ANDREA SCANZI/ “Ti svelo un segreto: non andrei mai a cena con…”
Andrea Scanzi, in tour con il suo ultimo spettacolo teatrale Salvimaio, si confessa ai nostri microfoni. E ci svela il suo segreto.
Dopo l’intervista con la poliedrica Lorenza Bassetti, abbiamo intercettato Andrea Scanzi, che quanto a versatilità non si fa mancare nulla.
Giornalista, scrittore, attore teatrale, conduttore di programmi tv e grande amante della gnocca, “da edonista quale sono”.
Il suo spettacolo teatrale Salvimaio – tratto dall’omonimo libro – mette in scena la Terza Repubblica segnata dal populismo, “che non è sempre negativo”, e dai dilettanti allo sbaraglio.
E allora ci siamo divertiti a mixare i due temi – teatro e populismo – in un’intervista che scorre veloce e ritmata come “La Caccia” del suo riferimento culturale Giorgio Gaber.
L’unica questione che ancora ci sfugge è se Scanzi fosse più corrosivo – parola buonista per dire stronzo – da piccolo o da grande.
Dubbio che risolveremo nella prossima intervista.
Cosa ti ha spinto a portare in scena il racconto giornalistico?
L’amore per il teatro e la coincidenza. L’amore per il teatro l’ho sempre avuto, fin da quando ero ragazzo e andavo a vedere i più grandi – Gassman, Fo, Gaber.
La coincidenza è capitata otto anni fa, nel febbraio 2011, quando la ‘Fondazione Gaber’ mi chiese di fare una serata a Voghera per raccontare il Signor G.
Fu la tua prima volta in scena?
Sì. Non l’avrei mai detto ma oggi sono felice di farlo, sul palco mi diverto e fortunatamente ho un pubblico.
Quel giorno c’erano anche i tuoi familiari? Come hanno reagito?
Quello era un periodo molto strano della mia vita, ancora non ero al Fatto Quotidiano, c’era una grande emozione. Mi seguirono i miei genitori, i miei zii e c’era anche la mia compagna dell’epoca, che tra l’altro era già famosa, Selvaggia Lucarelli.
Paura, eh?!
Il teatro era pieno ma credo che fossero più emozionati loro, soprattutto i miei genitori, che il sottoscritto. Evidentemente sono uno dei tanti mezzi timidi che quando vanno sul palco si sentono a loro agio.
E ci stai anche a lungo, visto che con Salvimaio resti in scena 90 minuti senza intervallo. Come diavolo fai? Prendi qualcosa?
(ride di gusto)
No, in realtà non prendo niente. Anzi sono molto salutista e quindi non mi aiuto neanche con le sigarette, figurati con cose ben peggiori. Mi concedo solo l’acqua e il bicchiere di vino che c’è in scena.
Lo spettacolo dura anche cento minuti…
La parlantina non mi manca e sono molto preparato fisicamente: mi hai chiamato adesso dopo 15 km di corsa.
Il tuo teatro è…
È un teatro giornalistico, di narrazione. Lo stesso che fa Marco Travaglio o che ha fatto Federico Rampini. Scrivo i miei testi, li racconto e li interpreto. E infatti non sono un attore teatrale.
Certo, in otto anni sicuramente avrò anche migliorato la mimica facciale, oggi ci sono dei momenti più recitati, però il mio resta comunque un racconto.
Qual è il tuo attore teatrale di riferimento?
Sono cresciuto con il teatro canzone di Gaber, un fenomeno, uno che recitava e cantava. Come approccio, come atteggiamento intellettuale, come presenza scenica, penso anzitutto a lui.
Cos’è per te il populismo?
Dipende dall’accezione. Ma non è necessariamente un concetto negativo.
Ascoltare le esigenze delle persone comuni – e non vivere negli attici come spesso fanno i politici di professione – è una cosa meravigliosa.
Prenderle in giro, parlando solo alla loro pancia, è una cosa che fa schifo.
Il più populista di tutti è…
Salvini.
Voglio condividere con te una riflessione.
Quello che abbiamo oggi è il risultato del ventennio berlusconiano, vissuto all’insegna del manicheismo più sfrenato: o con me o contro di me.
Tutto ruota attorno a questo concetto, per cui: o con Salvini o contro Salvini; se critichi i 5 stelle sei contro i 5 stelle; se critichi l’accoglienza sconsiderata sei razzista. E se dai della stronza alla Boldrini sei sessista. Siamo alla follia.
Che ne pensi?
È vero. Tu l’hai chiamato manicheismo e lo fai partire da Berlusconi. Temo che ci fosse anche prima ma hai ragione sul fatto che il berlusconismo ha drasticamente barricato le posizioni, o sei da una parte o dall’altra.
La triste verità è che siamo diventati un popolo di tifosi e i tifosi come hai detto tu sono manichei.
A me piacerebbe che ci fossero le sfumature ma ogni volta che le inseguo – su Facebook, a teatro, nei libri, in televisione – vedo che la metà delle persone o non capisce o fa finta di non capire.
Vogliono il bianco e il nero.
E invece la politica, come la vita, è fatta di tante variazioni di colori.
L’esempio massimo che tu hai fatto è quello sui migranti.
Essere convinti che il problema si risolva o pensandola come Salvini o pensandola come Vauro è una emerita cazzata.
Tornando al Salvimaio…facciamo qualche classifica. Ci stai?
Vai.
I tre peggiori dell’attuale governo.
Il peggiore in assoluto è Fontana, il Ministro della Famiglia. Una figura pessima.
Un’altra profondamente impreparata è il Ministro dell’Economia Castelli dei 5 Stelle.
Al terzo posto metto ex equo Siri e Rixi, rispettivamente sottosegretario e vice-Ministro della Lega alle Infrastrutture.
I tre migliori.
Il Ministro della Giustizia Bonafede e il Ministro dell’Ambiente Costa. E poi il Presidente del Consiglio Conte, la sorpresa più positiva di questo governo.
Erano tutti convinti che fosse un mezzo minchione e invece non lo è per niente.
Il parlamentare con cui andresti a cena.
Bersani, l’ho scritto anche nel mio ultimo libro ‘La politica è una cosa seria’. Politicamente siamo spesso distanti ma mi sta molto simpatico.
La parlamentare con cui andresti a cena.
Essendo un edonista che ama parecchio le donne, sceglierei una donna molto affascinante. E quindi Mara Carfagna.
Quello/quella con cui non prenderesti nemmeno un aperitivo.
La Boschi. E Renzi. Sono i due con cui non voglio avere in comune neanche un tavolino nello stesso bar.
Quelli che sono già venuti a vedere lo spettacolo.
A Roma, la Raggi e Marchini. In una delle prossime date credo che verrà la Meloni. Salvini mi ha promesso che verrà. Ricordo bene la presenza in pubblico di Bonafede, anche perché nel pomeriggio arrivò la sua scorta a controllare tutte le sedie. Sai, comunque è il Ministro della Giustizia, si percepiva una certa tensione nel teatro.
Quelli che non verrebbero mai.
La lista è lunga…però in linea di massima i Renziani più renziani e i Berlusconiani sfegatati alla Brunetta sono quelli a cui sto più antipatico. E la cosa è corrisposta.
Sgarbi verrebbe di corsa…
Non lo inviterei io.
NOTA DELLA REDAZIONE: Articolo pubblicato il 19/04/2019 e aggiornato il 23/06/2023