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Santanchè Story – Amicizie poco raccomandabili: tra P2 e Lele Mora

Il suo nuovo compagno, Luigi Bisignani – condannato per la tangente Enimont e indagato in Why Not – è un piduista della prima ora, tessera 1689, qualifica di reclutatore. Socia in affari di Lele Mora e degli Angelucci, la Santanchè si circonda di personaggi ambigui…

 

Io Spio”, per il servizio su Ruby,  ha ricevuto l’attenzione dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio che aveva aperto un’inchiesta per verificare se ci fossero gli estremi della violazione dell’articolo 2 della legge del 3 febbraio 1963 (ovvero le norme che regolano la deontologia professionale).  appartamento in pignoramento giudiziario.

Fino ad arrivare alle vicende più note alla cronaca: nel febbraio del 2008 viene condannato per evasione fiscale. 

Ma non è tutto. Il suo nuovo compagno è Luigi Bisignani, già piduista (tessera 1689, con la qualifica di “reclutatore”), condannato a tre anni e mezzo per la “tangente Enimont” (ridotti in Cassazione a 2 anni e 8 mesi), finisce anche nell’inchiesta “Why not”: Luigi De Magistris era convinto che fosse stato creato un comitato d’affari attivo in Calabria, ma con la testa a Roma, funzionante come un’associazione segreta, una nuova P2, tanto che contestava ai suoi indagati proprio il reato previsto dalla legge Anselmi.

E Bisignani? Secondo l’ex pm che allora gestiva l’inchiesta, era uno dei punti di riferimento di questa nuova P2.

La Santanchè, però, non è solo Visibilia, ma è (o per lo meno  è stata) anche Bilionaire. È stata, infatti, tra i soci fondatari della discoteca più nota e frequentata dei vips italiani.

E con chi era in società Daniela? Con Marcello Lippi, Paolo Brosio, Flavio Briatore (indagato quest’estate per contrabbando e evasione fiscale) e lui – altro nome attualissimo nella vicenda Ruby – Lele Mora, indagato per favoreggiamento della prostituzione (e per il quale abbiamo parlato anche dei possibili rapporti con la ‘ndrangheta).

Ma non dimentichiamoci nemmeno del passato di Mora: nel 1989 arrestato per spaccio di droga (poi scagionato), nel 1996 è coinvolto in uno scandalo per truffa.

Senza dimenticare, infine, i rapporti – di cui già abbiamo avuto modo di parlare – tra la Santanchè e gli Angelucci, il “re delle cliniche del Lazio”.  E non solo nel Lazio. Mentre papà Antonio è deputato Pdl, Giampaolo era indagato per corruzione anche in Puglia per la maxi tangente di 500.000 euro che avrebbe versato, secondo la Procura  di Bari, a “La Puglia Prima di Tutto” (Lista del ministro Fitto)  per l’appalto settennale del 2004 da 198 milioni di euro per la gestione di undici RSA (Residenze sanitarie assistite). Per questi fatti Angelucci, il 20 giugno 2006, venne messo agli arresti domiciliari per alcuni giorni; per Fitto la magistratura chiese alla Camera l’autorizzazione a procedere, ma, come succede spesso in questi casi, la richiesta fu negata. E nel Lazio? Peggio che andar di notte. Nel Febbraio 2009 Giampaolo Angelucci fu posto agli arresti in relazione ad un sistema di false fatturazioni per operazioni mai eseguite o eseguite solo in parte. Una truffa che, secondo l’accusa, avrebbe sfiorato i 170 milioni di euro.