Storytelling su Lifestyle, Sport, Tech e Food

SENZA CENSURA/ Polemiche sul duo Voria-Melogli: voglia di cemento

Il duetto composto dal Sindaco di Isernia Gabriele Melogli e dall’assessore comunale all’urbanistica Celestino Voria viene travolto dalle polemiche. Per insulsa voglia di cemento.

 

Le parole del consigliere comunale Angellaccio (IDV) sono chiarissime: “Ci sono forti sospetti che si voglia in qualche modo forzare le procedure.”

A tal proposito è necessario tener chiaro un punto: il Consiglio Comunale conta al suo interno 40 consiglieri. La maggioranza è, per così dire, bulgara, in quanto ben 31 sono coloro che appoggiano Gabriele Melogli e soltanto 9 sono di opposizione. Ebbene, nonostante questo, sulla questione “stazione” il sindaco di Isernia ben presto si è reso conto che non avrebbe ottenuto il voto favorevole della maggioranza dei suoi consiglieri. Proprio per questo, dopo aver cincischiato a lungo, Melogli si è trovato costretto, nella seduta dell’otto aprile, a ritirare il provvedimento relativo.

Chiunque a questo punto si sarebbe aspettato che la vicenda finisse lì. E invece no: passano soltanto tre mesi e uno dei punti all’ordine del giorno nella seduta del 15 luglio è proprio la discussione della delibera riguardante la cementificazione. Insomma Melogli e Voria non si sono affatto arresi, nonostante il secco “no” di più e più consiglieri di maggioranza. Raimondo Fabrizio: “Ribadisco il mio no più assoluto alla cementificazione dell’area”. Costantino Kniahynicki: “Al di là delle questioni economiche cementificare l’area della stazione significa dare uno schiaffo alla storia e alla cultura isernina”. Gianni Fantozzi: “Le mozioni di sfiducia le facciamo noi consiglieri di maggioranza che siamo 31 […] sulla questione della stazione non c’è una maggioranza coesa”. Enzo Pontarelli: “Si rischia di cementificare l’area […] Voterò no senza se e senza ma […] Molti consiglieri sono contro questa proposta e sono intenzionati a portare la questione anche in altre sedi”.

Ma niente: Voria e Melogli hanno continuato dritti per la loro strada. Si è arrivati così alla seduta dell’undici ottobre, durante la quale il sindaco ha addirittura minacciato nuovamente di dimettersi qualora il progetto non fosse stato approvato. E invece il colpo di scena: dopo le minacce, il Pdl è tornato sui suoi passi e, in seguito ad una riunione nella sede pentra del partito alla presenza anche di esponenti di vertice (erano presenti anche Ulisse Di Giacomo, Filoteo Di Sandro, Alessandro Altopiedi e Luigi Mazzuto), la frattura sembrava essere stata ricomposta.  E invece niente. In questi giorni stiamo assistendo infatti ad una diatriba dai tratti esilaranti tra Melogli e l’Assessore Di Sandro, il quale, in riferimento alla – presunta – necessità di allargare la giunta, ha attaccato il sindaco. Pronta la replica del primo cittadino: “A quei politici della valle del Volturno che fingono di preoccuparsi dei destini di Isernia mi limito a dire che farebbero meglio ad occuparsi dei problemi regionali e dei loro territori, alla cui gravità hanno certamente contribuito”. E’ chiaro il riferimento all’assessore di Colli al Volturno, che, senza batter ciglio ha replicato secco: “Sei politicamente inaffidabile”. E, proprio sulla cementificazione, ha aggiunto: “Forse il sindaco è nervoso perché non riesce cementificare la località della stazione, autorizzando la costruzione di altre tre palazzine?  – si chiede l’Assessore regionale – Avrebbe fatto molto meglio a trasformare quel luogo in una zona verde a vantaggio della salute dei cittadini e forse anche a suo vantaggio, poiché respirerebbe aria pulita e quindi più ossigeno”. Insomma, un caos che sembra essere destinato a proseguire ancora a lungo. Come andrà a finire?  Angelaccio pare esserne certo: “tutto finirà in una bolla di sapone”.

Insomma, la questione continua a non essere affatto chiara da un punto di vista politico, soprattutto viste le ultime dichiarazioni rilasciate da Voria stesso a “Il Quotidiano del Molise”: “Temono che io e il sindaco ci candidiamo alle regionali facendo loro ombra”. In pratica, dunque, da una parte c’è chi mormora che ci siano interessi dietro che abbiano spinto sindaco e vicesindaco ad insistere sulla cementificazione (e che la questione “cassa”, di conseguenza, sia soltanto una scusa); dall’altra c’è chi è certo che i consiglieri dissidenti stiano “boicottando” Melogli e Voria perché sarebbero da loro “oscurati”. Il risultato è che in consiglio si assiste puntualmente “ad un teatrino – come ci dice lo stesso Angelaccio  – una commedia dal sapore agrodolce dove da una parte recita una maggioranza monca e dall’altra un sindaco che strilla e strepita appena il capogruppo Pdl gli ricorda che è seduto sul suo scranno solo grazie ai voti dei partiti che l’hanno sostenuto”.

Tutto risolto allora? Niente affatto, anzi. “Loro (Melogli e Voria, ndr) sono soliti usare il termine ‘a costo zero’, come se dare 18.000 metri cubi di costruzione fosse a costo zero per i cittadini”, dice Angelaccio. Il quale aggiunge altri particolari non poco rilevanti: “si nota un’enfasi non usuale quando parlano di questo progetto. Sembra che sia proprio la cosa più importante da fare per la città. La loro visione è totalmente spinta e dedicata a questo progetto. Come se una forza divina li spingesse contro le volontà della loro stessa maggioranza. Un’inerzia ineluttabile. Non lo so perché vanno cosi tanto contro la maggioranza a rischio di avere bocciature sonore in consiglio”. Strano no?

Ma le stranezze non sono finite qui. Da alcuni giorni si dice che i consiglieri di maggioranza rientrati nel pollaio abbiano obbligato Melogli ad aggiungere alla proposta il diritto di prelazione. In pratica, il Comune potrà comprare le palazzine o, meglio, le Ferrovie non potranno venderlo ad altri se non al Comune. Questa pare essere la scelta su cui si potrebbe convergere, quando invece si sarebbe potuto semplicemente “pagare la società Trenitalia con quello che è il prezzo di mercato e con il quantum richiesto che si aggirerebbe intorno ai 2,8 ML. Pare che il Comune non abbia questi soldi”. Ed ora invece si decide di fare uno scambio, far costruire e poi, semmai, ricomprare. Ma Voria non aveva detto che il Comune non ha soldi per comprare (“il comune di Isernia non ha tre milioni di euro per comprare dalle ferrovie l’area della stazione”), soprattutto se si tiene conto che l’ente è stato anche condannato ultimamente a pagare una somma molto elevata (circa tre milioni di euro) per via di un contenzioso risalente agli anni ’90?

 

LEGGI LA PRIMA PARTE

SENZA CENSURA/ Cementificazione Isernia: minacce, accuse e interessi.