DOMENICO SCILIPOTI/ Le sette religiose e l’uomo a due facce
“Io credo che lo Stato debba sentirsi corresponsabile di tutto ciò che ai nostri giorni vediamo accadere a migliaia di persone, raggirate, truffate, prese in giro dal primo ciarlatano di turno, influenzate e terrorizzate psicologicamente”. Siamo nel 2000 e parlare è Antonio Di Pietro. Il leader dell’Idv si riferisce alla presenza, già allora importante e con il tempo sempre più massiccia, delle sette religiose.
Qui non parliamo di quelle sataniche, di cui spesso sentiamo parlare perché balzano agli onori della cronaca per questo o quell’altro omicidio. Qui parliamo di sette che venerano imperatori, alieni, divinità egizie reincarnate. Parliamo di sette come quella di Damanhur, Scientology, Soka Gakkai, Ontopsicologia. Sette che, plagiando le menti di persone deboli, riescono a creare un circuito lobbistico fruttuoso sotto tutti i punti di vista, da quello del proselitismo fino a quello politico e, soprattutto, economico.
La questione è profondamente drammatica, anche perché l’Italia è l’unico Paese nell’Unione Europea il cui codice penale non prevede il reato di plagio (è esistito fino all’8 giugno 1981, giorno in cui la Consulta lo bolla come incostituzionale perché la norma “mostra chiaramente – scrivono allora i giudici – l’impossibilità di attribuire a essa un contenuto oggettivo, coerente e razionale, e pertanto l’assoluta arbitrarietà della sua concreta applicazione”). Negli ultimi anni, tuttavia, alcuni parlamentari, spinti anche da diversi casi e dalle testimonianze scioccanti dei fuoriusciti, hanno presentato alcuni disegni di legge per reintegrare il reato di plagio.
Ed ecco che rincontriamo il nostro Scilipoti, quando ancora era un fervente dipietrista. Nel 2010, infatti, il leader dell’Idv incarica Scilipoti di dar vita al Primo Forum Nazionale Antiplagio e all’Osservatorio nazionale sulle sette abusanti, costituito il 14 settembre a Palazzo Marini, una delle sedi della Camera dei Deputati. E sembrerebbe anche che il deputato siciliano sposi in pieno l’iniziativa: “L’intento – afferma in quei giorni – è quello di contrastare questi culti che, dietro la maschera della spiritualità o della crescita della personalità, portano il proprio adepto alla incondizionata adorazione del leader, a donazioni patrimoniali, a prestazioni sessuali e a lavorare gratuitamente. Lo rendono totalmente schiavo del suo volere, depersonalizzandolo fino all’annullamento dello spirito critico, attraverso l’uso di sottili tecniche di manipolazione somministrate all’insaputa del soggetto e che aggirano la sua consapevolezza”.
Dov’è allora l’inghippo? È presto detto: mentre infatti il deputato siculo si muoveva in senso antiplagio, lui stesso promuoveva un movimento molto particolare. Appena due settimane prima di lanciare il Forum e l’Ossevatorio, Scilipoti aveva promosso a Pisa il “Movimento Olistico Transnazionale”. Una setta? Sembrerebbe proprio di sì. Per diversi motivi. Innanzitutto il 15 dicembre si sarebbe dovuto tenere il convegno di fondazione (casualità: sempre a Palazzo Marini) – poi saltato a causa della crisi di governo – il cui programma sarebbe stato decisamente curioso: avremmo potuto sentire, tra gli altri, l’avvocato musico terapeuta Fiorella Capuano che avrebbe parlato dei “codici galattici”, oppure la dottoressa Rosanna Risci Priya sulle possibilità di “integrare lo Yoga della tradizione più antica come modello di sviluppo nell’attuale società”. O ancora la dottoressa Daniela Cassone, ricercatrice Olistica, sulla disciplina parascientifica del “Reiki”.
In sostanza, “sono tutte pratiche – come ci conferma un uomo di trent’anni che per anni ha praticato il Reiki – che prevedono la raccolta di equilibri energetici, emozioni, energia cosmica e così via. Sono pratiche che non hanno nulla in comune con la scienza moderna, ma piuttosto con concezioni magiche. Alla fine può portare anche malati gravi a rinunciare a forme di cura scientifiche per privilegiare forme di cura alternative prive di alcuna prova scientifica”. Non a caso in un altro convegno nell’aprile di quest’anno Scilipoti ha invitato anche il dott. Danilo Toneguzzi, psichiatra di Pordenone, presidente del “comitato scientifico” dell’associazione ALBA (Associazione Leggi Biologiche Applicate), che divulga in Italia le teorie di medicina alternative propugnate dal dott. Hamer (teorie simili a quelle di cui abbiamo parlato). Ebbene il Toneguzzi di cui parliamo è stato rinviato a giudizio con per omicidio colposo e truffa ai danni di Manuela Trevisan. Il processo è ancora in corso, ma, secondo la ricostruzione della sorella della vittima, Manuela sarebbe stata convinta dal medico a rinunciare alla chemioterapia e all’iter terapeutico tradizionale e a seguire le non-cure del dott. Hamer.
Ma l’atteggiamento “settario” del Movimento Olistico “scilipotiano” è evidente anche per un altro motivo. Forti sono stati i rapporti tra il Movimento e la setta di Damanhur, setta attiva in Piemonte e facente capo (spiritualmente e, soprattutto, economicamente) a Oberto Airaudi (nel linguaggio damanhuriano “Il Falco”) che – credono gli adepti –sia la reincarnazione della divinità egizia di Horus, dio del Sole. Ebbene, pare proprio che Scilipoti abbia accolto come consulente del suo Movimento un damanhuriano doc, Dino Raccagni (in damanhuriano “Piranha”). A rivelarlo è lo stesso giornale “Qui Damanhur Quotidiano”, fruibile esclusivamente dai fedeli, sul quale, il 23 settembre 2010, si legge: “ho conosciuto (a scrivere è lo stesso Piranha, ndr) l’onorevole Domenico Scilipoti che ha apprezzato il mio intervento, abbiamo condiviso alcuni aspetti tecnici inerenti la sua proposta di legge per la musicoterapia […] Seguirò il Movimento Olistico come consulente, fornendogli servizi assicurativi per le associazioni e operatori olisitici”.
Un’ultima curiosità. Quanto potrebbe aver inciso questa vicinanza all’olismo di ascendenza “settaria” per la fuoriuscita di Scilipoti dall’Idv? Non lo sappiamo e non possiamo dirlo. Ma è interessante notare che sempre sul Quotidiano di Damanhur quanto poi accaduto era stato previsto già il nove ottobre 2010, dunque due mesi prima del voto di fiducia del 14 dicembre. Scrive Coboldo Melo (all’anagrafe Roberto Sparagio): “Domenico Scilipoti ha confermato quanto anticipato in un precedente incontro: se Italia dei Valori accoglierà tutti i punti del programma di lavoro del neo Movimento inizierà un’interessante collaborazione. In caso contrario Scilipoti annuncerà la sua uscita dal partito di Di Pietro e farà parte del gruppo misto della Camera, nel quale rappresenterà direttamente il Movimento Olistico”. A dir poco incredibile.