Roma Criminale: la nuova mappa della mafia e le elezioni alle porte
Il sindaco uscente Alemanno è nel vivo della campagna elettorale con tutti buoni propositi del caso, la lunga lista dei meriti e annesse foto di solidarietà sbandierate su facebook. Nessun accenno, invece, alla grave piaga romana della criminalità organizzata che si è rafforzata proprio negli ultimi anni. Roma è la piazza per il traffico di droghe ed è equamente divisa tra i re della mafia: Massimo Carminati “O cecato” – ex killer della banda della Magliana – Michele Senese “O pazzo” – ex militante della camorra – i fratelli Fasciani e i Casamonica – il più potente clan di nomadi della Capitale. La cocaina è il primo business della Roma violenta e mafiosa.
di Maria Cristina Giovannitti
Il 26 e 27 maggio 2013 si voterà per le comunali a Roma. Stando agli ultimi sondaggi di Datamonitor, il testa a testa è tra il sindaco uscente Gianni Alemanno – Pdl – e Ignazio Marino – Pd. A poche settimane, la campagna elettorale del sindaco Alemanno è in piena manifestazione: frasi ad effetto su twitter, resoconto di tutti i successi e i meriti durante i 5 anni alla guida di Roma, foto di solidarietà immediatamente sbandierate sulla pagina ufficiale di face book.
Insomma, stando a quanto ‘postato’– scritto da Alemanno, Roma dopo la sua giunta ne esce più sensibile e civilizzata. Peccato che i dati della Squadra Mobile di Roma e della Dia non fanno emergere lo stesso quadro della città.
ROMA CAPUT COCAINA E MAFIA – Roma è una città aperta al traffico di droghe, dove a farla da padrone è soprattutto la cocaina. Solo nell’agosto 2012 sono stati sequestrati 30,174 kg di cocaina ed altri 30 kg ad ottobre. Così la polvere bianca è diventata il vero business della Capitale, attorno a cui ruotano decine di milioni di euro e circola il doppio rispetto alla grande Milano. Dove c’è droga, non può che esserci la mafia a gestirne i traffici ed arricchirsi. Secondo il dossier dell’Agenzia Nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzati, nel Lazio sono stati confiscati 645 beni e di questi ben 335 solo a Roma. Insomma la criminalità è presente in città in maniera radicata e molto forte: i ‘re di Roma’ – tutti boss della malavita – si sono divisi equamente la città.
In tutto il Lazio i clan camorristici e calabresi spopolano nella regione tranne che a Roma dove, per “entrare”, devono chiedere autorizzazione alla criminalità locale. Se riescono ad entrare negli affari della città sono comunque obbligati a dare una percentuale ai boss. Questo fenomeno è cresciuto proprio durante il periodo in cui c’è stato il sindaco Alemanno: solo lo scorso anno ci sono stati ben 11 omicidi in città, un numero troppo alto che ha fatto scattare l’allerta. Oggi, dopo dieci mesi dall’ultimo fatto di sangue, i boss hanno stipulato un tacito patto ‘modello Sicilia’ che rende invisibile la mafia romana, per non avere gli occhi addosso della DIA anche sui traffici di droga, e così si è stabilito che a Roma non si dovesse più uccidere per ‘rivendicazioni’. In questo modo il numero degli omicidi nel 2012 si è ridotto a 2.
I RE DI ROMA: KILLER DELLA MAGLIANA E MILITANTI DELLA CAMORRA – Ce n’è di tutti i gusti, dall’ex terrorista all’ex camorrista: sono loro ad avere il monopolio della criminalità a Roma. A gestire la parte nord della Capitale e la zona centrale, Massimo Carminati detto “O cecato”, milanese e trapiantato a Roma, militante nella sezione EUR del Movimento sociale italiano di estrema destra, ex terrorista dei Nar – Nuclei Armati Rivoluzionari – e killer per la banda della Magliana – tra il 1977/78 – sembrerebbe coinvolto anche nella strage di Bologna.
Più volte arrestato ma mai condannato all’ergastolo, è uno dei più potenti boss di Roma: nelle sue mani passa il traffico della droga e “dei prestiti”. Carminati è quello a cui imprenditori e commercianti si affidano per avere protezione.
Michele Senese “O pazzo” è il boss della parte est di Roma. Ex militante nella camorra napoletana. È diventato poi il sicario nella guerra tra cutoliani e Nuova Famiglia. Anche lui è stato arrestato più volte ma sempre scarcerato grazie alle perizie psichiatriche che lo hanno definito incapace di ‘intendere e volere’. Ma in realtà ha sempre ‘inteso’ bene, visto che continua a gestire i traffici di droga della Capitale.
I fratelli Fasciani sono rispettivamente ‘don’ Carmine e Giuseppe detto ‘Floro’. A loro è affidata la zona a sud di Roma che va da S.Paolo ad Ostia. Loro controllano la droga e la movida del litorale: don Carmine è stato in carcere nel 2010 perché gli venne sequestrato un locale trendy sulla spiaggia che aveva pagato 780 mila euro mentre ne dichiarava solo 14 mila euro. Dopo due anni è stato assolto e gli è stato restituito tutto. Alcuni mesi dopo, però, gli sono stati sequestrati altri beni per un valore di 10 mila euro.
Il clan dei Casamonica sono invece i nomadi che da ben 30 anni sono radicati a Roma e dominano nella zona a più alta commercializzazione: Anagnina e Tuscolana. La maggior parte degli affari della zona passano nelle mani di questi rom che hanno fatto dell’usura la loro punta di diamante per la criminalità. Secondo la DIA, i Casamonica sono il gruppo malavitoso più pericoloso e potente di Roma perché possono contare su un numero altissimo di affiliati – mille secondo la Squadra Mobile di Roma.
Insomma il quadro della città di Roma, così violenta e mafiosa, non ricorda quello che Alemanno sta facendo passare durante la campagna elettorale, tutt’altro che sensibile e civilizzata.