IORIO CONDANNATO/ È crisi vera: oltre mezza Giunta regionale contro il Presidente. Elezioni subito?
di Andrea Succi
Adesso è ufficiale. La condanna in primo grado subita da Michele Iorio si sta rivelando sempre più una palla al balzo colta dai franchi tiratori del Pdl, che non aspettavano scusa migliore per prendere le distanze dal Governatore. Come se gli ultimi dieci anni spesi fianco a fianco con Iorio nella distruzione sistematica del Molise potessero cancellarsi in un baleno, come se bastasse un tardivo allontanamento a ridare loro una verginità perduta. Gianfranco Vitagliano, Filoteo Di Sandro e Angela Fusco Perrella, i tre assessori di Giunta in quota Pdl, si schierano oramai apertamente contro il capo, come reso noto anche dagli organi di stampa filo-governativi. A questi se ne aggiunge un quarto, Antonio Chieffo, eletto in quota Grande Sud, che lavora da tempo sottobanco per disarcionare Iorio. Gli altri due, sono 6 in tutto, Michele Scasserra e Luigi Velardi, per ora mantengono un profilo diverso. Velardi, Udc, si è persino spinto – unico tra gli assessori – nell’inviare messaggi di solidarietà al Presidente. Scasserra invece, eletto con la lista di Molise Civile creata da Iorio stesso, preso com’è dai gravi problemi delle sue aziende non ha ancora trovato il tempo per un gesto di facciata.
Sabato 25 febbraio si è svolto il Congresso Provinciale di Campobasso di quello che fino a qualche tempo fa era il primo partito della Regione (e d’Italia) e che negli ultimi tempi si è trasformato in un ricettacolo di franchi tiratori, dove la resa dei conti è all’ordine del giorno. Un Congresso dove si è parlato più delle assenze di Vitagliano, Fusco Perrella e Sabrina De Camillis (quest’ultima, deputato Pdl) e della critica aperta di Di Sandro, unico dei dissidenti presenti, che dell’elezione del coordinatore provinciale. Anche perché tutto era già deciso, calato dall’alto, in maniera del tutto antidemocratica – come si è sempre fatto all’interno del Pdl – e ci si è quindi incontrati giusto per ratificare la nomina a coordinatore di Pierluigi Lepore, galoppino del Presidente Iorio.
Le motivazioni ufficiali di questa crisi di Governo riguarderebbero proprio la mancanza di dibattito all’interno di un partito dove il dibattito non è mai esistito, dove ha deciso sempre tutto Berlusconi, a livello nazionale, e Iorio in Molise. E allora perché i ribelli si sono svegliati solo adesso, come folgorati sulla via di Damasco, alla ricerca di una nuova Politica, partecipativa e democratica?
Due dei tre dissidenti, Vitagliano e Di Sandro, erano presenti in Giunta anche nel 2003 e 2004, quando si votò per le delibere in favore della Bain&Co; la terza, la Fusco Perrella, ricopriva invece il ruolo di Presidente del Consiglio Regionale. Anche Chieffo era in Giunta, come assessore ai lavori pubblici.
C’erano anche loro, quelli che oggi fanno i puritani, quando si decise di deliberare a favore della multinazionale in cui lavora il figlio di Iorio. Secondo il pm Fabio Papa, che ha rappresentato l’accusa nel processo Bain&Co., la colpa sarebbe tutta e unicamente di Michele Iorio, che “abusando, indebitamente, della sua qualità, dei suoi poteri e della propria influenza politica, induceva (…) gli altri componenti della Giunta Regionale ad approvare due delibere, nr. 853 del 4.08.2003 e nr.1691 del 13.12.2004 (…) in favore della Bain & Company Italy Inc.”.
