Salario minimo in Italia, l’apertura del Ministro Poletti: ecco quando arriverà
Il Governo del “bastone e carota” un giorno regala 80 euro e quello dopo apre ai prelievi forzosi sulle pensioni. In entrambi i casi, parliamo di situazioni reali, già accadute o che accadranno. Speriamo, allora, che sia così anche per il salario minimo, su cui si è espresso – favorevolmente – il Ministro del Lavoro Poletti in un’intervista rilasciata ad Affaritaliani. Ecco cosa potrebbe succedere e quando.
“È ragionevolmente immaginabile che prima della metà del 2015 tutto ciò che è previsto nella legge delega possa essere fatto“.
Anche il salario minimo, chiede Alberto Maggi di Affaritaliani al Ministro del Lavoro Poletti?
“È possibile. Anche perché”, risponde il Ministro, “noi l’abbiamo previsto come possibilità nella legge delega. Naturalmente nella stessa legge delega abbiamo messo delle procedure e delle modalità necessarie perché è un tema molto delicato che deve essere inserito nel quadro della contrattazione del nostro Paese, che è una contrattazione molto diffusa e dove le parti sociali hanno una responsabilità importante”.
Diversi paesi nel resto d’Europa hanno adottato questa misura che, nonostante gli alti costi, offre dei benefici enormi e ha ricadute su diversi aspetti dell’economia reale. In Francia, Regno Unito e Spagna il salario minimo è presente da anni.
“In Europa”, rivela ancora il Ministro, “ci sono moltissime fattispecie diverse. Ognuno lo ha usato secondo una sua logica e quindi fare delle previsioni non ha nessun senso“.
Non ci sono quindi certezze sulle cifre ma è sui tempi che Poletti si sbilancia: “Sul piano dei tempi noi pensiamo che la legge delega sia approvata certamente entro la fine dell’anno, forse anche novembre. E a quel punto abbiamo massimo sei mesi di tempo per l’approvazione dei decreti delegati.”
In sostanza, per maggio-giugno del 2015 anche l’Italia potrebbe offrire ai suoi cittadini il salario minimo, come conferma anche il Ministro Poletti: “Sì, è così,, se si deciderà in questo senso nella legge delega sì“.