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Micaela Fanelli: “Evitiamo la sindrome di Tafazzi e andiamo a vincere.”

Micaela Fanelli

In Molise, è la protagonista politica degli ultimi tempi. Micaela Fanelli, sindaco di Riccia e candidata del centro-sinistra, o almeno di una parte, si lascia intervistare e resiste alle nostre bordate in modo fiero e composto. Da quando è scesa in campo, subisce attacchi trasversali. Il centro-destra la teme, una parte del centro-sinistra si sente tradita. Ma lei si fa forte dei suoi principi e soprattutto di quella società civile che la sostiene a spada tratta. …

Scaviamo nelle sue (presunte) contraddizioni, la accusiamo di essere una raccomandata, chiediamo spiegazioni sul perché abbia cestinato le primarie. Cerchiamo di dare una risposta agli interrogativi che in tanti, da quando ha annunciato la candidatura a Presidente della Provincia di Campobasso, si stanno ponendo. E lei, in questa lunga intervista, ci risponde a tono. Fermo restando una premessa…

Giuri di non arrabbiarti qualsiasi domanda ti verrà fatta?

Giuro di prendere simpaticamente questa intervista.

Lo sai che hai almeno una cosa in comune con Carmen Consoli?

La voce?

Lei cantava “Confusa e felice”. Come te in questo periodo…

Le mie idee sono chiarissime: sono una persona di centro sinistra, progressista per chi ama questo termine, che spesso piace spesso anche a destra per decisionismo e capacità amministrativa. Se è confusione questa, io la auguro a tutti.

Pare che tu sia nata politicamente con un’anima di destra, vicina alla Presidenza regionale.

Sono sindaco di Riccia grazie ad una lista civica che ha vinto contro la lista del PDL. Su internet ci sono le immagini di Michele Iorio e Gianfranco Vitagliano che sostenevano la campagna elettorale del mio candidato contrapposto, Michele Coromano. Su tutti i manifesti c’era scritto “Berlusconi per Coromano”.

E allora mettiamola così. Sei una delle poche, forse l’unica, che – in una regione ad altissimo tasso clientelare – nonostante si contrapponga all’Imperador ricopre incarichi istituzionali: Presidente del consorzio di valorizzazione dei prodotti tipici (Arsiam), Vice presidente del Nucleo valutazione degli investimenti pubblici, delegato dell’ANCI….

Mettiamo in chiaro le cose. Sono delegato ANCI, in delega del presidente Chiamparino, cui è stato consigliato il sindaco di Riccia per la delega ai fondi strutturali comunitari.

Motivo?

Avevo un curriculum dedicato a questo. Per quanto riguarda il consorzio di valorizzazione dei prodotti tipici, il Presidente dell’Arsiam Emilio Orlando, che ringrazio e che conosce le caratteristiche agricole di Riccia, con me ha visto che poteva lavorare sugli agricoltori, sulla zootecnia, sul latte, sulle derivazioni territoriali. Ma non riusciamo ad avere le risorse necessarie per portare avanti tutte le attività. Ho anche  provato più volte a dimettermi, proprio per questo motivo, ma gli altri membri del consorzio, Orlando compreso, non le hanno mai accettate.

Resta l’incarico di Vice-Direttore del Nucleo…

… di valutazione degli investimenti pubblici, che è il mio lavoro, ottenuto perché 9 anni fa ho vinto un concorso regionale, per altro indetto dalla giunta precedente a quella attuale, che era guidata da Giovanni Di Stasi. E ho vinto per meriti acquisiti sul campo, perché laureata con 110 e lode e avevo tanto di dottorato, cui ho aggiunto sette anni di lavoro sui fondi strutturali. Ti dirò di più: la Regione non ha mai stabilizzato né me né gli altri colleghi del nucleo. Dispiace questa situazione di precariato e dispiace ancor più vedere che se ti contrapponi, politicamente, come sto facendo io può anche capitare che questa tua fragilità contrattuale venga utilizzata per dirti che dopo 9 anni non servi più. Ed è quello che mi sta capitando.

