Storytelling su Lifestyle, Sport, Tech e Food

SCENARIO MOLISE/ La Torre di Babele, il Partito Unico e il manovratore Vitagliano

Come mai il Popolo delle Libertà ,che negli ultimi dieci anni ha  prodotto esclusivamente debiti, clientele e potere dell’appartenenza oggi si scopre essere stato diretto da personaggi che lo rigettano? La risposta è semplice, ma anche un po’ triste. Fa parte della perversa logica di quella Torre di Babele della quale, come ha detto giustamente Benedetto XVI, siamo tutti inquilini ciechi. Il fatto è che la moderna Torre (Pdl)  per ritardare il più possibile la sua messa in liquidazione deve adulare sia le clientele, sia gli oppositori che la respingono. Il potere babelico, nella sua perfetta incoerenza e mancanza di gusto, punta insomma a soddisfare tutti i gusti. L’uomo politico che incarna alla perfezione il potere babelico è l’ingegner Gianfranco Vitagliano, attuale assessore pro tempore alla Programmazione della Regione Molise.

di Alessandro Corroppoli

Lo scorso settembre durante l’annuale festa nazionale dell’Italia dei Valori in quel di Vasto (Ch) Antonio Di Pietro per l’Idv, Pierlugi Bersani per il Pd e Niki Vendola per Sel furono immortalati – a margine di un convegno dedicato al futuro del centrosinistra e del Paese più in generale – in una foto che li ritraeva abbracciati. Immediatamente fu ribattezzata la Foto di Vasto e, quando oggi si vuol ricordare l’unità del centrosinistra si fa riferimento alla Foto di Vasto.

A quasi un anno di distanza non molto lontano dalla città adriatica abruzzese nel vicino Molise, a Portocannone, è stata scattata un’altra foto che per gli immortalati e per importanza neanche lontanamente si avvicinerà a quella vastese ma nel suo piccolo assumerà un’importanza politica straordinaria.

La foto in questione è stata realizzata lo scorso 28 maggio quando nel piccolo comune di origine arbresch si svolgeva la tradizionale corsa trainata dai buoi (manifestazione locale in onore della Ss. Vergine Maria di Costantinopoli patrono della comunità). I tre moschettieri in questione sono Vittorino Facciolla (sindaco di San Martino in Pensilis –Pd-), Gianfranco Vitagliano (Assessore regionale – Pdl- ) e Luigi Mascio (sindaco di Portocannone –Pdl-).

In una situazione normale per di più di festa non ci sarebbe nulla di malizioso da intendere. Però le ultime uscite pubbliche dell’assessore lasciano presagire che quella foto, da queste parti, diverrà più famosa di quella di Vasto.

Ormai è cosa nota l’outing del compagno Gianfry: dopo undici anni di onorata obbedienza, a sua insaputa evidentemente, pardon militanza si accorge che la barca Molise affonda nelle secche del fiume Biferno.

Meglio tardi che mai potremmo dire ma il pericolo è dietro l’angolo. Lo stesso dichiara di volersi candidare alla guida di un centrodestra rinnovato e governare la regione Molise. Aspirazione legittima se non fosse che lo stesso ammetta che in tanti, specie i suoi, si oppongano alla sua ascesa. Perché ?

Qui la foto di Portocannone diventa strategica. L’emblema, il logo del nuovo manifesto politico. Tempo addietro avevamo  definito le alleanze babeliche perpetuate in seno al nucleo industriale di Termoli (Cosib) il P.U.R. (Partito unico regionale). Partito che va oltre le appartenenze ed incontro agli interessi di bottega. Interessi che il topo (come lo ha definito il senatore Ulisse Di Giacomo)  conosce bene perché è stato vicedirettore del nucleo industriale bassomolisano, carica dalla quale si è dimesso nel 2008 in cambio di oltre 270 mila euro ai quali vanno ad aggiunti la liquidazione, il Tfr ecc.

Quel ruolo gli ha permesso, in questi anni, di sguazzare in lungo e largo tanto da creare vere ragnatele di interessi che vanno dalla dirigenza del Cosib passando la gestione dell’Ambito Sociale di Zona di Termoli (Portocannone) fino al timone di comando dell’Unione dei Comuni del Basso Biferno. Asseriamo ciò perché gli uomini chiavi dei tre sub-enti sono gli stessi: Luigi Mascio, Presidente Cosib e Sindaco del Comune Capofila dell’Ambito (Portocannone), Gianfranco Cammilleri ,sindaco di Campomarino e presidente dell’Unione dei Comuni, Vittorino Faccciola ,sindaco di S. Martino In Pensilis e Presidente della Net Energy (Carica dalla quale si è dimesso lo scorso 1 giugno. Mossa da noi anticipata lo scorso 2 aprile) ed infine Leo Antonacci sindaco di Guglionesi e reggente della Presidenza Cosib prima e durante il vuoto amministrativo. Questa avanguardia, coadiuvata anche da tanti altri amministratori locali, è il  gruppo di uomini che sorregge la Torre di babele creata da Gianfry il quale, rifiutato dai suoi, a 62 anni si autoproclama costruttore di futuro.

