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Primarie Molise/ SANITÀ e AMBIENTE: i 5 candidati a confronto

I cinque candidati del centrosinistra si confrontano sui temi di sanità e ambiente e rispondono secondo quello che è il programma che intendono realizzare.

4) Il centro sinistra non ha mai detto con chiarezza ed univocità come immagina il sistema sanitario regionale, preferendo limitarsi alle critiche (giuste) verso la gestione del centro destra, che ha portato al disastro finanziario e dei servizi. Provando a mettere le mani nelle scelte che dovranno comunque farsi, Le sembra realistico illudere i molisani che tutti gli ospedali potranno rimanere aperti? Non sarebbe più opportuno dire chiaramente quali sono gli interventi e i tagli da fare?

 

NICOLA D’ASCANIO

Se non è realistico illudere è certamente beffardo e incostituzionale privare i Molisani del diritto alla salute; la Sanità e funzione principale di uno stato democratico. Il limite di spesa non può costituire un fossato invalicabile ,superabile soltanto da chi possiede una carta di credito ben fornita ,perché ciò comporterebbe la disgrazia di non essere curati per molti cittadini. Ritengo che l’attuale pianificazione vada corretta,applicando i seguenti criteri programmatici : sviluppo della prevenzione,territori,politiche socio – assistenziali ( a valle degli ospedali),ampliamento del bacino di utenza per implementare le eccellenze,riduzione delle diseconomie con accordi di programma interregionali,abbattimento di ogni spesa superflua in campo medico e farmaceutico, mediante la riduzione degli incarichi, l’integrazione tra ospedali  ed un centro unico dei costi. Una volta fatti i conti,si verificherà sulla base degli effettivi bisogni ,quali servizi andranno,eventualmente,tagliati.

 

 

ANTONIO D’AMBROSIO

Bisogna togliere alcuni ospedali e aprire alla partecipazione dei privati in un piano sanitario serio attraverso il quale può essere elevata la qualità del pubblico. Farlo rimanere così equivale alla morte del sistema sanitario regionale. E questo va combattuto.

 

 

PAOLO DI LAURA FRATTURA

Non è esatto sostenere che il centrosinistra non abbia denunciato le storture del sistema sanitario regionale. Detto questo, credo non sia realistico dire che tutti gli ospedali dovranno rimanere aperti con tutti i reparti, non sarebbe però ragionevole decidere tagli “lineari” ai posti letto piuttosto che ai reparti o agli ospedali. Quella che serve è una progettazione sanitaria compiuta da persone competenti che abbiano alle spalle esperienze esemplari (ce ne sono, il problema è sceglierli in modo trasparente, con avvisi pubblici e commissioni al di sopra di ogni sospetto) che ponga mano al costo delle degenze, alla loro durata, all’organizzazione del 118, ai sistema dei “Pronto Soccorso” e dei Presidi di cure primarie, alla prevenzione sul territorio (screening, telemedicina, ecc. ecc.), alla riabilitazione per una regione con un notevole tasso di invecchiamento.

Occorre spostare l’attenzione dal numero delle infrastrutture esistenti,  al valore del livello di servizio che tali organizzazioni  devono dare al territorio.

L’attuale diffusione capillare della degenza ospedaliera, dovrà essere ridimensionata per lasciare il posto ad una capillare diffusione della gestione dell’emergenza riuscendo anche a valorizzare e a stabilizzare  l’esistente rete di volontari.

Tutto questo si può fare: valorizzando le professionalità e disboscando privilegi e corporativismi, ascoltando e dialogando con gli operatori, le loro associazioni, chiamandole tutte a una presa di responsabilità per riportare la sanità molisana dentro un binario di efficienza che la ponga al medesimo livello delle regioni più virtuose e con un migliore servizio ai cittadini.

I molisani spendono 90 milioni di euro per farsi curare fuori regione. Quindi il sistema sanitario in atto, paradossalmente, non è in grado di soddisfare la domanda . Se il disavanzo della sanità del 2010 è di 70 milioni (90-20) significa che non ci possiamo permettere 7 ospedali:  pagare 4.300.000€ di oneri morosità in un anno è da folli. Occorre gestire il sistema sanitario guardando anche alle voci di bilancio.

Al cittadino interessa che ad un’eventuale emergenza vi sia una risposta veloce ed efficiente mentre non fa grossa differenza se si devono percorrere 20 o 40 minuti di strada per trovare la professionalità che risolva un problema che richieda un intervento specialistico. Il servizio del 118, ad esempio, così com’è affidato in larga parte ai volontari precari va radicalmente ripensato in termini di professionalità e di servizio?

