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IORIO CONDANNATO/ Tocca alla parte civile: parla l’Avvocato Fabio Del Vecchio

di Viviana Pizzi

Sulle dimissioni invocate dal centrosinistra e da alcuni cittadini non si è espresso. Ma ha commentato la sentenza dal punto di vista giudiziario, sottolineando che è passato il principio della pubblica evidenza di un’offerta di consulenza che ogni ente dovrebbe seguire quando si affida a una società privata.

A meno di tre giorni dalla sentenza che condanna Michele Iorio a un anno e sei mesi di reclusione per il reato di abuso d’ufficio l’avvocato del Codacons, costituitosi parte civile nel primo grado di giudizio, Fabio Del Vecchio ha espresso le sue opinioni in merito al processo. Sottolineando il passaggio della pubblica evidenza necessaria quando si assegna una consulenza da parte di un’amministrazione. In una breve ma efficace il legale ci spiega tutti i passaggi del processo.

Abuso d’ufficio, un reato che porta a pene lievi. Questa condanna è più giudiziaria o politica?

L’abuso d’ufficio per un pubblico amministratore, nel caso di specie il presidente della Regione Michele Iorio, è un reato grave. Sicuramente la condanna ha un peso politico oltre che giudiziario. Nella condanna si specifica che non ha agito per il bene della collettività ma per i suoi interessi personali. Per quanto è grave la sentenza prevede anche la sospensione dai pubblici uffici.

Avvocato Del Vecchio, secondo lei – eticamente – il presidente della Regione, dopo questa sentenza, dovrebbe dimettersi dall’incarico che ricopre attualmente?

A livello politico non me la sento di esprimermi in tal senso. Ma mi esprimo solo per quello che mi compete e ossia l’aspetto giudiziario. La sentenza ha sottolineato il principio della necessità di una concorrenza quando si deve assegnare una consulenza da parte di un ente pubblico. Sono convinto che questa sentenza debba essere un segnale per tutti gli amministratori di qualsiasi colore politico a lavorare al meglio e rispettare le regole della concorrenzialità come abbiamo chiesto come Codacons. 

Quale dovrebbe essere il ruolo della stampa in queste situazioni?

Come Codacons ma soprattutto come cittadino mi auguro che la stampa assuma sempre quel ruolo di indipendenza dal potere politico e che possa servire da cane da guardia per quanto riguarda questi comportamenti. Quando ci sono giornali on line, cartacei  e televisioni attenti a quello che fa il pubblico amministratore quello ci pensa due volte prima di mettere in atto comportamenti illeciti.

L’avvocato della difesa Arturo Messere, nella sua arringa, ha sottolineato che Davide Iorio avrebbe fatto carriera alla Bain&Co anche senza le consulenze perchè era bravo. Lei cosa si sente di dire in merito? 

Come ho già sottolineato in aula ripeto che il voto di laurea (110 e lode) riportato dal figlio del presidente Iorio non ha influito positivamente sulla sua carriera. Con molta probabilità avrebbe fatto lo stesso percorso anche con 95/110. Il passaggio dell’avvocato Messere non aveva nessuna rilevanza giuridica ai fini del processo.

Il Codacons, come ente che lei rappresenta nei processi penali, come si sente di commentare quanto accaduto? Qual è il significato di questa sentenza e quanto chiederete come risarcimento danni in sede civile?

Il Codancons non può che commentare positivamente quanto è accaduto. E’ passato il principio della pubblica evidenza delle consulenze pubbliche  rispetto a quello totalmente esclusivo di scelta di cui si è avvalso il presidente Iorio nell’ambito dell’assegnazione della consulenza sulla sanità. In tempi come questi spendere 130mila euro per consulenze in un campo dove c’è crisi bisogna farlo con criterio e seguendo le regole. Riducendo al massimo gli sprechi e permettendo almeno a tre società di presentare la propria offerta. Il risarcimento in sede civile potremo chiederlo soltanto a sentenza passata in giudicato. Questa non è altro che la sentenza di primo grado a cui faranno seguito altri due gradi di giudizio: l’appello e la Cassazione.

Quella attuale è una sentenza di primo grado come lei ricordava. L’ultimo reato alla quale fa riferimento è datato 2006. La consulenza sulla sanità è dell’agosto 2003 e quella sull’autostrada dell’ottobre 2004. Non si rischia che si sia fatto tanto rumore per nulla, tanto interviene la prescrizione?

Se l’udienza in Corte d’appello sarà fissata in tempi ragionevoli questo rischio si potrebbe superare facilmente. Un anno però è stato perso e lo ricordiamo perchè il processo si è svolto due volte. Il sei aprile scorso doveva venir fuori la sentenza ma è cambiato il collegio giudicante. Che ha rispettato la volontà dell’avvocato Arturo Messere di rinunciare all’acquisizione degli atti del primo processo e riascoltare tutti i testi dall’inizio. La prescrizione scatta nel 2014. Il tempo per seguire tutti e tre i gradi di giudizio c’è. Basta essere celeri nel fissare le udienze.