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Genova, nella città della tragedia continua dominano Curia e Banca: il duo Bagnasco-Carige

Bagnasco&Carige’ – ‘Banca&Curia’, il connubio perfetto come nelle migliori unioni lobbistiche. La città portuale di Genova da sempre è stata sotto il dominio di questi due poteri arrivando al punto di non ritorno: la città è in una fase di stallo economica ed anche la potente Banca Carige si piega alla crisi. Notando una strana ‘positività’ nei profitti bancari, il Consob ha scoperto la magagna: la Carige usava il trasferimento agli sportelli delle banche fuori dalla Liguria e non svendeva troppo i ‘crediti malati’ . In questo modo la banca genovese è riuscita sempre ad avere profitti alti. Intanto il diktat di Bagnasco è legge: in Comune votano il registro per le coppie di fatto ma ‘casualmente’ tutto resta fermo.

 

di Maria Cristina Giovannitti

Genova è la città che con il suo porto muove 2 milioni di container l’anno, un vero record che segna ben il 60% di tutte le merci italiane che arrivano via mare. Un punto di snodo per l’economia italiana e della città. Ma – perché c’è un ma – i poteri forti, quelli sommessi, la fanno da padrone al punto che, attraverso i loro diktat, fanno paralizzato il progresso di Genova, che ora vive in uno stallo da collasso. Parliamo del connubio lobbistico ‘Curia-Banca’.

 

LA CEI DOCET – Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, impone il suo diktat, che è il pensiero comune della CEI di cui presidente: niente gay, niente coppie di fatto. Cosi l’amministrazione comunale, che era quasi sul punto di dar vita al registro per le coppie di fatto, ‘casualmente’ blocca l’iter per ufficializzare le coppie di fatto. E di fatto il registro non c’è. Questo perché Bagnasco è contrario: “Su questo argomento la CEI si è già espressa 6 anni fa nel 2007 quando parlò di diritti individuali” – così ha dichiarato. Inoltre, per volere della Curia, la Fondazione Carige ha cancellato i contributi agli enti locali per darli alla Fondazione Anti-Usura S.Maria del Soccorso, una onlus genovese.

 

CARIGE, LA BANCA CHE NON CONOSCEVA CRISI – Banca Carige è l’istituto di credito genovese che gestisce la maggior parte degli affari economici della città, oltre ad essere il crocevia dei poteri forti di Genova, tra cui anche la Curia, e tutti gli imprenditori. Un potere doppio, quello della Carige diviso tra la Banca con il Presidente, Giovanni Berneschidetto anche il ‘banchiere contadino’ –  e la Fondazione con Flavio Repetto. L’anomalia sta nei profitti della banca genovese: mentre tutti retrocedevano, la Carige stranamente continuava ad avere chiusure in positivo. Nel 2008 il profitto è stato di 205 milioni di euro, nel 2009 sempre di 205 milioni, nel 2010 di 177 milioni di euro e nel 2011 di ben 186 milioni di euro. Una situazione ‘sospettosa’ che ha portato le autorità a controllare e così la magagna è stata scoperta: la Consob ha riconosciuto l’anomalia della situazione.

Innanzitutto sono state compiute per anni operazioni di trasferimento verso sportelli di banche fuori dalla Liguria, nella nuova Banca Carige Italia – controllata sempre da Carige – in questo modo si era riuscito a creare degli utili pari a 750 milioni di euro. In più – questa la vera tattica per non subire la crisi – la Carige non svendeva realmente i crediti malati: le altre banche li riducevano del 60% mentre l’istituto genovese la riduceva solo al 47%.

La Banca Carige, scongiurando un Monte dei Paschi di Siena due, è stata una pietra miliare per gli imprenditori genovesi e per Bagnasco&Co., comincia a vivere la vera ‘crisi’ paralizzando la città di Genova.