Se l’Italia getta la cultura nel cesso: c’era una volta il Belpaese. Oggi si taglia.
In Italia si potrebbe campare di solo turismo, tante sono le bellezze che ci sono. Eppure questo non sembra interessare a nessuno visto che cambiano i governi ma il ministero più colpito dai tagli è sempre lo stesso, quello della cultura.
La cultura si sa è un fardello pesante da sopportare, talmente pesante che lo Stato italiano decide di colpirlo pesantemente, tagliando i fondi e affossandone sempre più la tutela e la promozione, ad ogni cambio di governo. L’Unesco ha messo l’Italia al primo posto nella classifica dei paesi con i più grandi patrimoni storici artistici del mondo e per numero di tesori dichiarati, ma nonostante questo i dati ministeriali sono impietosi.
In 5 anni i fondi per le attività di salvaguardia sono stati ridotti del 52%, mentre quelli per le emergenze del 58%, 10 milioni di euro in meno, confrontando i dati del 2012, i soldi destinati alle “spese per interventi urgenti per le emergenze”, inoltre il “programma ordinario dei lavori pubblici” è passato da un finanziamento di 70,5 mln di euro del 2012 ai 47,6 mln del 2013 (nel 2004 erano 201 milioni), inoltre, i proventi e l’aiuto derivante dalle giocate del Lotto dai 48,4 mln di un anno fa sono precipitati ai 25,4 di quest’anno.
Con questi dati poi non c’è da stupirsi se il Colosseo resta chiuso deludendo i migliaia di turisti arrivati per vedere una delle magnificenze della storia, se i musei non hanno personale sufficiente per restare aperti quanto e quando dovrebbero e se addirittura il ministero stesso deve chiedere aiuto al tesoro per pagare bollette e canoni per un totale di 40 milioni. Ma il declino non si ferma qui. Il restauro perde il 31% dei finanziamenti rispetto all’anno prima, mentre il sostegno del Mibac per gli istituti culturali cala del 18% .
Questo è lo scenario apocalittico presentato dalla relazione del Ministro Massimo Bray, che addirittura mette in pericolo il futuro del ministero stesso dichiarando che gli stanziamenti relativi “ammontano complessivamente a circa 23 mln di euro per il 2013, a fronte di una esigenza di circa 50 mln, comprovata anche – si legge nelle tabelle – dalla recente ricognizione che ha evidenziato un debito per circa 40 mln di euro (già comunicati al ministero dell’economia e delle finanze per l’eventuale ripianamento)dovuti principalmente al mancato pagamento di utenze e canoni”.
Per il 2014 è prevista una situazione ancor più drammatica che prevede un ulteriore taglio complessivo del 37%. Tutto questo è uno scempio ad un paese che un tempo era padrona del mondo e che ora invece di mostrare orgogliosa i proprio trofei, sembra quasi che se ne vergogni.