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MOVIMENTO 5S MOLISE/ “Le nostre risposte alle 10 domande di Infiltrato.it “

di Movimento 5 Stelle Molise

Se qualcuno pensava che avrebbero mollato subito, beh si sbagliava di grosso. Il Movimento 5 Stelle Molise sta prendendo piede con forza costante e pervasiva. Il loro Gruppo su Facebook conta 677 membri. Per intenderci, il triplo rispetto al Gruppo “Paolo Frattura per il Molise”, che sostiene colui che parrebbe essere il futuro vincitore delle Primarie del centrosinistra. Le caratteristiche del M5S? Nessun politico, età media sotto i 30 anni, idee chiare e innovative, capacità nell’uso del mezzo tecnologico. Obiettivo? Presentare una lista alle Regionali di Ottobre. E per far capire che non scherzano ci hanno mandato le risposte alle famose dieci domande su cui si sono confrontati i candidati di centrosinistra. Il risultato? Giudicate voi…

Il logo del Movimento 5 Stelle Molise

1) Visto il momento storico e socio economico e le prospettive che gli attuali scenari fanno immaginare, anche alla luce dei provvedimenti del Governo su accorpamento di Province e comuni fino a 1.000 abitanti; secondo Voi ha ancora senso tenere in vita la Regione Molise? La macro regione è un pericolo o un’ opportunità?  Cosa pensate dell’eventualità  di una autonomia “alleggerita”,  ovvero di funzioni (esempio politiche produttive, infrastrutture ecc. ) da esercitarsi in ambito di macroregione?

La gestione autonoma della nostra Regione è stata sicuramente fallimentare se andiamo a confrontare tutti i parametri occupazionali, di produttività, di sviluppo, di crescita, di sanità, di costi della PA con quelli della Regione Abruzzo, dalla quale ci siamo separati oltre quarant’anni fa!

In tempi di grave crisi economica, oltre ad avere costi di gestione inaccettabili (poi la Regione Molise batte tutti i record in questo
senso), la Regione non riesce a dare risposte in termini di sviluppo e di servizi al territorio: sicuramente una gestione delle risorse in un ambito più ampio può garantire maggiore affidabilità degli investimenti e ridurre notevolmente le sacche clientelari che in questi decenni hanno fossilizzato lo sviluppo del territorio.

 

2) Cosa pensate dell’idea di fare del Molise una “zona franca e di sperimentazione” dove applicare una semplificazione amministrativa spinta, una forte libertà imprenditoriale, una “No Tax Area” ? Potrebbe essere una proposta da porre sul tavolo di un negoziato sul federalismo?

L’introduzione della No-Tax area sarebbe sicuramente un enorme opportunità per il rilancio dell’occupazione sul nostro territorio è porterebbe enormi benefici: queste condizioni però dovrebbero essere subordinate ad una reale conoscenza delle esigenze del territorio, nonchè alla realizzazazione di cicli produttivi virtuosi che facciono della qualità delle produzioni locali (artigianato ed alimentare su tutte), dei servizi e del basso impatto ambientale (km zero, risparmio energetico) la propria bandiera! Si creerebbero così i presupposti per la realizzazione di una rete di piccole e medie imprese che è alla  base di un rilancio dell’economia nel nostro territorio.

 

3) È  opinione diffusa che non può esserci sviluppo senza ricerca e innovazione; inevitabile parlare allora dell’Università del Molise. Ritenete che l’ateneo molisano abbia fatto tutto il possibile in questa direzione?

L’aumento della popolazione studentesca, soprattutto dei fuori sede, ha permesso negli ultimi anni di far girare in maniera importante l’economia, specie nel capoluogo: affitti, divertimento, servizi, trasporti, etc.. ma questo sembra davvero essere l’unico merito della nostra Università!

C’è sicuramente necessità di puntare sulla qualità dei corsi di laurea e non sulla quantità dei laureati! In più sarebbe opportuno creare dei canali che permettano agli studenti, oltre che di realizzare le loro tesi in azienda, anche di agevolare le aziende stesse affinchè per un periodo non inferiore ad un anno si avvalgano della collaborazione dei neolaureati stessi con eventuale fine del rapporto non in funzione degli interessi dell’azienda, ma della professionalità creatasi del lavoratore-studente: naturalmente tutto questo è possibile solo creando una sinergia forte Regione-Impresa-Università e realizzando quindi i presupposti per una sana gestione aziendale.

 

4) Il centro sinistra non ha mai detto con chiarezza ed univocità come immagina il sistema sanitario regionale, preferendo limitarsi alle critiche (giuste) verso la gestione del centro destra, che ha portato al disastro finanziario e dei servizi. Provando a mettere le mani nelle scelte che dovranno comunque farsi, Vi sembra realistico illudere i molisani che tutti gli ospedali potranno rimanere aperti? Non sarebbe più opportuno dire chiaramente quali sono gli interventi e i tagli da fare?

