COSIB/ “Termoli ha sbagliato ad allearsi con Iorio: qui comanda Vitagliano”
Ricordate cosa ci raccontavano di Isernia? “Qui Vitagliano non conta niente”. Basta spostarsi di qualche chilometro e andare in Bassomolise che la musica cambia totalmente. Come ci racconta Paolo Marinucci, consigliere di minoranza del comune di Termoli. “Il primo cittadino dovrebbe dimettersi. Iorio e Di Giacomo non sono riusciti a garantire l’elezione di Alberto Montano e Vitagliano ha definitivamente tagliato le gambe alla città. Di Brino ha fatto alleanze sbagliate.” Se ancora non lo avete capito, fino ad oggi c’è chi si è spartito il Molise come si fa con i pani e i pesci. E oggi tutti ne pagano le conseguenze.
di Viviana Pizzi
Il sindaco Antonio Di Brino sul caso Cosib ha sbagliato completamente binario. Per questo, secondo i consiglieri comunali di opposizione, deve rassegnare le proprie dimissioni non soltanto dal consiglio generale del Consorzio Industriale della Valle del Biferno, ma anche dalla carica di primo cittadino di Termoli.
A sostenere questo sono stati tutti i consiglieri comunali di opposizione. Nella giornata di ieri lo hanno annunciato in una conferenza stampa svoltasi nella città adriatica. Noi abbiamo contattato telefonicamente uno dei partecipanti, il consigliere comunale della formazione “Liberatermoli” Paolo Marinucci, al quale abbiamo chiesto anche riflessioni fuori dal contesto dell’incontro con la stampa.
Di carne a cuocere ce n’è parecchia, si va dalla questione delle industrie di una città di 35mila abitanti che non va lasciata sola fino alle inopportune scelte politiche del primo cittadino termolese. Nella giornata di ieri Di Brino disse di essere fedele soltanto a Gesù Cristo. Lo fece al nostro telefono proprio mentre decideva le sorti di Termoli in relazione al Cosib. E stando al pensiero di Paolo Marinucci, quella del primo cittadino, sarebbe una scelta davvero opportuna. “La filiera istituzionale della quale si era sempre vantato il nostro primo cittadino – ha sottolineato Marinucci – non ci ha portati a una grande amministrazione della cosa pubblica. Forse è la peggiore di questi ultimi anni. Termoli mai come ora resta isolata dai poteri forti. Questo forse lo dobbiamo alla scelta del sindaco Di Brino di restare sempre al fianco di Michele Iorio. Quando si sa che sono altri ad avere il potere in mano nel Bassomolise, uno di questi è l’assessore Gianfranco Vitagliano”.
Insomma l’attacco di Marinucci è duro, di quelli che lasciano il segno in una Termoli che sta vivendo una fase di involuzione economica. Dovuta non soltanto alla crisi nazionale che attanaglia tutte le imprese, ma anche a politiche sbagliate di un’amministrazione comunale che era chiamata a gestire un territorio comunale pieno di industrie.
Il 95% di quelle di tutto il Cosib erano di Termoli, ma il giocattolo è sfuggito dalle mani dei cittadini dal momento in cui la Procura di Larino ha detto stop alla politica di governo dell’ex presidente Antonio Del Torto. Arrestato il 7 dicembre del 2010 nell’ambito dell’operazione “Open Gates” nella quale risulta indagato anche il presidente della Regione Michele Iorio. Una filiera istituzionale, quella scelta dal primo cittadino di Termoli, che lo ha portato all’isolamento.
Per questo la scelta della Grosse Koalition (guidata dall’assessore Gianfranco Vitagliano e sostenuta anche da qualche sindaco di centrosinistra) dei piccoli comuni dell’interno bassomolise di fargli perdere quella centralità che aveva fino all’esplosione dell’inchiesta giudiziaria.
E anche su questa alleanza trasversale abbiamo chiesto lumi a Marinucci: “So soltanto che Mascio è stato eletto perché uomo di Vitagliano e che è appoggiato anche dal sindaco di San Martino in Pensilis Vittorino Facciolla, dichiaratamente di centrosinistra.”
San Martino in Pensilis è un comune di poche anime alle porte di Termoli. Loro dentro al Cosib e Termoli fuori, nonostante vanti nel suo territorio fabbriche importanti quali la Fiat, lo Zuccherificio, il Gessificio e altre chimiche fondamentali per il Bassomolise. La scelta di Di Brino di uscire dal Cosib non piace anche ad alcuni esponenti della maggioranza consiliare. Quegli stessi che hanno capito che forse è meglio schierarsi con chi vince. Il pensiero che ci sfiora è questo… non aveva forse ragione il senatore Ulisse Di Giacomo quando su Facebook attaccava “il presunto statista” le cui decisioni hanno segnato la sorte di Termoli?
La faida tutta interna al Pdl continua, nonostante la crisi economica sempre più stringente metta in difficoltà intere famiglie e imponga un’agenda politica fatta di concretezza e lungimiranza. E invece siamo ancora qui a raccontare di certi personaggi che ambiscono soltanto alla spartizione del potere e delle poltrone. Ad maiora.