Insomma, se da destra ti attaccano per il tuo impegno politico, da sinistra arrivano altre accuse. Prima sei andata con quei “comunisti” degli auto convocati, talmente estremisti da chiedere persino le primarie, figurarsi. Poi, da auto convocata, hai pensato bene di trasformarti in auto candidata, del centro sinistra chiaramente…

Io ho dato la disponibilità a candidarmi rispetto a degli inviti che mi sono venuti da persone che sono in politica da tanto tempo, da esponenti della società civile e da alcuni sindaci della Valle del Fortore. Tutti mi hanno chiesto di rappresentare i beni del territorio e di dar voce a queste esigenze concrete.  Domenica scorsa, informando il gruppo degli autoconvocati, ho rilanciato la disponibilità ad una candidatura. Gli autoconvocati sono degli amici.

Il punto è: con gli auto convocati chiedevi le primarie e poi invece ti sei auto nominata. È questa l’incongruenza…

Forse non sono stata chiara. Le primarie per me restano uno strumento valido, le ho chieste 6 mesi fa, non ora. Io la disponibilità l’ho data, sono sempre stata pronta a correre per le primarie.

Però non le fate più. E quindi prima le hai chieste e poi le hai cestinate.

Quando i partiti mi hanno chiamata e mi hanno chiesto se volevo essere il loro candidato, ho detto che non solo ero disponibile a fare le primarie ma soprattutto le preferisco. Ma non sono io a scegliere il metodo, quello che posso fare è solo mettere a disposizione la mia candidatura.

Che tradotto significa: se non si fanno le primarie la colpa è di Ruta e Leva.

Dalla mia bocca usciranno solo elementi costruttivi per riportare nella coalizione tutti i pezzi, per cui evitiamo la sindrome di Tafazzi e troviamo la forza per vincere insieme. Ci sono state tante persone che sono venute a chiedermi di fare questo passo…

Scusami, ma qual è ‘sta base che ti appoggia?

E secondo te la società civile, una decina di amministrazioni, il partenariato economico e sociale, le associazioni di categoria, il popolo della rete non sono una base? Diciamo sempre che nei partiti abbiamo bisogno di giovani donne che rappresentino la società civile e per una volta che ce l’abbiamo diventa un problema? Allora non sono io contraddittoria, sei tu contraddittorio che mi fai questa domanda, no?

No, perché io sono un rompicoglioni e le interviste mi piace farle così, altrimenti si parla di fuffa. E poi, diciamocela tutta, un conto è essere appoggiati da Ruta e Leva e da questa base, altra cosa era l’appoggio di quegli autoconvocati, che sembravano una sorta di armata brancaleone, con cui non avresti vinto nemmeno il torneo di burraco.

Qualsiasi rappresentanza civile e politica è una forza della natura, che va presa e fatta crescere, innaffiandola e mettendoci il calore.

Tutto molto bello, ma con quelli non vincevi. E adesso sono anche incazzati, perché si sentono traditi.

Non mi va di stigmatizzare negativamente nessuna forza politica che ragiona di politica. Dobbiamo riuscire a facilitare il dialogo tra le parti e non son per niente convinta che finisca in una contrapposizione.

Il tuo sponsor politico è quella vecchia volpe di Peppino Astore: pare che sia stato proprio lui a consigliarti di autoconvocarti prima e autonominarti poi.

Il dialogo e il confronto con Peppino è attivo e positivo, cosa che faccio anche con altre persone intelligenti. Ma ho – passami il termine – la presunzione di pensare che le mie decisioni le assumo da me, quindi anche quella è stata una decisione che ho assunto, pur confrontandomi con lui e con altre persone.

E adesso hai contro non solo quelli di destra ma anche quelli di sinistra.

Se c’è un momento propizio per affrontare di petto la situazione e tirare gli altri su una scelta positiva, provi ad offrire una soluzione. È quello che ho fatto e i partiti, intelligentemente, hanno colto il messaggio.

Il tuo programma, in breve.

Ci sono due livelli di programma, che secondo me aiutano a far capire la proposta politica di una candidatura. Il primo riguarda il posizionamento valoriale e istituzionale, che non entra direttamente nelle attività amministrative della provincia, ma che contribuisce a far capire al mondo come la pensi. Questo primo livello per me si esprime nella totale salvaguardia della costituzione, che significa solidarietà.

Concretamente?

La solidarietà che intendo io contrasta questo federalismo e questo piano per il mezzogiorno, che ha ritardato di due anni gli appostamenti finanziari per le regioni del sud. Di conseguenza, soffrono tutti quei beni pubblici, l’acqua, la scuola, la sanità, che invece bisogna proteggere dalle privatizzazioni.