 

 

MICHELE PETRAROIA

Sulla sanità và aperto un confronto col Governo che ci aiuti ad avere un riparto del fondo nazionale che tenga conto dei tratti orografici e della frammentazione delle nostre comunità. Con l’attuale attribuzione annuale e la modesta base imponibile locale non c’è scampo. Per questo invito tutte le forze politiche a non disperdere energie in dispute campanilistiche inconcludenti ma a fare fronte comune verso Roma e a non escludere percorsi di unificazione istituzionale con Abruzzo e Marche. Nella situazione esistente bisogna riflettere sul 40% di posti letto alle strutture private che non sempre garantiscono eccellenza e prestazioni di elevata qualità non reperibile negli ospedali pubblici. Bisogna ipotizzare un servizio territoriale di emergenza capace di garantire in ogni angolo del Molise un intervento immediato e qualificato col trasporto del malato in una struttura attrezzata per quella patologia. Occorre riordinare il sistema tagliando i troppi dirigenti amministrativi, riportando nelle corsie i medici e paramedici comandati in attività burocratiche, riordinando i reparti e le specializzazioni per i diversi ospedali senza accavallamenti o duplicazioni inutili, riconvertendo e riorientando parte delle strutture su attività di cura e di riabilitazione per offrire a livello regionale prestazioni che oggi vengono effettuate con la mobilità passiva in centri extra-regionali. Ci sono proposte degli operatori sanitari molisani molto oculate che possono aiutarci a risparmiare, a riorientare e riconvertire senza limitare i diritti dei pazienti o abbandonare aree montane al proprio destino.

 

 

MASSIMO ROMANO

L’aspetto più ignobile è la parentopoli di alcune note famiglie politiche, a partire da quella di Iorio, nella sanità pubblica e privata. La sanità va bonificata dal conflitto d’interessi con la politica. Non parlo solo di politici proprietari di cliniche private, parlo anche di medici nelle commissioni d’invalidità, di consiglieri comunali titolari di uffici nelle asl ecc. Gli ospedali, seguendo l’insegnamento di Iorio, stanno chiudendo per consunzione. Non solo Venafro, Agnone e Larino, anche il Cardarelli, un tempo ospedale regionale. Il mio obiettivo è trasferire la sanità dagli ospedali al territorio, riconvertendo i poli periferici in strutture ad altissima specializzazione.

 

9) Può ancora dirsi che il Molise è il “cuore verde d’Italia”? Cosa pensa della politica energetica attuata dal centro destra in questi anni? Qual è la Sua proposta su ambiente, energia, tutela e salvaguardia del territorio? Ritiene utile una legge regionale che obblighi tutti alla raccolta differenziata dei rifiuti?

 

NICOLA D’ASCANIO

Continuando di questo passo il Molise ,che ha già perso il cuore verde,rischia di perdere anche la sua anima verde. Siamo tutti sufficientemente informati della quantità di percolato che inquina i territori del Basso Molise,con le conseguenti ricadute sulla salute degli abitanti delle zone maggiormente inquinate. E’,invece,” ufficialmente” scoperta solo degli ultimi tempi l’allarme diossina relativamente alla zona di Venafro,ma molto sul tema si potrebbe dire anche per l’Alto Molise.Per quanto attiene alla politica energetica in negativo,bisogna solo scegliere tra la centrale a turbogas,sulla cui realizzazione è aperta un’indagine,l’eolico selvaggio che rischia di compromettere anche siti archeologici straordinari e la mancata centrale nucleare ,grazie al voto del Referendum popolare. Ho dimostrato da presidente della Provincia quali siano le mie linee programmatiche su questi temi,contrastando,anche per vie legali,quando possibile,politiche regionali non rispettose dell’ambiente,della salute e del territorio. In campo energetico accenno soltanto alla pianificazione  della produzione energetica, e alla contrattazione , con il gestore nazionale,di concrete ed utili contropartite al surplus energetico regionale, da utilizzare a sostegno delle politiche di welfare;

La raccolta differenziata,da attuare certamente,richiede una nuova pianificazione  e molta,davvero molta,concertazione.

 

 

ANTONIO D’AMBROSIO

Come regione dobbiamo fare una premialità sul raggiungimento degli obiettivi della raccolta differenziata. Bisogna verificare che il raggiungimento di questi obiettivi sia portato a termine. La regione si può convertire benissimo ci sono ancora altri spazi per poter fare produzione energetica con il solare. Punterei molto sulle piccole attività per produrre energia elettrica, sono tutti investimenti da fare. Questa è la prospettiva, no alla turbogas e al nucleare.

