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Piccoli comuni e province: rischio idrogeologico in Italia e Molise

Prima parteSette comuni su dieci minacciati da frane e alluvioni, percentuale che sale addirittura al 100% in Calabria, Valle d’Aosta e Umbria. E nel resto d’Italia?

Lo rileva Legambiente nel dossier “La sfida dei piccoli comuni tra qualità e innovazione”. I piccoli comuni italiani minacciati da frane e alluvioni sono ben 4.009 su 5.835 , il 69% vale a dire sette comuni su dieci, percentuale che sale addirittura al 100% in Calabria, Valle d’Aosta e Umbria. A rischio anche il 98% dei comuni del Lazio, il 97% delle Marche, il 95% della Toscana, il 94% della Campania, il 93% della Basilicata, il 92% dell’Emilia Romagna, l’83% del Piemonte, il 75% della Liguria, il 69% della Sicilia, il 63% del Friuli Venezia Giulia, il 60% della Lombardia, il 48% dell’Abruzzo, il 37% della Puglia, il 30% del Trentino Alto Adige, il 26% del Veneto e il 7% della Sardegna. “ I dati – denuncia il dossier – evidenziano bene la fragilità di un territorio reso particolarmente esposto al rischio dall’abusivismo, dalla deforestazione dei versanti e da un ambiente urbano martoriato”.

Il Molise, come si evince dalle percentuali sopra citate, si attesta tra le regioni maggiormente esposte a rischio idrogeologico con 108 comuni su 124 minacciati da frane e alluvioni. Un dato estremamente preoccupante che dovrebbe far riflettere sui gravi errori commessi nel passato a causa del disinteresse e del mancato rispetto per il territorio e per l’ambiente. A ciò si aggiunge oggi la difficoltà legata all’attuazione di interventi sul territorio a causa della scarsità di risorse finanziarie a disposizione. Il fenomeno del dissesto idrogeologico non risparmia neppure il territorio del comune di Larino, segnato da profondi movimenti franosi, che in molti casi hanno procurato danni non solo alle infrastrutture viarie, impedendone percorribilità e transitabilità, ma anche alle abitazioni e alle strutture agricole. Quella delle frane rappresenta una eredità antica per Larino, che ha avuto origine nel 1962, quando una frana distrusse parte del centro storico fino a sfiorare l’antico Palazzo Ducale. Sono quattordici i tratti stradali intransitabili per i quali l’ente municipale, lo scorso mese di marzo, ha richiesto agli assessorati regionali competenti l’immediata verifica che ad oggi non ancora è stata effettuata.

Lo studio condotto da Legambiente ci svela una realtà preoccupante per il territorio nazionale e per la nostra regione, una realtà che necessita una presa di posizione forte per la difesa del suolo e dell’ambiente in cui viviamo. E’ fondamentale avviare un’opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica contro la pratica cinica ed inaccettabile della speculazione edilizia operata per il solo fine di guadagnare profitto anche se a rischio è messa la vita dell’uomo, contro l’abusivismo e le leggi che lo sostengono. Non è assolutamente accettabile considerare il territorio come qualcosa di inanimato e plasmabile a proprio piacimento ma al contrario bisogna preservarlo come patrimonio prezioso ed insostituibile per noi e per i nostri figli.