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I 101 che hanno tradito Prodi? Ecco i nomi in un libro dell’ex portavoce Zampa

Tre telefonate affossarono la candidatura di Romano Prodi al Quirinale lo scorso aprile. Ne parla Sandra Zampa, ex portavoce di Prodi, nel libro : “I tre giorni che sconvolsero il Pd”, in uscita mercoledì.

 

La ricostruzione parte dall’ennesima fumata nera in Parlamento per la scelta del successore di Napolitano, martedì 18 aprile.

A quel punto il partito democratico si ricompatta sulla candidatura dell’ex presidente della Commissione.

All’indomani, la mattina della nuova votazione, Prodi chiama per primo Massimo D’Alema.

L’ex leader Ds, scrive la Zampa, in uno dei brani citati oggi da La Stampa, gli esprime “profonda contrarietà per le modalità con cui è avvenuta la candidatura“.

Insomma, una parte del Pd gli sarebbe contrario.

Seconda telefonata, al premier in carica Mario Monti.

Scrive la Zampa: “Da un esponente di Scelta Civica raccolgo l’informazione che da parte di Monti ci sarebbe stata la disponibilità a votare Prodi, se fossero state date garanzie sul reincarico a Monti“. Uno scambio che Prodi molto significativamente “lascia cadere nel vuoto“.

Il sigillo definitivo al tramonto della candidatura arriva da Stefano Rodotà. In mattinata l’ex garante fa capire a Prodi che non si ritirerà a meno che non siano i pentastellati a chiederlo: “Per parte mia non sarò d’ostacolo qualora il Movimento Cinque Stelle voglia prendere in considerazione soluzioni diverse“,dice Rodotà a Prodi.

Sorprendendo anche lo stesso Grillo che a stretto giro dichiara: ‘Pensavo che Rodotà rifiutasse la candidatura, perché lui e Prodi sono amici, ma mi ha risposto: “Sono onorato e metto il mio mandato in mano alle Cinque Stelle. Saranno loro a decidere se sarò presidente o no’“.

Dalla Zampa poi nuovi particolari sui 101 franchi tiratori che hanno affossato in aula la candidatura. Furono molti di più “115 o 120“, si legge in altri estratti pubblicati dal Corriere della Sera. “Si trattò di un boicottaggio in piena regola“.

C’era chi pensava di dover vendicare Marini per la mancata elezione nelle prime votazioni; quelli che pensavano si dovesse dare una possibilità a D’Alema; quelli che erano convinti che l’elezione di Prodi avrebbe portato rapidamente alle urne: quelli che volevano un’alleanza di governo larga, estesa al Pdl e vedevano in Prodi un chiaro ostacolo“.

Ma c’erano anche coloro che “volevano far pagare le primarie dei parlamentari e il rinnovamento della classe dirigente“.

E qualcuno, anche , “colpire Renzi, che si era speso per il Professore dopo aver bocciato Marini e Finocchiaro.”

PARLA PRODI: “ECCO CHI MI HA TRADITO” – GUARDA IL VIDEO