Riforma delle Forze Armate: ecco le direttive del Ministro Pinotti
Alla Commissione Difesa del Senato si è discusso il disegno di legge per la riorganizzazione delle Forze armate e dei vertici del Ministero Difesa e deleghe al Governo per la riforma dello strumento militare.
Il provvedimento darà attuazione ai principi contenuti nel Libro Bianco per la Difesa e la Sicurezza Internazionali.

Un nuovo capitolo del processo di riforma della nostra difesa che si colloca obbligatoriamente a valle delle misure di riforma già introdotte, che restano momenti fondamentali di modernizzazione e senza le quali non sarebbe stato possibile, per l’Italia, affrontare con successo le sfide contemporanee alla sua sicurezza.
Così il Ministro Roberta Pinotti ha descritto il disegno di legge n. 2728 sulla riorganizzazione vertici Ministero Difesa e deleghe al Governo per la riforma dello strumento militare.
“Le differenze negli orientamenti politici” ha aggiunto il Ministro “hanno sempre caratterizzato il confronto su tutti i temi ma ciò non ha mai impedito di portare a compimento revisioni di norme anche fondamentali, o riforme strutturali di ampia portata. Ad esempio, la Legge sui Vertici del 1997 a quella sulla sospensione della leva, la Legge quadro sulle missioni internazionali alla Legge 244”.
“I lavori del Libro bianco sono stati lunghi e complessi, ed altrettanto laboriosa è stata la fase di predisposizione del Disegno di legge di attuazione. Ora è necessario portare a compimento questo processo, renderlo effettivo ed efficace” ha spiegato il Ministro, ricordando che il provvedimento è stato discusso e fatto proprio dal Consiglio dei Ministri ed esaminato nell’ambito del Consiglio Supremo di difesa.
L’obiettivo delle direttive ministeriali
Illustrando il disegno di legge, ha spiegato che riguardo le attribuzioni del Ministro della Difesa chiarirne più in dettaglio l’oggetto delle direttive “non serve per ampliare i suoi poteri ma per rendere esplicito che la politica industriale della difesa e il tema dello sviluppo evolutivo dello strumento militare sono argomenti squisitamente politici, cioè parte ineludibile anche del confronto democratico che deve svolgersi nel vivo delle nostre istituzioni”.
“Nella stessa direzione va la proposta di una legge sessennale per il finanziamento dei maggiori programmi di ammodernamento dello strumento militare” ha aggiunto, chiarendo che l’intendimento è quello di andare incontro a due esigenze vitali: l’ammodernamento delle capacità operative delle Forze armate e il sostegno al patrimonio produttivo del Paese.

Riguardo alla revisione dei vertici militari, invece, non c’è stato alcun intervento, i “pilastri fondamentali della struttura odierna non sono stati toccati”.
“La riforma che ha modificato questo settore è quella del 1997” ha commentato Pinotti – la figura e le prerogative del Capo di Stato Maggiore della Difesa ricevono solo poche modifiche rispetto alla normativa attuale.
In particolare, diviene più chiara la catena di comando relativa alle operazioni, grazie alla migliore definizione dei compiti e delle attribuzioni del “Vice Comandante per le Operazioni”, direttamente dipendente dal Capo di SMD.
Nuove figure nell’area tecnico amministrativa
Più significativo l’intervento nell’area tecnico amministrativa. Attualmente esiste un Segretario Generale della Difesa – vertice dell’area tecnico-amministrativa che già dalla legge di riforma dei vertici del 1997 può essere un militare oppure un civile, interno o esterno all’Amministrazione della difesa – il quale è anche Direttore nazionale degli armamenti. Due funzioni sostanzialmente differenti.
Nel Libro Bianco quindi si propone un Segretario Generale – dirigente civile dipendente direttamente dal Ministro – che si potrà dedicare pienamente alle responsabilità di gestione amministrativa.
Ci sarà, poi, una nuova figura di “Direttore nazionale degli armamenti e responsabile per la logistica”- incarico conferito con decreto del Presidente della Repubblica previa deliberazione del Consiglio dei Ministri – che, alleggerita dalle incombenze amministrative, potrà quindi dedicarsi alla gestione tanto dei programmi di sviluppo e di acquisizione dei sistemi d’arma, quanto alla vitale attività del sostegno logistico dei sistemi, durante tutta la loro vita operativa.
La sinergia tra Forze Armate

Altro tassello fondamentale del Libro Bianco, l’integrazione interforze. Passo basilare per una Difesa efficace, in grado di capire una minaccia a 360 gradi e di operare in maniera integrata, contemporaneamente in tutti i contesti fisici o virtuali.
Ragionare e operare in termini “interforze” è la soluzione necessaria oggi per rendere davvero efficaci le competenze settoriali, perché solo integrandole fra loro si può rispondere alle esigenze attuali.
In merito alle deleghe al Governo, il Ministro ha spiegato che la cosiddetta “revisione del modello operativo” dovrà prevedere misure organizzative e ordinative volte a consentire, nel rispetto degli specifici domini di azione di ciascuna componente, l’effettiva integrazione in senso interforze delle capacità operative delle Forze armate, attraverso l’eliminazione di duplicazioni organizzative e funzionali, la razionalizzazione e rimodulazione in riduzione, ove possibile, dei livelli gerarchici e organizzativi e la semplificazione delle procedure.
Abbassare l’età media dei militari

Altra pagina fondamentale, affidata alla legislazione delegata, è quella relativa alla “rimodulazione del modello professionale”, al fine di porre rimedio al forte aumento dell’età media dei nostri militari, tale da compromettere l’efficacia delle Unità operative.
E’ indispensabile tornare a un “modello professionale” nel quale siano contemperate e bilanciate tanto le esigenze di operatività delle Forze armate – il che implica, ineludibilmente, un’età media del personale non troppo elevata – quanto le misure volte ad assicurare la piena valorizzazione professionale dei volontari, al termine della ferma, il che è garanzia di un “reclutamento di qualità”, cioè di un flusso costante di volontari, ben istruiti e ben motivati, che desiderano arruolarsi.