Gli ospedali realizzati, ove economicamente possibile, possono anche restare aperti, ma solo con unità funzionali al territorio in cui insistono! Reparti di geriatria, pronto soccorso et simila nei presidi periferici e unità d’avanguardia nelle sedi centrali (soprattutto Campobasso e Termoli da potenziare per il bacino di utenza coinvolto). Inoltre dovrebbe essere effettuata una sostanziale diminuzione del numero di amministrativi per riequilibrare la proporzione con il personale medico.

 

5) Ritenete sostenibile l’attuale situazione di  circa 800 dipendenti regionali, un centinaio di dirigenti, senza contare le decine di consulenze e gli enti strumentali e partecipati? Ve la sentite di condividere l’idea di una forte cura dimagrante degli organici regionali, che potrebbero ben gestirsi con non più di 500 dipendenti e massimo 10 dirigenti, introducendo opportune innovazioni tecnologiche nella gestione della stessa?

Il rapporto numero abitanti / dipendenti pubblici è tra i più alti d’Europa: questa situzione comporta quindi avere una forte sproporzione tra il costo del servizio e la qualità del servizio stesso ottenuto! La realizzazione di una rete di idee, di professionalità e di competenze secondo il M5S và a concretizzarsi proprio nell’ausilio dello strumento di internet che, usato in maniera intelligente (es. decartolarizzazione degli uffici pubblici; possibilità di ottenere servizi da PA direttamente da casa sul web, etc.), porta naturalmente a ridurre, e anche di molto, il numero insostenibile di dipendenti e consulenti regionali. In più la riduzione deve avere come contraltare una strategia per il reimpiego degli addetti e soprattuto và introdotto un sisteama di controllo-valutazione produttiva realmente efficace.

 

6) La classe politica regionale protesta contro le recenti scelte del Governo su province e comuni di piccole dimensioni. Ma se le casse dei comuni  sono sempre più esigue e da almeno 20 anni si vede il pericolo dell’estinzione a che serve scandalizzarsi? Non è meglio porsi seriamente il tema degli accorpamenti dei comuni con un sistema premiale a chi lo attua prima e meglio?

Per quanto riguarda l’accorpamento dei piccoli comuni esso và inteso non in un’ottica di mero risparmio economico (che non sarebbe neanche molto importante in termini quantitativi) ma và visto nella sua completezza, ovvero nel fatto che tutti i servizi di cui necessitano piccole comunità che hanno in comune caratteristiche territoriali, strade di accesso e quant’altro, debbano essere organizzati in un’ottica di insieme per permettere una gestione più efficace. Un esempio su tutti, oltre a quello della realizzazione di strutture scolastiche intercomunali, può essere fatto sulla raccolta dei rifiuti: che senso avrebbe, ad esempio, l’amministrazione di Campolieto che fa 80% di differenziata se poi Monacilioni ne fa il 2%?! Il movimento in questo senso non può dare, come nessuno del resto, delle risposte definitive, ma vuole indicare una strada che porti ad una realizzazione condivisa e partecipata di queste scelte da parte di tutte le parti in causa, ovvero i cittadini delle singole realtà e non i loro amministratori!

In questo senso è inoltre anche da individuare la scelta che il M5S ha fatto a livello nazionale di non presentarsi alle elezioni provinciali: nel nostro programma nazionale è prevista l’eliminazione di tutte le province!!

 

7) Il  Molise è terra di “carriere senza meriti” e di “meriti senza carriera”, per cui le intelligenze vanno via ed i mediocri trovano “il posto”. Qual è la Vostra ricetta per affermare una stagione della meritocrazia?

La meritocrazia è un concetto cardine per il M5S ma sappiamo anche che le cose non possono cambiare da un giorno all’altro. La ricetta peraltro già esiste: se i concorsi pubblici nel tempo fossero stati svolti tutti regolarmente o se molti molisani al momento del voto non fossero stati vittime di clientelismi o di interessi economici, a quest’ora avremo sicuramente una classe dirigente migliore. Vogliamo gettare le basi per una società, obiettivo ambizioso, in cui chi ha le capacità possa, voglia liberamente esprimersi e prendere decisioni importanti per la comunità, senza doppi fini, slegati da interessi economici. Questo è anche il concetto di rete di cittadini che stiamo creando dove alla base c’è la trasparenza che desideriamo “imporre” anche in Consiglio Regionale, con l’aiuto di internet. La trasparenza porta alla meritocrazia, non c’è ombra di dubbio.

 

8) Tra i patrocinati di questa regione si annoverano diversi imprenditori,  specialisti nell’incamerare i profitti e socializzare le perdite. È troppo liberista, a Vostro giudizio, affermare che gli  imprenditori notoriamente inadeguati devono semplicemente chiudere e dare invece spazio a nuove energie imprenditoriali? Qual è la Vostra opinione sullo Zuccherificio del Molise, sul gruppo Arena-Solagrital, Conservificio del Molise e sulle altre (troppe) aziende partecipate dalla Regione?

