Il ministro Cancellieri rinnova il contratto Telecom, “anti economico”. Ma ci lavora il figlio.
Non è poi così choosy il figlio del Guardasigilli Annamaria Cancellieri, Piergiorgio Peluso, responsabile delle finanze della Telecom Italia, la stessa società a cui – per volontà della madre – è stato rinnovato il contratto sui braccialetti elettronici. Questa sorta di ‘metal detector portatile’ per monitorare i detenuti agli arresti domiciliari, costato troppo – 81 milioni di euro – e non usato completamente – solo 14 sono stati veramente operativi – è stato definito dalla Corte dei Conti “anti-economico e inefficace”. E il Governo che fa? Oltre che rinnovare il contratto alla Telecom – senza pubblica gara, denuncia Fastweb – Annamaria Cancellieri rivalorizza i braccialetti per contrastare la violenza sulle donne. Altra spesa –9 milioni di euro, altro guadagno – 500 milioni di euro – solo per la Telecom.
Per la serie ‘Cuore di mamma’. La storia dei braccialetti elettronici è una vicenda non solo di sprechi e flop economici ma anche di dubbiosi conflitti d’interessi.
Questo dispositivo elettronico per controllare i detenuti agli arresti domiciliari è nato per emulare il sistema americano.
Peccato che non siamo in America e né abbiamo la forma mentis per questo tipo di sistemi. Alla fine anche questo si risolve come le classiche storie all’italiana: tutto finisce con speculazioni e tornaconti.
IL GRANDE FLOP DEI BRACCIALETTI – In Italia c’è bisogno di risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri. Così, in via sperimentale, si riprende l’idea americana dei braccialetti elettronici per sorvegliare i detenuti agli arresti domiciliari.
Nel 2001 viene formata la convenzione di sperimentazione in cinque città: Milano, Torino, Napoli, Roma, Catania.
Nel 2003, invece, il dispositivo supera la prima fase e diventa ufficiale per tutt’Italia al punto che il Ministero della Giustizia ne compra ben 400. Il primo fallimento è l’operatività di questi braccialetti: di ben 400 solo 14 vengono realmente usati.
A questo si aggiungono spese da capogiro: ogni anno i braccialetti costano 10 milioni di euro, per arrivare ad 81 milioni di euro spesi dal 2003 al 2011, denaro che entra nelle tasche Telecom.
Questi dispositivi, così, non piacciono neanche alla Corte dei Conti che li definisce “anti-economici ed inefficaci”.
E il Governo che decide di fare?
In controtendenza, oltre a rinnovare il contratto alla Telecom, il nuovo Guardasigilli Annamaria Cancellieri decide di reinvestire in questi braccialetti per contrastare la violenza contro le donne.
Troppi i casi di femminicidio negli ultimi anni e così la Cancellieri sfodera ad hoc “l’inefficace” braccialetto per contrastare gli stalker.
IL CONFLITTO D’INTERESSI IN CASA CANCELLIERI/PELUSO – Annamaria Cancellieri, nelle vesti di Ministro degli Interni, nel 2011 ha deciso di rinnovare il contratto dei braccialetti alla Telecom Italia fino al 2018.
In realtà questo contratto è stato assegnato senza un regolare gara di appalto, secondo la Fastweb che ha fatto ricorso al Tar, scatenando una vera e propria guerra in cui il bottino è un appalto da 500 milioni di euro.
Nella Telecom Italia in qualità di responsabile Administration, finance and control c’è Piergiorgio Peluso, figlio di Sebastiano Peluso e dell’attuale ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, la stessa che ha rinnovato il contratto alla società del figlio.
A chi parla di “conflitto d’interessi”, la Cancellieri ha sottolineato che in realtà allo Stato i braccialetti “anti-economici e inefficaci” costano solo “9 milioni di euro” e sono previsti dalla legge secondo il contratto rinnovato alla Telecom.
Lo stesso contratto voluto da lei.