 

 

PAOLO DI LAURA FRATTURA

Nel 2006 è stato approvato il “Piano Energetico Ambientale Regionale del Molise” nel quale, anche se in maniera alquanto superficiale, si ribadiva il fondamentale ruolo dell’”elemento energia“  quale  fattore importante per lo sviluppo del territorio.  Le buone intenzioni  manifestate nel  documento rimangono lettera morta in considerazione del fatto che poco o niente è stato attuato, né tantomeno incentivato in maniera incisiva e continua.   La dimostrazione di quanto poco siano stati declinati questi principi è nella confusionaria e continua proliferazione di leggi e delibere sul tema delle energie rinnovabili, spesso, quasi sempre, annullate da sentenze del TAR o impugnate  dalla Corte Costituzionale.

Le energie rinnovabili rappresentano, invece, una opportunità per il territorio ma vanno identificate all’interno di un quadro normativo stabile e chiaro che metta tutti gli attori (istituzionali e privati) su un piano di trasparenza degli iter autorizzativi. E quindi regole e tempi certi.

C’è da fare innanzitutto un distinguo : le rinnovabili fini a se stesse il cui esercizio non comporta alcuna opportunità di sviluppo e di lavoro per il territorio nel quale si insediano, sono da regolamentare opportunamente tenendo conto del reale impatto ambientale e paesaggistico complessivo. Cosa diversa è promuovere fonti rinnovabili derivate da filiere delle biomasse destinate a piccoli impianti che consentono di valorizzare risorse già disponibili, utilizzare e promuovere la nascita di operatori locali, assicurare, negli anni, lavoro e sviluppo.

Per quanto riguarda il fondamentale tema della raccolta differenziata più che ad una legge regionale e in considerazione degli attuali livelli minimi, sarebbe importante prendere in considerazione gli obiettivi nazionali esistenti che prevedono valori minimi di differenziata ampiamente disattesi nella stragrande maggioranza dei nostri comuni. E’ da citare la classifica dei COMUNI RICICLONI elaborata da Legambiente nella quale compare un solo comune molisano, San Martino in Pensilis, come virtuoso in materia di raccolta e gestione del ciclo dei rifiuti. C’è ancora molto da fare quindi.

Più in generale, la questione ambientale deve essere vista, a mio parere, in un’ottica non soltanto conservativa e difensiva ma inquadrando il tema della sostenibilità – tema decisivo, centrale, su cui oggi passa la linea di demarcazione più netta tra gli schieramenti politici – in una visione che colga l’importanza fondamentale, su scala locale, per il Molise, di valorizzare il suo territorio come una risorsa preziosa.

 

 

MICHELE PETRAROIA

Sui rifiuti occorre un nuovo Piano Regionale che ci sollevi dall’ultimo posto nella graduatoria nazionale per raccolta differenziata. Sull’ambiente vanni rivisti i meccanismi e gli organi di prevenzione, monitoraggio e controllo, stante i gravi eventi accaduti sullo smaltimento illecito, sulla contaminazione delle acque, sulle emissioni in atmosfera e sul rischio diossina a Venafro. Il Molise gode di un’invidiabile posizione geografica ed ha una bassa densità demografica. Questi due elementi uniti alla valenza paesaggistica e al patrimonio culturale possono offrici un appiglio per politiche ecocompatibili che creino sviluppo e occupazione attraverso una riconversione ecologica della nostra economia. Per salvaguardare tale possibilità è indispensabile evitare la devastazione del territorio con interventi invasivi che consentono lucrose speculazioni a chi arriva da fuori e lasciano poche briciole sul territorio. Sulla politica energetica ricordo che il Molise produce già per 4 volte in più del proprio fabbisogno annuo ed è tra le regioni all’avanguardia in Europa per quantità di produzione da fonti rinnovabili. Non accettiamo lezioni da nessuno sull’argomento. Abbiamo già dato e c’è una soglia di tolleranza che non và oltrepassata altrimenti diventeremo una foresta pietrificata con pannelli fotovoltaici, pale eoliche, centrali a biomassa e turbogas che muteranno irreversibilmente i nostri tratti identitari e paesaggistici.

 

 

MASSIMO ROMANO

Molise a rifiuti zero. Sarebbe facile, forse però scontentiamo qualche operatore dei rifiuti. Ma quale cuore verde? Vada a Venafro a parlare di diossina con le mamme per la salute, a Termoli vada a vedere il tasso di mortalità per malattie ambientali, al nucleo industriale si vada a verificare la contaminazione dei terreni dopo lo sversamento del percolato. Anche l’acqua ormai è contaminata! E restano tutti al loro posto… boh…