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Allarme Vesuvio, dopo il terremoto i comuni della Zona Rossa di nuovo a rischio?

Vesuvio, la zona rossa

I comuni della Zona Rossa intorno al Vesuvio sono di nuovo a rischio? Cosa sta succedendo intorno ad uno dei vulcani più pericolosi del mondo? Quali gli effetti del terremoto?

L’allarme Vesuvio è sempre attivo, in particolare dopo il terremoto di magnitudo 2.4, avvenuto alle ore 12:30:19 del 05 maggio. Il terremoto è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV nel distretto sismico Vesuvio, come segnalato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

Tantissimi i comuni entro i 10 chilometri interessati dal terremoto: Boscoreale (Na) Boscotrecase (Na) Cercola (Na) Ottaviano (Na) Poggiomarino (Na) Pollena Trocchia (Na) Pompei (Na) Ercolano (Na) San Gennaro Vesuviano (Na) San Giuseppe Vesuviano (Na) San Sebastiano Al Vesuvio (Na) Sant’anastasia (Na) Somma Vesuviana (Na) Terzigno (Na) Torre Annunziata (Na) Torre Del Greco (Na) Trecase (Na) Massa Di Somma (Na).

Quali conseguenze ha prodotto il sisma sulle attività del Vesuvio?

Al momento, secondo il Dipartimento nazionale di Protezione civile, i vertici dell’Acam (l’Agenzia campana per la mobilità) e della Protezione civile regionale non ci sarebbero elementi di preoccupazione, nonostante l’area della Zona Rossa comprenda circa 1 milione di persone che – in caso di evacuazione – rischierebbero di trovarsi imbottigliate in un inferno di fuoco e fiamme.

Nei giorni scorsi si è svolta la riunione operativa sul rischio Vesuvio con i sindaci della zona rossa per fare il punto sui piani territoriali e i piani di emergenza comunali: hanno partecipato 18 sindaci (sui 25 che fanno parte della zona rossa) oltre a Protezione Civile e Acam.

Ma non c’è da stare troppo tranquilli, soprattutto ripensando alle parole del vulcanologo americano Flavio Dobran, della New York University, secondo cui “il Vesuvio che dorme dal 1944 esploderà con una potenza mai vista ed in appena quattro minuti inghiottirà già 5 o 6 Comuni della zona rossa”.

Secondo quanto riportato dal Mattino di Napoli lo studio di Dobran sarebbe approfondito e documentato: “Una colonna di gas cenere e lapilli – si legge nelle carte di Dobran – s’innalzerà per duemila metri sopra il cratere. Valanghe di fuoco rotoleranno sui fianchi del vulcano alla velocità di 100 metri al secondo e una temperatura di 1000 gradi centigradi, distruggendo l’intero paesaggio in un raggio di 7 chilometri spazzando via case, bruciando alberi, asfissiando animale, uccidendo forse un milione di esseri umani. Il tutto, in appena 15 minuti”.

L’Osservatorio Vesuviano ha smentito ogni ipotesi di questo tipo ma la preoccupazione tra gli abitanti della Zona Rossa resta altissima, nonostante il piano di evacuazione sia stato aggiornato e reso molto più efficace rispetto al passato.