Detto in parole povere, “gli altri componenti della Giunta” sarebbero risultati – secondo Papa – quasi incapaci di intendere e di volere, totalmente piegati al volere di una sola persona, garzoni messi lì non per gestire la cosa pubblica nel rispetto delle leggi ma per asservire il Padrone di turno. Se così fosse tanto meglio, persone a tal punto prive di senso critico non avrebbero nessuna possibilità di resistere al crollo della Seconda Repubblica – che in Italia è in itinere e in Molise arriva come le mode, in ritardo – e presentarsi, vergini e rinnovati, nella Nuova Era del rinnovamento politico.
Ma se il Sistema Iorio che si è retto per oltre un decennio sugli stessi nomi e sulle stesse facce sta crollando, è chiaro a tutti che serviranno a poco sotterfugi e giochetti per evitare di pagarne le conseguenze di fronte agli elettori. Soprattutto di fronte a quelli di centrodestra, che vedono i loro “paladini” autodistruggersi come nella migliore tradizione di sinistra. Vedono formarsi correnti interne come nella peggiore tradizione democristiana. Vedono il gruppo di comando scappare mentre la barca affonda. Vedono i loro dirigenti squagliarsi come neve al sole di fronte alla prima, vera difficoltà.
Quando abbiamo intervistato l’avvocato della difesa Arturo Messere, gli abbiamo posto una domanda chiara e semplice, ricevendo una risposta alquanto inaspettata. Riportiamo l’intero passaggio.
“D. Parliamoci chiaro Avvocato Messere: se queste delibere di Giunta non potevano essere votate, allora tutta la Giunta dovrebbe essere in qualche modo perseguibile, giusto?
R. Ma non c’è dubbio. Eppure questo è un fatto che accade spesso. Io ho un processo, che dovrò discutere a giorni, relativamente alla Giunta di Bojano (in provincia di Campobasso, ndr) dove c’è una richiesta di rinvio a giudizio per determinati soggetti, escludendone uno che si trova nella stessa situazione in cui si trovano gli altri che hanno votato.”
“Non c’è dubbio”, secondo Messere, che anche la Giunta di allora debba essere in qualche modo ritenuta perseguibile. Non c’è dubbio, quindi, che quanti hanno gozzovigliato al banchetto del Sistema Iorio saranno i primi a dover ingoiare l’amaro boccone del dimenticatoio, come successe ai rappresentanti della Prima Repubblica nel post-tangentopoli. Certo, qualcuno si salvò, ma dovendosi accontentare di cariche minori.
E allora che si ammazzino pure tra loro questi pidiellini orfani di se stessi, che facciano cadere – se ne hanno coraggio – Sansone Iorio con tutti i filistei, che spariscano dal presente e vadano a nascondersi nelle pagine della storia politica molisana.
Basta nascondersi di fronte alle proprie inadempienze, basta scaricare tutte le responsabilità sul Totem Iorio. L’inizio della fine di un impero, storicamente, presenta sempre gli stessi scenari: notti di lunghi coltelli, tradimenti inaspettati, bruti che uccidono il padre e sperano nel riconoscimento del Potere.
Eppure il vero Potere, quello finanziario, imprenditoriale e lobbistico, quando cambia tutto per non cambiare niente, cerca almeno di salvare le apparenze, posizionando facce nuove lì dove il tanfo è insopportabile.
La mozione di sfiducia al Presidente, che il centrosinistra presenterà nel prossimo Consiglio Regionale, ha bisogno di qualcosa di più che i 12 voti dell’opposizione. Se non è oggi sarà domani, e se non è domani sarà dopodomani: arriveranno in massa i profughi del centrodestra, pronti a riposizionarsi se le promesse del nuovo che avanza saranno dolci come quelle del fu Presidente Iorio.
Ma, come ricorda il nostro blogger Giovanni Principe, “il centro-sinistra deve prepararsi a governare senza più esitazioni o furbizie. Chi ha teso la mano, strizzato l’occhiolino, cercato alleanze trasversali faccia un passo indietro. Con quella politica non c’è più spazio per compromessi.”
E allora chissà che non si arrivi ad elezioni subito, senza aspettare che sia il Tar – il 17 maggio – a decretare l’annullamento della precedente tornata elettorale, aprendo quindi la nuova stagione politica.