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Legambiente vs ARPA Molise/ Parla il biologo marino Delle Fratte: “L’ecosistema marino è a rischio.”

Il ‘mare coca-cola’ preoccupa i bagnanti ed anche i politici, come il consigliere Massimo Romano che ha presentato una denuncia per capire meglio la situazione sul litorale. In effetti qualcosa non quadra: confrontando i dati ricavati dal monitoraggio di Goletta Verde di Legambiente, la situazione sulla costa molisana è di ‘forte inquinamento’ mentre l’ARPA Molise ammette delle anomalie ma ‘tutto nella norma’. Come possono divergere così tanto dei giudizi scientifici? Qualcuno ha sbagliato oppure si cerca di non dire la verità? Ne parliamo con il biologo marino Riccardo Delle Fratte che ci tiene a precisare «Niente allarmismi, bisogna valutare con razionalità».

di Maria Cristina Giovannitti

La scienza non è un’opinione e i dati scientifici non possono divergere così tanto come nel caso del monitoraggio compiuto sulle coste molisane da Goletta Verde, la campagna estiva di Legambiente, rispetto ai dati ricavati, invece, dall’ARPA Molise.

Pochi giorni prima del fenomeno ‘mare coca-cola’, che ha visto chiazze oleose e di colore rosso/marrone insieme ad un odore nauseabondo, Goletta Verde di Legambiente, il 27 luglio, ha compiuto delle analisi sulle acque molisane stilando un dossier catastrofico: «Emergenza foci in Molise. I prelievi sulla costa compiuti dai biologi di Legambiente hanno evidenziato tre punti presso fiumi e torrenti che presentano livelli di inquinamento microbiologico con valori doppi rispetto ai limiti di legge». I tre punti citati sono: la foce del fiume Biferno che ricade nel comune di Campomarino; la foce Torrente Sinarca che sfocia a Termoli e in ultimo la Foce Torrente Tecchio, nel comune di Petacciato. Per tutte e tre si parla di acque ‘fortemente inquinate’ perché «il numero degli Enterococchi intestinali  (batteri intestinali) è maggiori di 400 UFC/100 ml e/o Escherica Coli maggiori di 1000 UFC/100 ml». Inoltre Legambiente sottolinea come causa principale dell’inquinamento marino, l’inefficienza dei depuratori e la non adeguata regolamentazione alle norme europee. Se i comuni molisani non hanno dei depuratori adeguati, gli scarichi arrivano direttamente nei fiumi senza una giusta filtrazione per poi inquinare le acque del mare. Insomma una situazione pericolosa.

Risponde l’ARPA Molise che dal 29 luglio al 7 agosto ha monitorato costantemente le acque molisane compiendo delle proprie analisi biologiche: ammette una situazione di anomalia ma tutto che rientri nella norma. Leggendo il dossier dell’ARPA Molise la situazione è questa «Dagli accertamenti di laboratorio si è potuto stabilire che il fenomeno era dovuto ad una fioritura dell’alga Raphidophycea Fibrocapsa japonica, non tossica per l’uomo». Nel resoconto stilato dall’Arpa non si parla di pericolosità ma di una situazione che si è verificata già nel 2009. Insomma niente di grave e niente che faccia pensare ad una situazione di ‘forte inquinamento’. E com’è possibile? Chiediamo il parere a Riccardo Delle Fratte, biologo marino che lavora presso l’Università degli Studi della Tuscia ed esperto di ecologia marina e acquacoltura. Che idea si è fatto leggendo i resoconti stilati da Legambiente e dall’ARPA Molise?

Il rapporto di Legambiente è sicuramente meno dettagliato di quello dell’Arpa poiché mancano i dati relativi ad alcuni parametri ( per esempio quelli dei nutrienti come azoto e fosforo ) e quelli presenti sono in alcuni casi indicati senza fornire numeri precisi. Goletta Verde però inquadra una situazione critica, in particolare dal punto di vista dell’inquinamento microbiologico. Il dossier dell’ARPA Molise ritiene invece quasi tutti i parametri abbondantemente entro i limiti previsti dalla legge con l’eccezione di alcune vistose anomalie nella concentrazioni di nutrienti come fosfati e ortofosfati, ammettendo però che tali scompensi possano essere all’origine delle fioriture algali degli ultimi periodi. Ciò che sorprende è la totale mancanza di una esplicita volontà da parte dell’ARPA di ricercare la causa di tali irregolarità.