E’ importante che i grandi nuclei industriali della regione vengano in qualche maniera tutelati, soprattutto per i lavoratori coinvolti, ma è necessario capire una cosa: la Regione non può divenire una partecipata di aziende private e rimetterci solo soldi su una sorta di modello già altre volte visto in Italia “good company-bad company”! Se un’azienda è in crisi deve capirne le ragioni e non aspettare soldi che piovano dal cielo: se è il mercato a creare problemi allora deve avvenire una conversione delle produzioni che permetterebbe, utilizzando più o meno gli stessi impianti, con piccoli corsi di formazione per i lavoratori, di ricavarsi una nuova fetta di mercato, da ricercare magari anche in quella che molti, un pò imprudentemente, chiamano “green economy”!

 

9) Può ancora dirsi che il Molise è il “cuore verde d’Italia”? Cosa pensate della politica energetica attuata dal centro destra in questi anni? Qual è la Vostra proposta su ambiente, energia, tutela e salvaguardia del territorio? Ritenete utile una legge regionale che obblighi tutti alla raccolta differenziata dei rifiuti?

Per quanto riguarda la produzione energetica sarebbe necessario un adeguamento della rete distributiva che troppo spesso non permette ad un privato di realizzare un piccolo impianto per l’autosostentamento energetico e la vendita del surplus: la politica deve essere quella della realizzazione di tanti piccoli impianti con un sistema di cogenerazione diffusa! Ognuno produce quello che gli serve in termini di energia elettrica e calore, e il resto lo riversa sulla rete!! Non sarebbero più necessari grandi impianti che spesso vanno ad intasare la rete (un esempio su tutti le pale eoliche ferme)!

Per quanto riguarda la raccolta differenziata il molise è terribilmente indietro rispetto a tutte le medie nazionali ed europee: la raccolta differenziata non dovrà mai essere subordinata alla realizzazione di CDR per incenerimento! La logica deve essere inoltre quella di ridurre il consumo (es. riduzione numero imballaggi, prodotti alla spina) e successivamente a questo approccio andare a pensare ad un sistema di riciclo totale della parte inorganica dei rifiuti sul modello di Vedelago (con recupero del 98% della materia) e la realizzazione di grossi centri di compostaggio per la parte organica! L’obiettivo, seguendo quella che è la strategia “rifiuti zero” deve essere quello di chiudere tutte le discariche nel giro di 10-15 anni.

 

10) Tra annessi e connessi un consigliere regionale incassa mensilmente non meno di 11.000 – 12.000 euro.  Qual è il compenso giusto a Vostro parere? Vi impegnate formalmente a sostenere una riduzione dei costi della politica, senza rifugiarsi in concetti fumosi e giri di parole? O è un tema troppo qualunquista?

Per quel che riguarda l’indennità i consiglieri 5 stelle in giro per l’italia si sono ridotti dell’80% il loro stipendio, proponendo poi in seno al consiglio di fare altrettanto (almeno il 50%). Il movimento poi non percepisce rimborsi elettorali (che sono una sorta di finanziamento pubblico ai partiti solo con un altro nome) e chiede con forza l’abolizione degli altri privilegi, come le auto blu o i vitalizi: non è possibile che un consigliere regionale dopo 5 anni si ritrova una pensione, cumulabile e reversibile, pari al 30% del suo stipendio lordo!

 

P.S. A queste dieci domande, che Infiltrato.it ha rivolto a tutti i candidati per le Primarie del centrosinistra, il Movimento 5S Molise ha voluto aggiungerne una undicesima.

 

11) Quali misure adotterebbe il futuro governatore ‘di sinistra’ per combattere le infiltrazioni camorristiche esistenti ed ostacolare ulteriori suoi sviluppi nel territorio ?

11) Grazie all’inerzia dei politici (a voler essere buoni), all’omertà del popolo molisano e al superficiale approccio alle denunce sporte dai cittadini da parte delle procure molisane, le mafie si sono introdotte facilmente nel tessuto economico/sociale del territorio. Lo smaltimento illegale dei rifiuti tossici, appalti pubblici e riciclaggio sono diventati il vero fardello che toglie ogni speranza…che non fa intravedere un futuro migliore. Noi, cittadini attivi, del movimento cinque stelle crediamo nel ‘controllo e nella prevenzione’. Questa è la nostra ricetta:
• l’Utilizzo ed il potenziamento dell’Ossevatorio Centrale degli Appalti Pubblici.
• L’eliminazione delle consulenze esterne (spesso vere e proprie tangenti).
• Maggiori controlli sulle ditte edili che svolgono attività di ‘movimento terra’.
• Esclusione dagli appalti pubblici di tutte le ditte edili sottoposte ad indagini in procedimenti penali.