Le aspirazioni sono legittime. Di più, sono un volano per migliorarsi e migliorare l’esistente. Ma, nella fattispecie, una legittima aspirazione potrebbe trasformarsi in una mannaia per l’intera comunità molisana. Il politico in questione non è proprio l’ultimo arrivato anzi è stato il primo uomo voluto dal governatore nella sua giunta. Uomo che è stato mente e braccio armato del Regno Iorio. Oggi cerca di schivare le macerie e le pietre che da più parti cadono. Cerca di uscire indenne dal terremoto politico che ha investito tutto il suo partito. Oggi, ma ieri Gianfranco Vitagliano ha amministrato la Regione Molise a sua insaputa?

Da sempre considerato il papà della centrale Turbogas di Termoli, nell’udienza di primo grado è stato recentemente assolto, l’assessore è artefice assieme al suo “amico di giochi” Michele Iorio – in via dell’Umiltà a Roma sono conosciuti come Cipe e Ciop – di mirabolanti imprese. Alcuni esempi: dal 2009 ad oggi nello stabilimento saccarifero termolese (Zuccherificio) sono stati investiti oltre 150 milioni di euro. Risultato? Lo stabilimento è avviato verso un fallimento pilotato che comporterà per i tanti creditori alla perdita del loro credito e quasi sicuramente alla non riconferma lavorativa all’interno dello stesso stabilimento.

Rimanendo nel basso Molise perché non ricordare il Conservicio “ PoMoLi ”. Affidato alle mani sapienti della famiglia Perna doveva essere il fiore all’occhiello della filiera agroalimentare molisana ed invece è diventato l’ennesima trave negli occhi dei conti pubblici.

Come non ricordare la Solagrital di Bojano? In un momento storico dove la carne di pollo è la più commercializzata, in Molise l’unica azienda di pollame è praticamente chiusa nonostante anche qui negli addietro si sia fatto grosso utilizzo di fondi pubblici.

Ed infine, con molta probabilità, uno dei migliori progetti della storia recente molisana: la Società dell’informazione. Stiamo parlando del Sistema telematico molisano che prevedeva una rete wireless capace di assicurare la connettività ad alta velocità sul territorio regionale cioè nei posti dove la Telecom non ha già cablato di suo.

Le uniche operazioni di cablaggio previste erano nelle zone terremotate, le aree del cosiddetto cratere, ma limitate nelle aree Pip (aree destinate all’insediamento delle attività produttive). Ma le reti wireless come sappiamo non sono una realtà tecnologica ancora affermata (il vero problema del progetto M.E.F. ad esempio). Incuranti di tutto sono stati spesi pressappoco dai 30 ai 40 milioni di euro così ripartiti: dal 2000 al 2006 sono stati prelevati dai fondi pubblici una cifra pari a 21,5 milioni di euro. Mentre il resto della somma è stato detratto dai fondi europei, 2007 sino al 2013, i cosiddetti fondi strutturali Fesr. Per completare la spesa vanno aggiunte le somme per le reti di trasporto dati e la connettività elettronica. A tal proposito Regione  si è impegnata per oltre 2 milioni di euro dai soli derivanti dal bond Molise. Vale a dire la richiesta di capitali che l’ Ente ha ridomandato  al mercato.

A margine di quanto appena esposto chiediamo ancora una volta all’assessore: Michele Iorio ha avallato tutte questo da solo oppure aveva al suo fianco un assessore alla programmazione che aveva fatto convergere su di sé l’intera gestione della tesoreria regionale?

Parafrasando una sua recente affermazione come farà a ricevere i cittadini nel suo studio e dare loro in una sola seduta la soluzione ai loro problemi?

La risposta è semplice ed anche qui un po’ triste. In questi ultimi anni il politico con la ‘P’ maiuscola è in netto calo di consensi e di conseguenza anche il suo potere politico contrattuale è in discesa. Se a ciò aggiungiamo che tante sono le aziende in procinto di chiudere anche il potere clientelare è in fase calante.

Lo stesso Vitagliano afferma che ripetere l’exploit personale delle scorse elezioni, 5 mila preferenze personali voto più voto meno, è assai difficile. Difficile proprio per i motivi appena elencati. Ed allora in che modo coltivare il futuro consenso?

Da qualche mese a questa parte andiamo ribadendo che il compagno Gianfry è il manovratore occulto, neanche tanto ormai, del partito unico regionale (Pur). Ma cosa c’entra il Pur con le ambizioni politiche di Vitagliano? Semplice. Il Pur è composto da tanti amministratori locali i quali oggi sono gli unici che possono garantire direttamente un sostegno economico al cittadino. Come? Ad esempio favorendo la nascita di cooperative di servizi oppure inserendo il cittadino nei diversi contesti lavorativi comunali o degli enti sub regionali quali Unioni dei Comuni e Comunità Montane ma anche negli ambiti sociali di zona di competenza e residenza. In sostanza i Sindaci oggi sono l’ago della bilancia del consenso elettorale. E questo il compagno Gianfry lo sa a tal punto che la sua risposta eventuale a Michele Iorio sarebbe un carrozzone di amministratori locali, a lui vicino, che possano sostenerlo fornirgli il consenso necessario per le sua ambizioni  politiche siano esse regionali (meglio) o nazionali.