Zeta streaming, dove vederlo e la storia del Rap: ecco le info
Zeta streaming, ecco dove vedere il docu film sul rap in Italia e tutte le curiosità che (forse) non conosci sulla storia dell’hip hop.
Zeta streaming, il cinema italiano si apre al rap. Con Zeta, appunto, il film di Cosimo Alemà che narra la storia del nuovo fenomeno musicale Izy, all’anagrafe Diego Germini, genovese, classe 1995. Con il suo ultimo singolo, intitolato “Chic”, ha ottenuto più di un milione di views.
Oltre a Izy, nel cast ci sono Salvatore Esposito, Irene Vetere, Jacopo Olmi Antinori e una manciata di nomi del rap italiano. Tra volti storici e nuovi leve dell’hip hop troviamo da Tormento a J-Ax, da Ensi a Salmo, da Fedez a Noyz Narcos, oltre a Briga, LowLow, Clementino, Rocco Hunt, Baby K, Rancore, Shade, Shablo, Metal Carter e Fatt Mc aka James Bong. Nel film sarà presente anche il b-boy algerino Lilou.
In Zeta streaming sono presenti anche Fedez e Dj AxDAL XVI SECOLO: LA POLISEMIA DEL RAP
Per lungo tempo il rap è stato un genere “incompreso”, un po’ il brutto anatroccolo della musica. Ancora oggi si continua a discutere se sia musica o no, rapper e produttori spesso non sanno suonare e non sanno neppure cantare. Ma un genere con una tradizione ed evoluzione come il rap va ben al di là di tali opinioni.
L’impatto culturale che ha esercitato è stato fortissimo o lo ha reso il genere più popolare di “musica popolare”.
Il rap è un tipo di Sprechgesang, una recitazione ritmica di rime, giochi di parole e poesie nata a metà del XX secolo nella comunità nera degli Stati Uniti. Si tratta di uno dei quattro pilastri della cultura hip hop. Anche se può essere interpretato a cappella, il rap è normalmente accompagnato da un sottofondo ritmico conosciuto con il termine inglese beat. I cantanti rap sono chiamati MC, sigla inglese che sta per “Master of ceremonies”.
La parola polisemica “rap” compare nell’inglese britannico tra il XVI e il XVIII secolo, utilizzata come sinonimo del verbo “dire”. Dalla metà del XX secolo è l’equivalente di “parlare” nel dialetto inglese degli afro-americani negli Stati Uniti e, da qui, inizia ad essere utilizzata per indicare il genere musicale.
Partiamo dalle origini. L’Hip hop è un movimento nato negli Stati Uniti alla fine del 1960 nelle comunità afro-americane e latino-americane di quartieri di New York come il Bronx, Queens e Brooklyn.
LA NASCITA DELLA CULTURA HIP HOP: KEITH COWBOY
Keith Cowboy Wiggins, il pioniere dell’Hip Hop. Oggi ha 56 anniIl rap è un genere musicale considerato parte della cultura hip hop e caratterizzato da quattro elementi stilistici: MC, DJ/turntablism, campionamento (o sintetizzatore audio) e beatboxing. L’unione di due elementi, il MC e DJ, sono propri del rap.
L’origine del termine hip hop è spesso attribuita a Keith Cowboy, rapper che ha collaborato con Grandmaster Flash e i Five Furious. Sembra che Cowboy abbia creato il termine hip hop quando, scherzando con un amico che si era appena arruolato nelle Forze Armate degli Stati Uniti, facendo scat canticchiava “hip/hop/hip/hop” in modo da scimmiottare la cadenza ritmica della marcia dei soldati.
Afrika Bambaataa, fondatore dell‘Universal Zulu Nation Family Of Funk , è riconosciuto come il primo ad utilizzare il termine per descrivere la sottocultura a cui questa musica apparteneva: Renegades of Funk, uno dei suoi primi successi, risale al 1983.
Le radici dell’hip hop affondano nella musica afro-americana e nella musica africana. I griot dell’Africa occidentale sono cantanti e poeti viaggiatori che fanno parte di una tradizione orale che risale a centinaia di anni fa. Il loro stile vocale è simile ai rapper.
Nella città di New York, simile ai griot “della poesia parlata e musica”, troviamo artisti come The Last Poets e Gil Scott-Heron, interpreti che hanno avuto un impatto significativo sulla cultura post-movimento per i diritti civili negli anni il 1960 e il 1970.
L’EVOLUZIONE DEL RAP, IL GANGSTA RAP E IL SUCCESSO COMMERCIALE
Il rap, nel corso del 1970, nasce nei block party, manifestazioni che si svolgono in strada, diventati sempre più popolari a New York, in particolare nel Bronx. I party block hanno iniziato ad integrare all’Mc il dj che gioca con generi di musica “popolare”, in particolare il funk ed il soul. Promotore dei block party è DJ Kool Herc, nato in Giamaica ma emigrato negli Stati Uniti nel 1967.
DJ Kool Herc è stato omaggiato con questo murales sulla 166^ Strada, nel Bronx di New YorkÈ importante sottolineare, tuttavia, che ci sono molti sottogeneri all’interno del rap. Alcuni con un approccio al rock e pop, come il rap hardcore o rap pop. In questi casi, melodie e temi sono più vicini al formato canzone.
Il gangsta rap è il modo per il rap di affrontare problemi sociali come la violenza, la criminalità e la droga.
Pur essendo nato nelle aree marginali e come espressione di ribellione, il rap diviene presto un successo commerciale. Oggi fa parte del mondo della musica e produce milioni di dollari l’anno, diventando parte importante del business culturale in tutto il mondo, ma soprattutto negli Stati Uniti.
Numerosi sono i rapper riusciti a diventare un punto di riferimento all’interno di questo genere.
Tra i più influenti:
1) Eminem (1972). Nel 1999 è iniziata la sua strada verso il successo che dura fino ad oggi, nonostante le polemica relative alle sue esternazioni sessiste, razziste o xenofobe.
2) El Langui (1980). Probabilmente il punto di riferimento per gli amanti del rap in Spagna.
3) Nas (1973). Considerato uno dei migliori compositori di questo genere.
4) Tupac Shakur (1971-1996). Per molti noto anche come 2Pac è il miglior rapper della storia nonché l’artista che ha venduto più album.
5) MC Solaar. Il primo rapper francese.