È il programma provinciale, questo?

Per quanto riguarda il programma strettamente provinciale ci sono i temi grandi con cui la provincia di Campobasso deve dialogare.

Cioè?

L’apertura europea, le reti, le innovazioni, la velocità, la capacità di fare proposte completamente nuove in materia turistica, in particolare sull’incoming. È inutile finanziare l’offerta turistica se non si arriva ad una forma di valorizzazione del territorio e delle competenze. Bisogna lavorare in maniera coordinata tra comuni, Provincia e Regione per riuscire ad attrarre qui, sul posto, il flusso turistico. Bisogna migliorare le competenze sulla domanda e offerta di lavoro e creare un servizio più attivo in materia ambientale, sui rifiuti in particolare, per arrivare ad una raccolta differenziata vera, che a Riccia (dove sono sindaco da un anno e mezzo) sta partendo.

Davvero a livello provinciale hai intenzione di lavorare sulla differenziata?

La provincia deve svolgere un ruolo di coordinamento del territorio. Se ai piccoli comuni molisani mancano alcune competenze specifiche in materia, bisogna che gli enti preposti – Provincia, Regione etc – affianchino quelle amministrazioni che vogliono migliorare i sistemi ambientali e attivare un ciclo virtuoso dei rifiuti.

Criminalità organizzata: qual è il tuo pensiero?

Dobbiamo evitare che ci siano delle infiltrazioni, soprattutto nelle aree a ridosso del confine campano e pugliese. Ho avuto un confronto con il Prefetto di Campobasso, Stefano Trotta.

E che dice il Prefetto?

Che, sostanzialmente, in Molise la situazione della criminalità organizzata è sotto controllo. Esistono delle forme di criminalità spicciola, come in ogni parte d’Italia, però il tema delle grandi organizzazioni sembra che sia sotto controllo.

Il Prefetto Trotta dice una marea di cazzate perché…

Questo lo dici tu e te ne assumi la responsabilità.

Esistono documenti ufficiali, risalenti al 1999, stilati dalla DNA, dalla DIA, dalle commissioni Antimafia che dicono esattamente il contrario di quanto racconta Trotta. Sul territorio molisano ci sono intere famiglie di ‘ndrangheta, di camorra, di mafia e di scu. Se voi sindaci leggeste ogni tanto le relazioni antimafia potreste rispondere a tono al Prefetto Trotta e dirgli di non raccontare balle. O no?

Io credo e spero di si. La situazione è chiarissima per come la vedo io: dovunque ci sia o la realtà, come dici tu, o il rischio, come dice il prefetto, di infiltrazioni criminali, queste vanno combattute con forza e determinazione in tutti i campi dell’economia. Bisogna stare attenti soprattutto negli appalti delle grandi opere pubbliche, che ora sono ferme e che mi auguro in Molise partiranno, perché lì andranno a planare le organizzazioni criminali. Io penso che la grande battaglia di civiltà delle amministrazioni debba essere sull’onestà.

Ti chiedo un favore. La prossima volta che qualcuno ti parla di rischio infiltrazioni, gli dici che il rischio è superato perché le cosche sono già qui? Ad esempio i Bellocco di Rosarno, una delle famiglie più pericolose della ‘ndrangheta, sverna a Campobasso.

Ti prego anche di capire che io non sono un esponente delle forze dell’ordine, ma posso essere da stimolo, posso scriverlo sui muri e mettermi al fianco dei cittadini per fare la lotta. Se io gestirò un appalto, devo entrarci mani e piedi per evitare che scattino i subappalti criminali, per cui poi c’è un ribasso del 50%. Questo posso fare come amministrazione. E inviterò le forze dell’ordine a fare bene il loro lavoro.

Nucleare?

Contrarissima fino alla morte.

Si dice in giro che il duo Ruta/Leva, non propriamente due vincenti in termini elettorali…

Ma perché ti sei fissato con Ruta e Leva?

Perché sono preoccupato per te… Si dice che siano in qualche modo quasi consapevoli di perdere e che vogliano mandare te allo sbaraglio. Perché? Giovane, carina, preparata, bruciamola subito prima che possa farci le scarpe. Sei consapevole che questa non è un’ipotesi campata in aria?

