DARIO MINIERI/ “Io una pokerstar? Conta solo vincere.”
Cos’è una supernova? Semplice: una stella che risplende in modo assolutamente eccezionale in seguito ad una fase esplosiva. Che c’entra con Dario Minieri? Primo: il suo soprannome è proprio Supernova. Secondo: come una supernova, Dario è una stella del poker mondiale, che brilla sempre più dopo i successi, l’esplosione, nel mondo del poker on line. “Una leggenda? Beh, leggenda magari no, ma posso dire di aver costruito la mia piccola carriera…”
di Federico Succi
Il piccolo mago del poker. Uno che come tanti altri player di spessore, prima di emergere al tavolo verde, si è fatto notare per i successi a Magic the Gathering, gioco di carte e strategia tra i più famosi e praticati di sempre.
“È stato molto utile iniziare con il Magic, per l’aiuto sui conti matematici e l’allenamento a rimanere concentrati tante ore nei tornei”, ci racconta Dario. Che prosegue:“ Un campione di quel gioco, David Williams, arrivò secondo alle World Series of Poker e fummo in molti a spostarci sul poker sognando i grandi eventi mondiali.”
Dario inizia la sua scalata molto presto, a 16 anni, quando si getta – come un felino sulla preda – nei tornei on line di Pokerstars.it. Il successo è pressoché immediato: vince, viene messo sotto contratto dal board e – grazie ai punti accumulati per le ore di gioco – si porta a casa una Porsche Cayman, messa in palio dal sito.
“Ecco perché mi chiamano Supernova: questo termine indicava uno statuts su Pokerstars, sono stato il primo a raggiungerlo e sbloccarlo.”
Nel 2006, a soli 21 anni, ottiene i primi grandi riconoscimenti arrivando a premio nel Main Event delle World Series of Poker e terzo all’European Poker Tour di Baden. È partita da lì la leggenda?
“Bèh, leggenda magari no, ma la mia piccola carriera sì.” Finta umiltà, perché il ragazzo ne ha fatta di strada da quando ha deciso di lasciare la facoltà di psicologia alla Sapienza e dedicarsi anime e core al poker sportivo.
Un braccialetto alle Wsop 2008, roba che altri ci metterebbero una vita per raggiungere certi risultati e invece lui ottiene questa “grandissima soddisfazione: ho sempre sognato di vincere un braccialetto, ma chi avrebbe mai detto che il sogno si sarebbe realizzato”. Un titolo Ept, 4 tavoli finali e diversi piazzamenti – oltre al braccialetto, naturalmente – è tanta roba per un ragazzo di appena 26 anni.
Romano e romanista sfegatato, cultore del tottismo, spesso sfoggia sciarponi giallorossi, per portare in mondovisione la sua fede calcistica e costruirsi il personaggio. Ci sa fare il pischello, gestisce bene fama e pressioni, sopporta le tensioni al tavolo e riesce in imprese epocali. Come quella volta con Doyle Brunson, che per poco non ci restava secco, e che contribuì notevolmente all’appeal mediatico del golden boy romano. Brunson vs Minieri, roba da non crederci…
“È stata un’emozione grandissima”, ci dice Dario, “e strana, perché quelle partite le ho sempre viste solo su Youtube e anche quello non è una cosa mi aspettavo sarebbe successa.”
Ecco, appunto, che i poveri mortali continuino a guardarle sul Tubo mediatico, solo a pochi eletti sarà permesso di raggiungere certe vette. “In questo gioco la fortuna non conta, o meglio, nel lungo periodo influisce davvero poco, mentre nel singolo torneo può avere un’importanza davvero rilevante”, chiarisce Minieri.
Che nonostante le smentite di rito riguardo alla tattica da lui utilizzata, un po’ il suo marchio di fabbrica, resta uno dei player più aggressivi che ci siano in giro. “Io penso che il miglior modo di giocare ad un tavolo sia quello di adattarsi agli avversari, senza avere pre tattiche”, racconta Minieri, che gioca a nascondino anche con noi. Troppo abituato ai bluff, troppo impegnato nell’interpretazione del Minieri poker-star, troppo tattico per essere credibile.
E invece l’aggressività al tavolo è, probabilmente, il suo punto di forza e allo stesso tempo il suo tallone d’Achille. Chissà se è proprio questo il motivo per cui da qualche tempo non ottiene grandi risultati. Ma lui ci tiene a precisare che “piuttosto ho mancato di concentrazione, spero di poter dimostrare di valere ancora qualcosa. Il mio sogno è di vincere il più possibile e di tornare ad alti livelli.”
Auguri, allora (ma si può dire?), in bocca al lupo (magari è ancora più sbagliato), insomma, faites vos jeux. Carta canta…