono abitazioni nelle campagne, come invece succede qui in Molise. Per cui la Regione Molise prima di aver autorizzato questo boom di eolico selvaggio in Molise avrebbe dovuto soprattutto informare i cittadini sui pro e i contro perché, per esempio, molti contadini hanno venduto le loro terre – vista la crisi che vive l’agricoltur a– credendo di fare un affare e pentendosene subito dopo: si cedono terreni fertili che non saranno più riutilizzati. Il danno viene subìto anche dai proprietari che hanno terreni confinanti e che vedono il valore d’acquisto delle proprie terre ridursi a picco: chi costruirà mai accanto a delle torri così imponenti?

Perché è contrario alle energia eolica?

Per una serie di motivi: innanzitutto l’Italia non è una regione ventosa e questo tipo di impianti non danno lo stesso tipo di guadagno che possono dare, invece, nel nord Europa. Nella nostra Penisola – non a caso il Paese del sole – frutta molto di più l’energia solare. Inoltre le torri che vengono impiantate per misurare la ventosità di un crinale riportano dati poco attendibili perché questo tipo di studi dura solo sei mesi, troppo poco tempo per definire una zona idonea per l’eolico. Nonostante tutto la Regione Molise è molto propensa alle torri eoliche e così, avendo rilasciato autorizzazioni a go-go, non è stato considerato il grave danno paesaggistico che si fa alla nostra terra, allo scempio dei crinali, ai danni culturali, tant’è vero che tutelare il paesaggio è un dovere previsto nell’articolo 9 della Costituzione. In più non si rispettano neanche le distanze minime previste dalle leggi regionali per cui molti cittadini si ritrovano queste torri giganti a pochi metri dalle proprie case.

Che tipo di disagi hanno i cittadini che vivono a pochi metri dalle pale eoliche?

Sono danni enormi: insonnia, vertigini, spossatezza e destabilizzazione oltre al grave problema dell’inquinamento acustico. Insomma non è il massimo vivere accanto a delle torri alte circa 150 metri. L’Unione Europea dice che l’energia rinnovabile va fatta ma bisogna comunque investire anche su ristori e barriere che tutelino i cittadini cercando di attutire per loro i danni. Ma ovviamente in Molise questo tipo di formazione non esiste affatto, la nostra terra è diventata un cimitero di pale

Chi controlla questo tipo d’impiantistica selvaggia?

L’aspetto paesaggistico è controllato dall’Amministrazione Periferica del Ministero per i Beni e le Attività Culturali mentre la magistratura si muove ancora a rilento perché il problema eolico sta prendendo piede da pochi anni. Insieme all’Amministrazione dei Beni Culturali ci siamo noi cittadini che cerchiamo di fare opposizione con i nostri movimenti, ma è una lotta contro i mulini a vento, per rimanere in tema.  Delle volte bisogna muoversi con la forza come abbiamo fatto quando ci siamo recati in consiglio regionale: all’ordine del giorno c’era da discutere sul problema eolico e appena è cominciato il dibattito l’allora consigliere Adelmo Berardo ed altri hanno abbandonato l’aula. Ovviamente noi da cittadini abbiamo cercato di protestare, tanto che è arrivata anche la polizia e solo dopo molto sono rientrati in aula 19 consiglieri su 30 ed hanno votato, costituendosi parte civile. È chiaro, però, che bisogna pressarli per avere ciò che si vuole in Regione. Purtroppo in Molise esiste il problema culturale: nessuno ascolta i bisogni e le esigenze, le associazioni dei cittadini sono omissive di statuto e i politici se ne approfittano senza prendere decisioni a favore.

La politica come si approccia al problema eolico selvaggio?

I consiglieri regionali devono capire meglio quali sono gli obiettivi della Comunità Europea. Di tutti i politici della Regione, l’unico su cui possiamo contare perché fa veramente opposizione è Michele Petraroia. Devo dire, però, che il problema ambientale è sentito anche dal Movimento 5 stelle Molise tanto che proprio ultimamente ad un nostro incontro a S.Maria della Strada è venuto anche Antonio Federico. Purtroppo, però, restano ancora troppi i sindaci eolici, così li definisco.

E chi sono i sindaci pro eolico?

Sono molti, potrebbe sfuggirmi qualcuno. L’ex sindaco di Monacilioni Mario Giuseppe Martino – presidente e commissario straordinario della Comunità Montana Fortore Molisano – ci ha detto che è “inutile che andate girando tanto le pale le mettiamo dappertutto”; ricordo anche che a Monacilioni per anni si è svolta la ‘festa del vento’ in onore proprio delle pale eoliche; il sindaco di Frosolone, che è stata anche la prima area sperimentale in Italia; il sindaco di Ripabottoni che al tg1 disse “Aspetto che il presidente Michele Iorio mi dica dove piantare pale eoliche”, però intanto le aveva già piantate e tanti altri con tante altre situazioni paradossali. E parlando di assurdità, sottolineerei l’anomalia di Berardo mai diventato assessore come invece accade nelle altre regioni e diventato consigliere senza essere votato. Durante una riunione con i comitati l’ex sindaco di Matrice Michele Cirino invitò sempre a S. Maria della Strada il consigliere Berardo che sosteneva con convinzione il sì alle pale eoliche tanto che, animatisi gli animi, qualcuno disse: “Se ci tiene tanto alle pale se le impianti nel c…!” e fu così che andò via, abbandonando la riunione.

Chi guadagna sulle pale eoliche?

Il guadagno per i cittadini non c’è. Comune e Regione prendono dei soldi per questi impianti. Tutto funziona così: la società interessata alla realizzazione di un parco eolico individua le aree per l’installazione degli aerogeneratori, effettua l’iter e lo propone alla Regione, la quale rilascia l’autorizzazione. A questo punto il progetto autorizzato potrebbe essere anche rivenduto a centinaia di migliaia di euro ad altre imprese e così avviene la speculazione. Inoltre chi ci dice, con le varie infiltrazioni mafiose, che queste pale eoliche – che creano danni anche nel sottosuolo perché sotto ogni torre eolica ci sono almeno 20 pali di almeno 20 metri di profondità- non vengano usate come discariche per i rifiuti tossici? E’ un ipotesi da non trascurare.