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Il Governo desta molte perplessità. La parabola di Renzi rischia di essere già in fase calante

Da Rottam’Attore a Sior Tentenna. La parabola del Fonzie fiorentino, scrive Dagospia, rischia di essere veloce come l’ambizione che l’ha portato a Palazzo Chigi. Fino a ieri sera, infatti, Renzi non aveva ancora firmato il cosiddetto decreto di Gabinetto, che installa a Palazzo Chigi la squadra di fiducia e di comando della Presidenza del Consiglio.

 

Un provvedimento studiato nei dettagli e preparato dal fido Del Rio già da giorni. L’unico decreto firmato dall’ex sindaco è la nomina di Mauro Bonaretti, braccio destro di Del Rio e già city manager di Reggio Emilia, a segretario generale della Presidenza, carica istituita per la prima volta da Ciriaco De Mita (che in comune con Renzi ha il fatto di aver accomunato per la prima volta le cariche di segretario di partito e presidente del Consiglio) che la affidò al Prefetto Andrea Manzella. Da allora la posizione è stata occupata da commis di Stato di profonda esperienza e capacità di leadership sui dirigenti della Presidenza e sui Gabinetti dei ministri.

La nomina di Bonaretti ha aperto molte perplessità e difficoltà di dialogo, al punto di suggerire a Renzi molta prudenza nelle nomine successive. Morale: immobilismo a Palazzo Chigi. E basta farsi un giro sul sito della Presidenza per vedere quante pagine bianche sono ancora in attesa di aggiornamento, mentre i mandarini del Palazzo, i potenti dirigenti, aspettano anche loro la tradizionale rotazione delle posizioni. Renzi non firmato nemmeno le dimissioni di Toni Gentile.

Fonzie non firma lasciando appese scelte fondamentali per il coordinamento dei lavori. Prima di tutto il potente direttore del Dagl, il Dipartimento degli affari giuridici che ha il compito di coordinare i testo di legge dei singoli ministri e scrivere le norme indicate dal Capo del Governo.

L’attuale reggente, Carlo Deodato, classe 1967, brillante Consigliere di Stato, è stato pregato da Del Rio di restare con la promessa di conferma, che ancora non arriva. Si sta agitando molto per questa posizione Francesco Pizzetti, già presidente dell’Autority per la Privacy, vicino a Prodi e molto attivo nelle serate romane organizzate da Maria Criscuolo. Una nomina che secondo alcuni sarebbe molto ingombrante anche per lo stesso Renzi.

Nessuna scelta ancora anche per il Capo del Dipartimento economico che dovrebbe lavorare con il McKinsey Yoram Gutgeld, neodeputato, che pare Renzi voglia chiamare a fianco a sè segnando un altro primato, quello di essere il primo premier ad affiancarsi di un forte rappresentante della setta americana dei consulenti aziendali.

La stessa McKinsey che un paio di mesi fa è stata incaricata dal Vaticano di riscrivere la governance e l’organizzazione dei mezzi di informazione del Santo Padre. Si dice che per la posizione di chief economist Fonzie sia alla ricerca di un professore di economia e tutti stanno guardando all’ateneo di Firenze alla ricerca del possibile candidato.

Nulla di deciso nemmeno per la squadra più stretta del Presidente del Consiglio. A fare le funzioni di capo della segreteria per ora è il fido Luca Lotti, ma a scapito del suo lavoro di sottosegretario all’Editoria già negli ambienti editoriali si mormora, con preoccupazione sul ritmo rallentie del braccio destro di Fonzie, mentre la grave crisi di giornali e tv richiederebbe una partenza a sprint dell’attività di governo.

Si dice che nella posizione di capo della segreteria sia in arrivo il giornalista Rai, l’ex sottosegretario ai Trasporti nel governo Letta e già renziano capo della società toscana Publiacque, Erasmo De Angelis. Ma per ora nulla.

Ma a preoccupare di più i ministri è capire quale sarà il metodo di lavoro del nuovo Capo del Governo. Per mercoledì è annunciata una informata di provvedimenti sul lavoro e anche oggi Fonzie ha twittato di essere al lavoro a Palazzo Chigi. Ma nessuno dei ministri e dei loro uffici ha ancora avuto una bozza di testo, nè è stato convocato un tradizionale preconsiglio dove i responsabili giuridici e dei cabinetti dei vari ministeri coordinati dal Dagl e dal Segretario generale di Palazzo Chigi rifinano le norme per il Consiglio dei ministri.

Non hanno testi nè il Lavoro del leader delle Coop Giuliano Poletti né il suo nuovo Capo di Gabinetto, il consigliere della Corte dei Conti, Luigi Caso, appena arrivato dall’Economia dove era a capo dell’Ufficio Legislativo di Saccodanni.

E nemmeno la ministra dello Sviluppo Economico Federica Guidi né il suo staff hanno ancora potuto confrontarsi sulle misure allo studio.

Sornioni, invece, all’Economia di Padoan che aspettano Fonzie al varco.