Quando i soldati italiani a Farah hanno dato una lezione ai Talebani

La notizia è passato sotto silenzio ma dopo l’ennesimo vile attentato dei Talebani contro l’esercito afghano è tornata prepotentemente di attualità.
Non tutti sanno che circa un migliaio di soldati italiani sono ancora di stanza in Afghanistan, impegnati nell’Operazione Resolute Support a guida Nato.

Come vi abbiamo raccontato, l’Italia partecipa a RS con:
“760 militari, forze speciali, fanteria aeromobile, consiglieri militari e 8 elicotteri tra A-129D Mangusta e multiruolo NH-90.”
Motivo della presenza: addestrare l’esercito afghano a combattere i ribelli Talebani.
Farah sotto attacco
Purtroppo, però, alla fine del 2016, i militari afghani hanno mostrato tutte le loro carenze sul campo di battaglia, consentendo ai Talebani di riconquistare il territorio precedentemente perduto e osare, addirittura, una offensiva maggiore con lo scopo di riprendersi Farah.

La città, capitale dell’omonima provincia a ovest dell’Afghanistan, è un sito strategico per i terroristi, che la usano per produrre oppio e finanziare così la loro maledetta guerra.
Secondo l’ultimo Rapporto diffuso dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (Unodc) nel 2016 la produzione di oppio in Afghanistan ha raggiunto le 5.000 tonnellate, con un incremento del 43% rispetto all’anno precedente, per un valore totale di 600 milioni di dollari.
Ecco perché i Talebani lottano con le unghie e con i denti pur di difendere il loro salvadanaio.
Una battaglia campale

Così l’ha definita Ettore Guastalla, l’inviato di Rai News che il 26 ottobre 2016 ha prodotto un video reportage da Herat:
“Nell’ovest dell’Afghanistan, è in corso la controffensiva dell’esercito afghano, sotto comando italiano, che ha respinto in una battaglia campale i talebani che tentavano la conquista della città di Farah. Centinaia di perdite tra gli insorti.”

Capito? Non solo gli italiani operano ancora in quella sconfinata zona di guerra che è l’Afghanistan. Ma sono anche impegnati direttamente sul campo, dove dimostrano il loro immenso valore.
Il nostro Esercito è composto da uomini valorosi e ben addestrati, talmente capaci da dare una sonora lezione ai terroristi Talebani.

E se da un lato è vero, come ha detto il Generale Graziano, che l’Italia ha bisogno di cyber soldati, è altrettanto vero che dobbiamo tenerci ben stretti i soldati che vanno sul campo, offrire loro prospettive future una volta terminata la carriera militare e non abbandonarli mai.