Temo di essere consapevole di tutto, nel senso che credo di avere una lettura lucida dei fenomeni. Oggi credo che il popolo molisano voglia cambiare e io voglio interpretare questa voglia di cambiamento, dando una proposta di innovazione radicale.

Con quei due si vince?

A me non  piace fare battaglie a perdere, amministro e quindi non ho la vocazione minoritaria, sia chiaro. Voglio vincerle le elezioni e vedo che c’è la possibilità di andare fino in fondo, positivamente. Può andarti bene o male, l’importante è schierare in campo la migliore squadra possibile. Quanto più io riesco a far venir fuori la parte migliore di quella società civile che si sente assopita dai partiti, tanto più abbiamo possibilità di vincere.

E quei due?

Non so se Ruta e Leva hanno visto in me anche questo aspetto, spero di si e nelle loro dichiarazioni c’è questa convinzione. Sono loro i primi a sapere che per rianimare l’idea di vittoria bisogna rianimare la società civile, quelle persone che oggi si sentono disaffezionate rispetto ai partiti. Nel momento in cui finiscono le tensioni delle negoziazioni e inizia la vera campagna elettorale, siamo tutti ognuno al fianco dell’altro.

Definisci in due parole: Michele Iorio

Inconcludente. Ha annunciato ripetutamente riforme mai portate in fondo. Oggi è un tappo che blocca lo sviluppo di una regione troppo basata su pratiche clientelari. Credo che a questo punto debba interrompere la sua azione amministrativa.

Gianfranco Vitagliano.

È stato il mio datore di lavoro ed è stato una persona che ha amministrato gli aspetti finanziari di questa regione per un tempo lungo senza generare effetti positivi.

Ulisse Di Giacomo.

(lungo silenzio….)

Va bene anche questo lungo silenzio, è esaustivo.

(ride)

Ok..

Aldo Patriciello

Ha avuto un atteggiamento ondivago e funzionale ai suoi interessi. Fino a quattro mesi fa tra lui e Iorio era guerra aperta. Trovo estremamente contraddittorio il nuovo patto che passa, evidentemente, non soltanto da questioni di alta politica, come vogliono rappresentare, ma da interessi di altro tipo.

Antonino Molinaro.

No comment.

Danilo Leva.

È un segretario di partito che deve interpretare un ruolo difficile, in un momento difficile. Sarò al suo fianco, per quello che potrò, nell’aiutare il percorso di cambiamento che lui ha avuto il coraggio di vedere in me.

Roberto Ruta.

Ha un ottimo intuito, a tratti troppo intuito, e ora mi pare che stiamo lavorando per riuscire ad impostare una prospettiva positiva per il Molise.

Tonino Di Pietro.

Dobbiamo ragionare insieme, perché credo che gli obiettivi siano comuni. Il primo è la lotta alla filiera del Pdl.

Gioco della torre: tra Leva e Ruta chi butti?

Nooo. Ho una torre bellissima nel mio comune. Ci stiamo bene in tre.

Allora significa Ruta.

No. Stiamo larghi, larghi in tre. Non posso buttarne giù uno, sono il presidente e il segretario del principale partito che mi sta  appoggiando. Mi farei del male da sola!

Tra Iorio e Patriciello?

Entrambi.

Chi di più?

Tutti e due hanno fatto il tempo negativo di questo Molise.

Tra Astore e Di Pietro.

Di Pietro.

Non ti chiedi mai: “Ma chi me lo fa fare…”

Tutte le mattine no, tutte le sere si.

Il libro che stai leggendo.

Ho comprato l’ultimo di Umberto Eco, ma è chiuso sul comodino.

L’ultima vacanza: quando dove e con chi.

La scorsa estate, con mio marito, in Irlanda

La tua qualità migliore.

L’autoironia.

Il difetto.

La caparbietà.

L’ultima volta che hai pianto.

Poche sere fa, quando sono andata a fare le condoglianze a Michele Coralbo, il consigliere comunale di Campobasso che ha perso il papà. Coralbo è una persona perbene, mi sono commossa anche perché ho rivissuto una storia personale.

Un flash: perché votare Micaela Fanelli?

Perché rappresento il cambiamento e il futuro

Giuri di essere comunista nient’altro che comunista?

Per dirla con una battuta di un film di Virzì, “Comunist, but democratic.” Però oggi mi sentirei di dire soprattutto democratic.