 

Insomma chi parla di ‘forte inquinamento’ e chi sottolinea ‘niente allarmismi’…

E’ vero, quando si parla di ambiente non bisogna scatenare il panico facendo allarmismi. Bisogna compiere analisi dettagliate, capire l’eventuale problema e risolverlo. In effetti le due opinioni contrastano:i dati sull’inquinamento microbiologico prodotti da Legambiente non collimano con quelli  dell’Arpa che li ritiene nella norma. Insomma è chiaro che due posizioni così discordanti non possano essere entrambe veritiere…

L’ARPA Molise parla di un’alga, la japonica. Può essere pericolosa per i bagnanti?

L’alga citata non è tossica per l’uomo, però visto che il mare è tutt’altro che diviso in camere stagne, un peggioramento delle condizioni ambientali può, prima o poi, favorire l’arrivo anche di specie velenose. La japonica può inoltre creare problemi agli organismi marini, all’ecosistema e di riflesso anche all’economia. Comunque alga a parte, l’acqua deve rispettare i valori stabiliti dalla legge altrimenti la situazione diventa pericolosa.

E allora che si fa, aspettiamo che arrivino le alghe letali anche sulle coste del Molise?

L’Adriatico presenta una morfologia particolare. La sua forma lunga e stretta, unita alle bassissime profondità di buona parte del suo bacino, non consentono spesso lo svilupparsi di forti turbolenze utili ad un mescolamento ottimale delle acque. Inoltre l’estate è proprio il momento dell’anno in cui l’azione delle onde è notoriamente di minore entità. Il fattore più determinante però è quello antropico: il vostro mare infatti riceve tutti gli scarichi delle numerose comunità che vi si affacciano, compresi tutti quelli della Pianura Padana. Questo è per dire come non sia un caso che le fioriture algali e le mucillagini si presentino più spesso nell’Adriatico che in altri mari più aperti sulle cui rive arrivano meno scarichi urbani ed industriali. Insomma nell’Adriatico certe fioriture stanno diventando “normali”.

Allora dobbiamo abituarci alla japonica e alle future alghe tossiche?

In una certa misura si, poiché ormai queste alghe sono entrate nell’ecosistema del Mediterraneo e non c’è modo di liberarsene. Però proprio perché il “vostro mare” è così a rischio dovete essere ancora più attenti delle comunità tirreniche, altrimenti potreste avere seri problemi. Insomma bisogna prevenire con serrati controlli delle acque e manutenzione dei depuratori, la maggior parte dei quali in Italia inefficienti o sottodimensionati. Ciò che altrove appena si nota, nell’Adriatico rischia di diventare pericoloso.

Quindi niente allarmismi, però la situazione è grave?

La situazione dell’Adriatico non è delle migliori già di per sé. Consideriamo, poi, che le alghe possono circolare ovunque, comprese quelle tossiche. I controlli devono essere ripetuti spesso e l’ARPA Molise ha il dovere di farli.

Possiamo parlare della costa molisana come “fortemente inquinata” a questo punto?

Occorre innanzitutto distinguere le situazioni croniche da quelle acute. Le prime sono il frutto dell’interazione di molteplici problematiche spesso presenti sul territorio da decenni. Per porvi rimedio occorrono piani di risanamento e gestione ambientale a lungo termine. Diverso è il caso degli inquinamenti acuti poiché questi si verificano in brevissimi lassi di tempo ad opera di soggetti senza scrupoli. In questo caso occorrono indagini tempestive e risolute per individuare i colpevoli e condannarli. Qualunque sia lo stato della vostra costa però possono dirlo soltanto i numeri prodotti dalle analisi, le quali devono essere frequenti, rigorose e trasparenti nei contenuti. In questo caso quindi mi chiedo: quali sono i reali valori relativi allo stato di salute delle vostre acque? Quelli presentati da Legambiente, dall’ARPA Molise o da nessuno dei due? Perché se l’ARPA Molise ammette di aver individuato delle anomalie che potrebbero aver provocato o ingigantito la fioritura di japonica, non indaga per trovarne le cause e per evitare il rischio che la situazione peggiori ulteriormente?