Parla Mario Vece, l’artificiere colpito dalla bomba: “Non lascerò la Polizia”

Mario Vece è il sovrintendente di Polizia che all’alba di Capodanno ha disinnescato un ordigno a Firenze, perdendo un occhio e una mano. Ma è un eroe, non mollerà. Soprattutto non ha alcuna intenzione di lasciare la Polizia, come ricostruito da Marco Gasperetti su Corriere.it
I colleghi e gli amici dicono che Mario non si arrende mai.
E così nessuno si è sorpreso quando, prima di entrare in sala operatoria, il sovrintendente Mario Vece, 39 anni, campano di nascita e toscano d’adozione, ha sussurrato quella frase:
“Non mi arrendo. Qualunque cosa succeda voglio restare in polizia.”
E subito dopo, con la mano sinistra spappolata dalla bomba e l’occhio destro devastato, ha chiesto a medici e infermieri se avrebbe potuto continuare a svolgere il suo lavoro di poliziotto.
Ma per l’ artificiere ferito nell’attentato di Capodanno c’è una ragione in più per non mollare, adesso.
IL CONCORSO VINTO: NON MOLLARE, MARIO
Mario ha appena vinto un concorso per diventare ispettore, racconta un suo collega.
Ha superato le prove in modo brillante e stava per partire per il corso finale, quello che dà il diritto a passare di grado.
Era entusiasta, un salto in avanti verso il suo sogno: diventare sostituto commissario.
Già, perché per il futuro ispettore (la nomina ufficiale è prevista tra un mese o due) la polizia non è solo un lavoro ma una passione.
Prima Stefania (la moglie) e le bambine (le due figlie di 12 e 14 anni), poi il distintivo, raccontava agli amici Vece, anche se quel lavoro durissimo e rischioso a volte rubava troppo tempo alla famiglia e alla terza passione: la moto.
COME GUIDARE UNA MOTO CON UNA MANO SOLA
Mario, centauro sfegatato, è vice direttore del Club Versilia Chapter, 180 motociclisti con la passione per l’Harley Davidson.

L‘ultima uscita l’8 dicembre, tour tra le colline toscane, tra Lucca e Volterra e la promessa di fare un mega raduno tra un paio di mesi.
All’ingresso di Careggi di centauri ne sono arrivati una cinquantina; altri ne arriveranno oggi e domani, anche da Milano dove vive il fratello dell’artificiere, anche lui poliziotto e motociclista.
Ci hanno detto che Mario ha già chiesto come farà a guidare la moto, raccontano:
“E noi abbiamo già pensato a fargli una bella sorpresa. Non potrà più usare la mano sinistra? Stiamo pensando di installare sulla sua moto una frizione a pedale e altri dispositivi di sicurezza in regola con il codice della strada. Poi la differenza la farà lui, la sua grinta, la voglia di combattere. Tornerà in sella presto, ne siamo tutti sicuri.”
LA POLIZIA SEMPRE ACCANTO ALLA FAMIGLIA
E al lavoro?
La moglie Stefania lo ha chiesto al ministro Marco Minniti e al capo della polizia, Franco Gabrielli, che ieri sono arrivati all’ospedale Careggi.

Vece è sedato e per lui ha parlato la moglie. Che si è commossa quando Minniti e Gabrielli le hanno detto che Stato e polizia saranno sempre presenti; che aiuteranno Mario a superare questo momento terribile e torneranno presto a trovarlo. Lei ha ringraziato e rivolta ai medici ha detto: non siete solo bravi ma avete anche gli occhi buoni, ha sussurrato, sorprendendo tutti per forza e serenità d’animo.
UN ATTO TERRORISTICO CONTRO LO STATO
Al telefono, la signora Vece, ha avuto parole molto dure nei confronti degli autori del gesto. Chi ha compiuto questo atto terroristico può essere descritto solo con una parola: assassino. Non lo perdonerò mai. Mercoledì Mario dovrà essere sottoposto a un altro intervento chirurgico. Ma mio marito ce la farà perché è abituato da sempre ad affrontare tanti problemi.
Le indagini continuano. Il procuratore di Firenze, Giuseppe Creazzo, ha aperto un fascicolo per tentato omicidio. Perché quella bomba poteva uccidere. Anche ieri, così come è avvenuto domenica, ci sono state perquisizioni. Sono state ascoltate alcune persone vicine all’arcipelago anarchico insurrezionalista. Al momento però non sono stati individuati responsabili e nemmeno sospetti.