Venezia perde 40 milioni di euro in Palazzo Lumier. E il cittadino paga.
Una mossa sbagliata, quella della Giunta comunale veneta Orsoni, che ha investito senza indugi in Palais Lumier a Porto Marghera. Tra i tanti contrari Dario Fo, la filosofa Simona Weil e Marina Ripa di Meana che hanno scritto un appello al Presidente Napolitano. Eppure il Comune ha sborsato inutilmente 40 milioni di euro nel grattacielo di vetro: ma il progetto Lumier, voluto dall’imprenditore e stilista Pierre Cardin, non ‘s’adda fa’ per colpa dei troppi intoppi burocratici. I veneziani hanno perso i soldi mentre lo stilista francese, però, non perde il progetto.
Il grattacielo di vetro che sarebbe dovuto sorgere a Venezia entra nella lista di quelle opere fantasma italiane che, ancora prima di nascere, portano già dei costi gravosi e soprattutto inutili. Ovviamente a farne le spese sono, in questo caso i cittadini veneziani.
COME NASCE L’IDEA DI PALAIS LUMIER – Il progetto Palais Lumier è stato fortemente voluto da un privato e sostenuto, poi, economicamente dal pubblico che ne subisce i danni, come nelle più classiche delle storie all’italiana. La firma di Palazzo della Luce è dello stilista francese Pierre Cardin, di origine veneta. Il suo intento era quello di recuperare una zona dequalificata come quella del Porto Marghera, oggi abbandonata al degrado e alla mercé dei tossicodipendenti attraverso questo grattacielo di vetro alto 250 metri, con tre torri a forma di vela con uffici, residence e centri benessere. Un progetto dettagliato in ogni minimo particolare, illustrato nel sito che avrebbe reso Palais Lumiere un’opera d’arte ma anche di utilità per la città lagunare: una torre hi-tech simbolo della modernità e del recupero di una zona in dissesto. Così l’imprenditore Cardin voleva portare a Venezia una torre degna degli emirati arabi, per imponenza e per valore, ricevendo l’appoggio indiscusso della giunta comunale Orsini, nonostante i tanti contrari.
PALAZZO LUMIER, UNA TORRE DI «CINICA INDIFFERENZA PAESAGGISTICA» – L’ambizioso progetto di Cardin di ‘ripulire’ Venezia non è piaciuto a molti. Oltre ai vari comitati di ambientalisti e gruppi facebook o associazioni culturali – come Italia Nostra che ha parlato di: «oltraggio di Venezia» – sono contrari anche tanti intellettuali che si sono opposti ad una torre di 256 metri, un pugno nell’occhio per la laguna. All’unisono grandi nomi come Dario Fo – che ha pubblicato il suo dissenso anche sul blog ufficiale – oppure la filosofa Simona Weil e Marina Ripa di Meana. Tutti contro la «mastodontica torre» che renderebbe Venezia una nuova Dubai, evidente sinonimo dello «smarrimento culturale ed indice della cinica indifferenza al paesaggio di Venezia». Una protesta messa nero su bianco con un appello indirizzato al Presidente Giorgio Napolitano che, però, non ha evitato uno spreco di denaro pubblico risoltosi in una ‘bufala-Lumier’.
PALAIS LUMIER, PROGETTO BUFALA E 40 MILIONI DI EURO PERSI – Ancora prima di nascere, il Palazzo della Luce di Venezia è già un’opera fantasma. Lo annuncia il nipote di Pierre Cardin, progettista architettonico ed ingegnere Rodrigo Basilicati: in Italia ci sono troppi intoppi burocratici che ostacolano il progetto Lumier da ben due anni e così non si farà più nulla. Un dietro front che arriva inaspettato e che crea non pochi danni alla giunta Orsini. Il Comune di Venezia, tra concessioni ed investimenti anticipati ha già pagato al progetto di Pierre Cardin ben 40 milioni di euro decretando così il suo fallimento iniziale. In pratica per il progetto erano stati stanziati 22 milioni di euro detratti dal bilancio 2013 e in seguito 18 milioni di euro per il 2014. Una cifra da capogiro che pone il rischio di far sforare il Patto di Stabilità per il triennio 2013-2015 a Venezia. Si corre ai ripari e a pagarne le spese i veneziani: per recuperare i primi 22 milioni di euro sarà venduto il garage interrato in Piazza Candiani, nel cuore di Mestre, da 300 posti auto, e vari terreni edificabili. Il resto della cifra vedrà il Comune di Venezia costretto a vendersi il complesso della Ex Conterie Murano – alla quale era destinato già un progetto di riqualificazione – ed un appartamento in Costa Azzurra – donato all’amministrazione da un cittadino francese. Mentre la giunta Orsini cerca di salvare capre e cavoli svendendosi fino all’osso, lo stilista Cardin con i suoi buoni propositi di recupero di un’area dismessa quale quella di Porto Marghera, sposta il suo ambizioso progetto Lumier verso la Cina.
Intanto che Pierre Cardin si muove verso rotte orientali, cominciano i grattacapi per il Comune di Venezia alla ricerca di soldi. Qualcuno, a questo punto, potrebbe dire: “L’avevo detto io!”.